Droni su Gaza: come Israele ha testato la sua ultima tecnologia sui manifestanti

Durante le proteste a Gaza e in Cisgiordania di questa settimana le granate lacrimogene lanciate dall’alto hanno causato ferite, panico e morte. Copertina: Drone israeliano lancia lacrimogeni sui manifestanti palestinesi nel sud di Gaza, 15 maggio 2018 (Reuters)

Daniel Hilton, 16 maggio 2018

La sproporzione esistente tra manifestanti palestinesi e forze israeliane è stata spesso paragonata a Davide e Golia. Ora Golia non ha nemmeno bisogno di entrare nel campo di battaglia.

In modo innovativo i militari israeliani hanno usato piccoli droni per lanciare gas lacrimogeni sulle proteste palestinesi lungo la barriera tra la striscia di Gaza e Israele e nella Cisgiordania occupata.

Visti per la prima volta all’inizio di marzo, quando la tv libanese al-Mayadeen ha filmato un gruppo di manifestanti a Gaza preso di mira da uno di questi. Droni che trasportavano  gas sono stati usati pesantemente nelle proteste nell’enclave costiera e nella Cisgiordania occupata lunedì e martedì.

Sembrano esserci tre tipi di droni usati per lanciare il gas.

Il primo, sviluppato dalla compagnia israeliana ISPRA e noto come “Cyclone Riot Control Drone System”, è un piccolo drone con disco che trasporta una scatola contenente nove cartucce di alluminio leggero che bruciano dopo essere state rilasciate.

Applicazioni – Il sistema di droni anti-sommossa Cyclone fornisce alle forze di polizia la capacità di lanciare munizioni meno letali dai droni, consentendo la massima precisione, il controllo in tempo reale delle situazioni antisommossa e ferite minime ai civili, mantenendo le distanze tra forze di polizia e rivoltosi. Cyclone, unità che può essere facilmente montata su droni, con rapida e semplice ricarica in loco.

Soluzioni intelligenti per il controllo della folla

Tuttavia, sembra che siano stati usati altri due modelli, che gli esperti hanno riferito  a MEE di essere stati visti per la prima volta.

Uno è un drone che rilascia gas direttamente dalla sua struttura  come un aerosol che diffonde una nuvola su quanti si trovano sotto.

L’altro, un dispositivo potenzialmente molto più pericoloso, è un drone in stile elicottero che trasporta granate di gomma a scoppio con teste metalliche che diffondono il gas mentre cadono.

 

Sharif Kouddous
@sharifkouddous
VIDEO: Israele ha sviluppato droni che rilasciano gas lacrimogeni. A metà marzo i funzionari militari israeliani hanno dichiarato di averli sperimentati su Gaza. Ora sembrano operativi.

 

Con le proteste della Grande Marcia del Ritorno arrivate ad un crescendo all’inizio di questa settimana, secondo gli esperti di cui parla MEE  il terzo tipo di drone è diventato di gran lunga il più utilizzato dei tre, .

Un drone israeliano sgancia lacrimogeni durante gli scontri con i manifestanti palestinesi vicino alla barriera est di Gaza City, 15 maggio 2018. (AFP)

Questo drone non sembra essere un dispositivo sofisticato.

Itay Mack, un avvocato israeliano per i diritti umani e attivista che monitora le esportazioni militari israeliane, ha riferito a a MEE:

“E’ più sofisticato [di un drone commerciale] – non è qualcosa che si comprerebbe a buon mercato su Amazon, ma penso che non se ne discosti troppo” .

Il drone sembra essere dotato di un rack a molla, che si apre per sganciare una serie di granate lacrimogene.

“Penso che le sicurezze delle granate siano attivate manualmente quando sono fissati nel rack prima del decollo”, ha detto a MEE James Bevan, direttore esecutivo di Conflict Armament Research.

Il rack si apre una volta che il drone è posizionato sull’area in cui il controllore desidera disperdere il gas.

