Nelle ultime 48 ore Netanyahu dà l’impressione di non sapere più dove sbattere la testa preso com’è tra i suoi problemi giudiziari e il fallimento della sua grande strategia per la sopravvivenza dello stato ebraico.
7 settembre 2017
Lo sfondamento dell’esercito arabo siriano a Deir Ez-Zur, nel destabilizzare l’establishment israeliano di sicurezza militare, fa prendere dal panico Netanyahou. Non è il solo perché i giornalisti-analisti israeliani soffrono della stessa sindrome. Uno di questi analisti ha anche dichiarato in una trasmissione di avere avuto incubi di notte a causa di questa vittoria di Deir Ez-Zour.
Per cercare di salvare il morale in Israele, Netanyahu continua a ripetere che ci sono Stati arabi che hanno rapporti segreti con lui. A forza di essere ripetuta a ogni piè sospinto questa pseudo “rivelazione” diventa insipida e non interessa più nessuno. Al contrario diverte la costellazione della resistenza perché è chiaro che Netanyahu è in ritardo con la guerra psicologica.
Chi oggi tra gli arabi tiene conto dell’allineamento di Mohamed Ben Salmane o di Mohamed Ben Zayed con la politica israeliana?
Nella stragrande maggioranza l’opinione pubblica araba sa che alcuni paesi arabi complottano segretamente con Israele da decenni. Nel mondo arabo tutti sanno che i regimi arabi su cui Netanyahu conta per raddrizzare la barra sono in pericolo.
Il dramma di Netanyahu e di altri Naftali Bennett è che hanno problemi a muovere gli Stati Uniti in un attacco contro l’Iran.
I prossimi cinque anni saranno molto duri per Israele.
Traduzione Simonetta Lambertini – invictapalestina.org