Israele è un paese di destra, dove il razzismo è politicamente corretto e la corruzione personale è irrilevante. Quando i generali dell’esercito sono l’alternativa, significa che non c’è nessuno. Dobbiamo sperare che emerga un vero partenariato ebraico-arabo.
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Di Gideon Levy – 3 marzo 2020
Potete essere disgustati, potete avere paura, potete anche essere scioccati, ma non potete negare il suo incredibile talento: Benjamin Netanyahu il mago ha colpito ancora. Ora è anche un alchimista: prendi una grave accusa, spargi incitamento e conquista l’ammirazione delle masse. Puoi essere sprezzante, puoi denunciarlo, puoi persino insorgere contro la nazione che lo ha votato, ma devi rispettare la sua scelta. Piegare la testa. È la volontà del popolo. Le persone vogliono Netanyahu.
È giunto il momento di riconoscere questo fatto: Israele è di destra, estremamente di destra. Il razzismo è politicamente corretto, la corruzione personale non fa alcuna differenza, purché tu garantisca la continuazione della supremazia ebraica, il dominio su un’altra nazione, l’arroganza e l’odio. Pace, uguaglianza e giustizia sono per i deboli. Non per la maggior parte degli israeliani. Lo hanno detto forte e chiaro lunedì, in modo più deciso rispetto alle due precedenti campagne elettorali: Netanyahu è il nostro re. Netanyahu è il re della maggior parte degli israeliani.
E dalla parte opposta, ahimè, dalla parte opposta, niente. A sinistra di Netanyahu, vuoto assoluto. Un deserto arido. Netanyahu merita lode, ma non possiamo ignorare il fatto che di fronte a lui c’era una porta aperta. Un vuoto ideologico, una carenza di carisma. Non c’è sinistra e nessun centro in Israele, solo una destra originale e una destra che è un’imitazione commerciale. Le persone preferivano l’originale. In Gran Bretagna, c’è una sinistra. Anche negli Stati Uniti, c’è ancora una sinistra, ma in Israele, la sinistra più lontana è il centro, che è anch’esso quasi inesistente.
I leader di Bianco e Blu, Benny Gantz e Yair Lapid, si sono guadagnati la sconfitta. È molto difficile nascondere l’amarezza. Questo è ciò che accade quando non dici nulla. Quando non osi fare qualcosa di diverso, non offri un’alternativa. Bianco e Blu è stato punito ieri, meritatamente, perché tentennava l’intero partito, non il suo leader. A favore del piano di pace nel Medio Oriente del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, come Netanyahu. A favore di un attacco a Gaza, come Netanyahu. A favore del blocco di Gaza, come Netanyahu. A favore della squalifica della candidata alla lista comune Heba Yazbak, a favore dell’annessione della Valle del Giordano con un accordo internazionale. Se pensavano di riuscire a ingannare qualcuno in quel modo, hanno fallito.
Una banda di bravi ragazzi e playboy non fa opposizione. Si dà una pacca sulla spalla, si lanciano sorrisi, è molto ammaliante, ma quando non hai nulla da offrire, gli elettori non ti danno il loro voto. Quando il tono politico è dettato da una fazione di estrema destra, come Moshe Ya’alon, Zvi Hauser e Yoaz Hendel, anche parlare di un centro diventa assurdo. Quando i generali che si sono appena tolti la divisa, ma non il loro modo di pensare, sono l’alternativa alla destra, non c’è davvero un’alternativa.
Anche la lista di sinistra Emet (Labour-Gesher e Meretz) è stata sanzionata, e lo meritava altrettanto. Meretz è stato inghiottito dai laburisti come se non fosse mai esistito, accettando un ex membro del partito ultranazionalista Yisrael Beitenu come uno dei suoi leader, che cos’è questo travestimento? Cosa doveva essere? Un partito nazionalista, un partito “puro”, che vuole anche essere chiamato di sinistra? Anche qui gli elettori hanno detto la loro: mescolanze e cocktail sono per bar, non per una lotta risoluta contro i religiosi e l’estrema destra che ha preso il controllo del paese.
Non c’è avvenimento senza un lato positivo. Se questi sono i risultati, dobbiamo sperare che la sconfitta sia sufficientemente chiara e inequivocabile. Questo è l’unico modo in cui sarà finalmente possibile iniziare a costruire un’opposizione diversa. Un’opposizione di sinistra, per cambiare. Un’opposizione arabo-ebraica, per cambiare. Una sinistra genuina, coraggiosa e chiara, con meno generali. Li abbiamo visti.
Non osarono fare dichiarazioni trasparenti, temendo che avrebbe alienato gli elettori. Ma risulta che all’elettorato piacerebbe davvero sentire cose chiare, nuove, forse anche sovversive. Provate, provate qualcosa di nuovo! Ma per questo avete bisogno di coraggio, che è la merce più rara nella politica israeliana, forse anche più rara dell’integrità. La maggioranza ha avuto voce in capitolo lunedì. Ora dobbiamo fondare una nuova società per opporci.
Trad. Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org