Il rapporto ha dichiarato che nella biblioteca di Al-Aqsa gli armadietti e un dipinto della Cupola della Roccia sono stati distrutti dalle forze israeliane, e un videoregistratore è stato rubato.
AUG. 10, 2017 11:48 A.M
GERUSALEMME (Ma’an) – L’Islamic Endowment o Waqf, responsabile della gestione del complesso della moschea di Al-Aqsa nella città vecchia di Gerusalemme Est occupata, mercoledì ha pubblicato i risultati delle indagini sui danni israeliani inferti al complesso sacro nel periodo di chiusura del sito durato circa tre giorni e nelle due settimane di disobbedienza civile di massa contro le politiche israeliane nel luogo sacro.
I funzionari di Waqf affermano che tutti i documenti e i materiali di valore storico sono rimasti nella moschea, contraddicendo le precedenti dichiarazioni di Hassan Khater, il presidente del Centro Internazionale di Gerusalemme, che sosteneva che le forze israeliane avevano preso importanti documenti dagli archivi Waqf.
Tuttavia, le forze israeliane hanno danneggiato i materiali chimici utilizzati per conservare i documenti, rotto i lucchetti di molti armadietti e condotto “ricerche ingiustificate”, si dice nella relazione.
Il Waqf ha affermato che le forze israeliane sono entrate nei computer del dipartimento dei manoscritti nel complesso e aggiunto che è possibile che i funzionari israeliani abbiano fatto copie dei file salvati nei computer.
Il rapporto ha dichiarato che nella biblioteca di Al-Aqsa gli armadietti e un dipinto della Cupola della Roccia sono stati distrutti dalle forze israeliane, e un videoregistratore è stato rubato.
Il rapporto ha osservato che tutti i beni del museo islamico, compresi manoscritti, computer e altri materiali e documenti, non sono stati toccati o danneggiati dalle forze israeliane.
Il rapporto ha affermato che un comitato di ripristino sta lavorando per riparare tutti i danni causati dalle forze israeliane.
Il Waqf ha anche ribadito la propria condanna per la chiusura da parte di Israele del sito sacro e delle successive misure di sicurezza.
Israele ha portato avanti un inasprimento delle misure di sicurezza nella città vecchia di Gerusalemme da quando tre cittadini palestinesi di Israele hanno compiuto un attacco mortale ad Al-Aqsa, il 14 luglio, uccidendo due poliziotti israeliani prima di essere colpiti e uccisi a loro volta dalle forze israeliane.
Le autorità israeliane hanno chiuso il complesso di Al-Aqsa, il terzo sito più sacro dell’Islam che ricade sotto custodia giordana, per quasi tre giorni dall’attacco, per riaprirlo solo dopo aver installato misure di sicurezza senza precedenti, inclusi metal detector, tornelli e telecamere di sicurezza.
Le misure hanno suscitato diffuse proteste per due settimane nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme Est – in quanto i palestinesi hanno affermato che la mossa è l’ultimo esempio di come Israele usa la violenza israelo-palestinese come mezzo per favorire il proprio controllo su importanti siti in territorio palestinese.
Nonostante la repressione violenta di manifestazioni in tutto il territorio palestinese da parte delle forze israeliane, durante la quale sono stati uccisi sei palestinesi, Israele alla fine ha fatto marcia indietro e rimosso tutti i nuovi apparati di sicurezza presso il complesso, in quella che è stata celebrata come una vittoria della mobilitazione popolare palestinese.
Tuttavia, le forze israeliane hanno usato la mano pesante su tutti i palestinesi che hanno ritenuto essere coinvolti nelle proteste, con quasi 50 palestinesi di Gerusalemme Est messi in carcere la scorsa settimana a causa delle loro attività nei disordini di Al-Aqsa.
Il gruppo di diritti dei detenuti Addameer, il Comitato palestinese degli affari dei detenuti e il Centro Al-Mezan per i diritti umani, martedì hanno diffuso un rapporto in cui si segnala un forte aumento delle detenzioni israeliane di palestinesi, con 880 palestinesi arrestati solo nel mese di luglio, 144 dei quali bambini.
Secondo il rapporto le forze israeliane hanno arrestato 425 palestinesi a Gerusalemme, arresti che i gruppi hanno attribuito all’aumento dei disordini intorno ad Al-Aqsa.
traduzione Simonetta Lambertini – invictapalestina.org
fonte: http://www.maannews.com/Content.aspx?id=778613