C’è una possibilità che viva a Hanassi Street, Gerusalemme, la persona più importante per il futuro di Israele: un Frederik Willem de Klerk israeliano. Naturalmente c’è anche il pericolo che quello che stiamo vedendo sia un’altra illusione tipica israeliana che non ci porterà da nessuna parte e semplicemente darà agli israeliani quello che amano e vogliono: sentirsi bene con se stessi, senza muovere un dito.
La scelta è nelle sue mani. Presidente Reuven Rivlin
Il suo primo anno da presidente è stato sensazionale e alcune delle sue parole e azioni sono state rivoluzionarie. Un presidente che senza esitazione, senza vergogna, si è assunto la responsabilità per i crimini di Israele, un Presidente che tratta i palestinesi come popolo, che è pieno di amore, di umanità e di sincera compassione e, soprattutto, dice quello che pensa: questo è inaudito.
E, meraviglia delle meraviglie, la gente lo ama, ma sua prova deve ancora giungere.
La sua retorica è sorprendente, soprattutto di fronte all’odio e al razzismo. Ancora pochi anni e Rivlin e gli israeliani potrebbero rendersi conto che non sono da soli e che i loro vicini sono persone, proprio come loro. Non c’è nulla di più rivoluzionario di questo, è la chiave di tutto.
Ma Rivlin porta ancora il peso della sua ideologia. Se non riesce a risolvere questa contraddizione, le sue azioni non daranno frutti e lui sarà dimenticato come tutti i suoi predecessori.
Egli è un raggio di luce nel buio, ma per diventare un capitolo nella storia del paese e non solo una nota in calce, deve scrollarsi di dosso il suo passato.
Israele non sarà mai morale fintanto che mantiene anche solo un privilegio per gli ebrei negandoli ad altri residenti del Paese.
Rivlin dice tutte cose giuste sulla giustizia e l’uguaglianza, ma vuole mantenere lo status quo come, per esempio, la Legge del Ritorno valida solo per gli ebrei. Non c’è modo di conciliare l’uguaglianza con tale discriminazione profonda Nessuna visita ai palestinesi feriti è in grado di colmare questa lacuna. L’uguaglianza deve iniziare con l’uguaglianza nazionale.
A suo merito va l’aver sempre capito che una soluzione a due Stati non è una soluzione.
«Non riesco a vedere come i palestinesi, per il quale nutro grande rispetto, sarebbero d’accordo che noi abbiamo Ben-Gurion International Airport, e F-15, F-16 e F-35 e loro si dovranno accontentare di Dahaniyeh,” ha detto al quotidiano Yedioth Ahronoth questa settimana
“Con il nostro inesorabile, condiscendente approccio verso i palestinesi, pensiamo che si potrebbe accettare una soluzione a due stati, dove uno stato ha un potere onnipotente e l’altro non ha nessuna autonomia.”
Qui, però, il presidente si ferma, ma non può fermarsi qui. Egli deve presentare la propria soluzione. La continuazione dell’occupazione, in qualsiasi forma, fa crollare tutte le sue belle parole sulla giustizia.
Questa è la semplice verità: se non due stati, un singolo stato. E se un singolo stato, il carattere e la forma di governo dovranno cambiare. Per restare una democrazia, ci deve essere l’uguaglianza per tutti e l’alternativa alla democrazia è apartheid. Non c’è altro modo, signor Presidente e non c’è spazio per l’inganno. Il vostro coraggio è notevole , ma ciò non cosstituisce un cambiamento storico.
In altre parole, signor presidente, lei preferisce essere FW de Klerk o Shimon Peres? Come vuole essere ricordato?
La traduzione è stata leggermente ritoccata ed è stata integrata con l’approfondimento su FW de Klerk
Approfondimento proposto: https://it.wikipedia.org/wiki/Frederik_de_Klerk
De Klerk è meglio conosciuto per aver consentito la fine dell’apartheid, la politica di segregazione sudafricana, e per aver sostenuto la trasformazione del suo paese in una democrazia, avviando negoziati che si conclusero con la concessione del diritto di voto e di altri diritti fondamentali per tutti i cittadini del suo paese, inclusa la maggioranza nera. Durante la sua presidenza giocò un ruolo fondamentale nell’iniziare e guidare il processo di trasformazione che ha aiutato a risolvere centinaia di anni di conflitti fra le varie comunità razziali del paese ed a gettare le fondamenta per una pace definitiva fra queste comunità.
Per questi motivi gli fu assegnato, nel 1993, il Premio Nobel per la pace insieme a Nelson Mandela, l’altro grande protagonista dei negoziati. Dopo questi avvenimenti, durante la presidenza di Nelson Mandela dal 1994 al 1996, de Klerk è stato vicepresidente del Sudafrica, ritirandosi dalla politica l’anno seguente.
trad: http://frammentivocalimo.blogspot.it
Fonte – Gideon Levy : Does Israel’s president want to be FW de Klerk or Shimon Peres?