“Potrebbe essere qualcosa di semplice come un perno retrattile collegato a un servomotore che è collegato ai circuiti del drone”, afferma Bevan. “Questo è quello che lo Stato islamico ha utilizzato in Iraq e in Siria”.

Secondo Bevan, lo Stato islamico è l’unico gruppo per il quale esistono prove fisiche di questi piccoli droni tipo elicottero utilizzati in situazioni di combattimento, per lo più visti a Mosul in Iraq e a Tal Afar in Siria.

“Vediamo l’uso di droni in altri teatri, anche da parte di entità non statali, ma in questi si tratta di droni militari con ali fisse” (ntd. non con eliche), ha detto.

Nuova gittata, nuovo pericolo

Le manifestazioni di lunedì a Gaza hanno coinciso con la cerimonia che segna l’apertura ufficiale della nuova ambasciata degli Stati Uniti a Gerusalemme mentre le proteste di martedì hanno segnato 70 anni dalla Nakba palestinese – o Catastrofe – quando 750.000 palestinesi furono costretti a lasciare le loro case nella Palestina storica nel 1948.

Durante i due giorni, 62 palestinesi sono stati uccisi dal fuoco vivo o per inalazione di gas lacrimogeno, mentre le forze israeliane cercavano di sedare le proteste.

Almeno 980 palestinesi sono stati feriti dai gas lacrimogeni lanciati durante le proteste di lunedì, ha detto il ministro della salute di Gaza, inclusi molti minori.

I droni hanno fornito una nuova gittata alle forze israeliane. In precedenza, le bombole di gas venivano sparate nella striscia di Gaza solo da veicoli sul lato israeliano del confine.

La grande recinzione che separa l’enclave assediata da Israele limita la capacità dell’esercito di sparare gas attraverso il confine, diversamente dalla Cisgiordania, dove i soldati sparano spesso i candelotti da fucili appositamente attrezzati.

Le forze israeliane raramente fanno incursioni via terra nella striscia di Gaza, che hanno lasciato nel 2005, mentre mantengono una presenza significativa nella Cisgiordania occupata.

Questa nuova gittata ha permesso agli israeliani di colpire obiettivi lontani oltre l’area calda della frontiera, luoghi che hanno maggiori probabilità di essere popolati da famiglie, minori e anziani.

Gas una minaccia per i vulnerabili

“Il problema con le granate a gas è che sono particolarmente pericolose per i bambini piccoli e gli anziani”, ha detto Mack.

Il gas può essere fatale in due modi: soffocamento e sovradosaggio delle sostanze chimiche utilizzate.

La morte negli ultimi anni di parecchi palestinesi in Cisgiordania è stata collegata all’inalazione di gas lacrimogeni. Nel 2015 un bambino di otto mesi nel villaggio di Beit Fajjar è morto dopo che i soldati avevano sparato gas lacrimogeno nella sua casa.

E nel 2014, il ministro palestinese Ziad Abu Ein è morto per complicazioni legate all’inalazione dei gas lacrimogeni dopo aver partecipato a una protesta nei pressi del villaggio di Turmusaya.

Un rapporto dello scorso anno ha descritto il campo profughi di Aida nella Cisgiordania meridionale come la “comunità più esposta nel mondo a gas lacrimogeni “.

Servizi giornalistici martedì hanno riportato che anche una bambina di otto mesi, Leila al-Ghandour, è stata uccisa dai gas lacrimogeni nella Striscia di Gaza. Si dice che sia stata esposta al gas mentre si trovava in un luogo di protesta lontano dalla barriera di separazione israeliana, anche se al momento della pubblicazione questo non può essere verificato in modo indipendente da MEE.

Proiettili indiscriminati

Anche se di gomma, le granate a gas lanciate dai droni sono pesanti e hanno una parte superiore in metallo.

L’esercito israeliano ha regolamenti che vietano di lanciare tali proiettili direttamente sulle persone. I lacrimogeni sparati da fucili appositamente montati sono particolarmente pericolosi a corto raggio.

Anche le granate a lungo raggio da 40mm utilizzate da Israele sono considerate pericolose perché possono essere sparate con una precisione limitata.


