In questo articolo Lara DEEB torna sulle origini e sul contesto in cui è emerso Hezbollah.
Introduzione all’articolo di Lara Deeb, 31 luglio 2006:
Le Hezbollah joue un rôle fondamental dans la résistance à la domination d’Israël
di Zohra Credy, 2 dicembre 2017
Hezbollah è spesso percipito in occidente come un movimento terrorista. In questo articolo Lara DEEB torna sulle origini e sul contesto in cui è emerso Hezbollah. Questo movimento è nato dalla necessità di opporsi all’occupazione sionista del Libano meridionale dopo la guerra del 1982. Se il terrorismo è definito come “l’uso della violenza contro persone innocenti per scopi politici, ideologici o religiosi” e Hezbollah è un movimento di resistenza contro l’occupazione militare sionista dei territori libanesi e questo diritto è sancito nella Carta delle Nazioni Unite, perché Hezbollah viene allora definito terrorista? Dobbiamo constatare che in occidente la lettura delle realtà del mondo arabo è sempre fatta con la lente israeliana, così come la politica araba occidentale obbedisce agli interessi israeliani.
L’interesse di Israele risiede nella demonizzazione di Hezbollah. Va ricordato che dopo la partizione della Palestina e la creazione dello Stato di Israele ci sono state diverse guerre tra gli occupanti sionisti e gli arabi. Le due guerre del 1948 e del 1967 si conclusero con la sconfitta degli arabi. La guerra del 1973 non fu una vittoria militare per i sionisti, ma innegabilmente una vittoria politica con gli accordi di Camp David e gli accordi di pace con l’Egitto. Egitto a parte, forte nelle sue vittorie Israele si considera l’unica potenza regionale. Domina militarmente i suoi vicini e l’IDF appare come un esercito invincibile. Tuttavia, questa supremazia sarà compromessa dalla resistenza libanese che aumenta le sue offensive contro l’occupante sionista e i suoi alleati nel sud del Libano al punto che Israele decide di ritirarsi senza alcuna condizione dopo 18 anni di occupazione.
Per questo il 25 maggio 2000 è una data che segna una svolta importante nel conflitto arabo-sionista. È la prima sconfitta effettiva dell’esercito israeliano, presunto invincibile, davanti ad un movimento di resistenza araba. Questa vittoria di Hezbollah non metterà solo fine alla leggendaria invincibilità militare dei sionisti, ma farà nascere anche nuove speranze tra i popoli arabi e in particolare la fede nella resistenza. Questo cambiamento di situazione è stato percepito da Israele come una seria minaccia per il suo futuro, da qui la necessità, secondo la sua logica, di sradicare Hezbollah.
La reazione di Israele non si è fatta attendere, forte dell’appoggio delle lobby sioniste dal 2002 Hezbollah è classificato gruppo terroristico dagli Stati Uniti (vi rimando all’articolo che segue). Ma questo fu solo l’inizio di una grande offensiva diplomatica e politica contro la Resistenza. Nel 2014, su proposta di Francia e Stati Uniti, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite vota la risoluzione 1559 che ordina il disarmo delle milizie. In realtà, riguarda solo Hezbollah.
Il presidente libanese, Emile LAHOUD, preoccupato per la pace civile e gli interessi di sicurezza del suo paese ha rifiutato l’applicazione della risoluzione. Tuttavia, gli israeliani non hanno mollato la presa. L’assassinio del primo ministro sunnita Rafiq Hariri, vicino ai sauditi, da parte del Mossad nel febbraio 2005, secondo diverse tesi era volto a sradicare Hezbollah attraverso un conflitto sciita/sunnita che avrebbe finito per screditarlo. Le tesi che accusano il Mossad si basano sui seguenti fatti:
- La missione della Corte internazionale per il Libano incaricata dell’inchiesta sull’assassinio del primo ministro libanese è stata più politica che giuridica.
- L’uso di testimonianze false che hanno occupato le cronache.
- Gli scandali che hanno macchiato l’azione del presidente della Corte, David MILES.
- I molteplici capi d’accusa senza prove contro persone legate alla resistenza, poi la loro liberazione senza che fosse data alcuna spiegazione.
- Il rifiuto di esaminare piste che coinvolgevano Israele.
- Il rifiuto da parte degli Stati Uniti e della NATO di fornire le foto scattate dai satelliti che coprivano il percorso del primo ministro durante la sua visita, il giorno del suo assassinio.
- Il colpo di Stato delle forze politiche del ’14 marzo’ avversarie di Hezbollah e vicine all’asse imperialista.
- L’amnistia di Samir JAJAA, presidente delle Forze Libanesi e alleato di Israele, condannato per aver ucciso il primo ministro Rachid KARAMEH, e il suo ritorno sulla scena politica.
Tutti questi segni sono carichi di significato politico perché sappiamo che la storia non crede nelle coincidenze! Questo nuovo contesto creato dall’assassinio del primo ministro Hariri era in realtà solo una preparazione per la guerra del 2006 che mirava a sradicare completamente la resistenza libanese e, in alternativa, a sradicarla dal sud del Libano. Il fallimento militare israeliano, nonostante il sostegno degli Stati Uniti, delle forze politiche libanesi del ’14 marzo’ e dei regimi reazionari arabi, imporrà Hezbollah come punta di diamante della resistenza contro il sionismo. Per contro, la sua vittoria incoraggerà ulteriormente la volontà dei suoi nemici di annientarlo per aver messo fine al dominio militare israeliano e averne mostrato i limiti. La crisi fomentata in Siria, la strumentalizzazione del terrorismo islamista nel Vicino Oriente da parte dell’imperialismo americano-sionista non sono che la continuazione di questa lunga guerra condotta contro Hezbollah anello dell’asse della resistenza!
Traduzione di Simonetta Lambertini-invictapalestina