I palestinesi corrono a ripararsi mentre un drone israeliano lancia bombe lacrimogene a est di Gaza City durante gli scontri tra palestinesi e forze israeliane, 15 maggio 2018. (AFP)

Un portavoce della Omega Research Foundation, che fa ricerca su produzione, commercio e uso delle tecnologie militari, di sicurezza e di polizia, ha riferito a MEE che i droni possono essere utilizzati per aumentare la precisione quando si disperdono i gas lacrimogeni.

“A livello puramente tecnico, i droni possono librarsi a un’altezza sicura per far cadere le granate e colpire individui che rappresentano una minaccia”, ha detto il portavoce, che desidera rimanere anonimo.

Tuttavia, le riprese video delle proteste di questa settimana sembrano mostrare i candelotti che cadono da un’altezza considerevole, riducendo la precisione e aumentando il rischio di ferite alla testa.

Non una minaccia

Israele ha ripetutamente accusato i manifestanti di Gaza di aver tentato di attraversare la barriera di recinzione e di deporre esplosivi in territorio israeliano. Dice che l’uso di fuoco vivo e gas lacrimogeni è giustificato dal fatto che i manifestanti minacciano di violare la barriera.

Il portavoce della polizia israeliana Micky Rosenfeld aveva detto in precedenza all’agenzia di stampa AFP che i droni hanno “la capacità di sorvolare certe zone e certe aree e poi rilasciare gas lacrimogeni in aree che vogliamo impedire ai manifestanti di raggiungere”.

Tuttavia, i reporter di MEE a Gaza e in Cisgiordania e i video che emergono online dimostrano che le forze israeliane hanno preso di mira aree lontane dall’area di confine e persone che non sembrano costituire una minaccia.

 


CJ Werleman
@cjwerleman
Guardate i droni israeliani lanciare lacrimogeni sui giornalisti che stavano documentando il massacro di Israele a Gaza.

L’intera impresa israeliana è costruita su una guerra contro la verità. Non spende solo centinaia di milioni di dollari in propaganda (hasbara) ma prende deliberatamente come bersaglio i giornalisti.

 

Lunedì, un giornalista di MEE è stato gasato da un drone insieme a diversi altri rappresentanti dei media. L’area presa di mira era chiaramente affollata da molti giornalisti, con veicoli che mostravano in modo evidente “Press”.

Le riprese hanno anche mostrato un drone che lanciava gas su una tenda comune affollata di donne e bambini, a quanto pare a più di 500 metri dal confine.

Sembra che in alcune situazioni l’impiego di granate a gas dall’alto abbia seminato confusione e paura tra la folla, piuttosto che disperderla in altri luoghi.

In una manifestazione di martedì, vicino all’insediamento israeliano illegale Beit El in Cisgiordania, almeno quattro droni hanno lanciato gas direttamente sui manifestanti.

Un manifestante di 20 anni, che ha voluto restare anonimo, ha detto a MEE che quando i droni sono apparsi in cielo “è sopraggiunto il panico”. “La gente correva in tutte le direzioni incerta su dove andare mentre i droni si libravano sopra le nostre teste in attesa di far cadere gas lacrimogeni”, ha detto il manifestante a MEE.

“Gli israeliani hanno iniziato a usare questi droni solo nelle ultime settimane, sono indiscriminati e non mostrano pietà”.

Secondo Gabriel Avner, un consulente per la sicurezza israeliano, la politica di Israele a Gaza è una deroga dai suoi metodi soliti di controllo della folla.

“La situazione a Gaza in questo momento è completamente diversa da quello che sta succedendo da qualsiasi altra parte … stanno pensando a questa come a una zona di conflitto totale”, ha detto a MEE.

“C’è qualche motivo di preoccupazione perché le regole di ingaggio sono hard-coded (n.d.t. a codice fisso)”, ha detto, aggiungendo che l’esercito israeliano aveva bisogno di assicurarsi che i soldati fossero adeguatamente formati per comprendere le potenziali conseguenze quando vengono introdotte nuove tecnologie come questa.

‘Aquiloni terroristi’

L’uso dei droni non è comunque limitato alla dispersione di gas lacrimogeni.

Alcuni palestinesi hanno lanciato al di là del confine aquiloni spesso incendiari che trasportavano carboni accesi con l’obiettivo di innescare incendi boschivi in territorio israeliano.

Secondo il quotidiano israeliano Haaretz, l’esercito israeliano ha ingaggiato droni sportivi dilettanti per intercettare gli aquiloni, usando mulinelli e ami da pesca attaccati ai mezzi per tagliare i loro cavi e mandarli fuori rotta.

FOTO – Un drone dell’esercito israeliano vola vicino a un aquilone palestinese lungo il confine tra Israele e la Striscia di Gaza, a est di Gaza City, 14 maggio 2018. (AFP)

I droni che intercettano gli aquiloni sono azionati da hobbisti e possono raggiungere la velocità di 110 metri al secondo, ha riferito Haaretz.

Uno degli aquiloni che ha raggiunto la parte israeliana della separazione portava una sospetta bomba telecomandata, ha riferito il giornale.

Anche se il dispositivo non è esploso e i genieri della polizia hanno detto che poteva essere stato un bidone o un falso, il giornale ha ipotizzato che potrebbe annunciare una nuova fase lungo la barriera di quello che viene chiamato “terrorismo degli aquiloni”.

Molti degli aquiloni sono tuttavia inoffensivi, con i manifestanti che li usano spesso per far volare la bandiera palestinese.

Se non intercettati da droni questi aquiloni sono spesso abbattuti con fuoco vero.

Tecnologia in vendita

Israele è uno dei principali paesi al mondo per la tecnologia dei droni.

Ha usato veicoli aerei senza equipaggio dalla fine degli anni ’70, quando furono utilizzati dai militari per la sorveglianza nel sud del Libano e furono ampiamente schierati nell’invasione israeliana del 1982 del suo vicino del nord.

Mack, l’avvocato per i diritti umani, ha notato che Israele ha già usato conflitti per collaudare le sue armi con l’intenzione di venderle.

Israele vende armi e tecnologia in molti paesi. Il mese scorso il Ministero della Difesa tedesco ha annunciato l’intenzione di firmare un contratto da 1 miliardo di dollari con Israel Aerospace Industries per il noleggio di veicoli aerei senza equipaggio.

Tel Aviv è stata criticata per aver venduto armi a governi con scarsa attenzione ai diritti umani, l’ultima volta a Myanmar, che a quanto si dice ha comprato attrezzature militari israeliane mentre conduce un’operazione contro la minoranza Rohingya. L’attacco del governo di Myanmar contro le comunità Rohingya è stato ampiamente qualificato come pulizia etnica.

Il gruppo israeliano Global Group  a dicembre ha anche venduto droni di sorveglianza al governo assediato e a corto di soldi del Sud Sudan per milioni di dollar.

Le forze del governo sud-sudanese sono state accusate dall’ONU di gravi violazioni dei diritti umani da quando è scoppiata la sua guerra civile nel 2013.

L’uso da parte dell’esercito israeliano di droni per lanciare gas su Gaza e in Cisgiordania suggerisce che i modelli venduti in Sud Sudan potrebbero essere adattati allo stesso modo per liberare gas lacrimogeni o altri carichi utili.

“I droni commerciali più grandi … sono progettati per trasportare una vasta gamma di carichi utili (telecamere di grandi dimensioni per eventi sportivi, accessori per l’irrorazione delle colture), quindi sono progettati per gestire da remoto le funzioni del carico trasportato. Questo sarebbe molto facile da configurare”, ha detto Bevan.

 

Kaamil Ahmed, Tessa Fox e Hind Khoudary hanno contribuito a questo servizio.

Traduzione: Simonetta Lambertini – Invictapalestina.org

Fonte: http://www.middleeasteye.net/news/israeli-drones-pose-new-threat-palestinian-protesters-1730935753

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