La spiaggia, uno degli unici luoghi di tregua per i palestinesi imprigionati di Gaza, è ora un pericolo per la salute
Fonte: english version
+ 972 Magazine – 21 febbrario 2021
Immagine di copertina: La balenottera comune che si è arenata su una spiaggia a sud di Tel Aviv, il 19 febbraio 2021 (Oren Ziv)
La scorsa settimana il corpo di una giovane balenottera comune è stato trascinato sulle coste israeliane. Il corpo lungo 17 metri che si decomponeva lentamente su una spiaggia poco a sud di Tel Aviv, era circondato da altri piccoli animali marini, tra cui tartarughe e uccelli, ricoperti di catrame dalla testa alla coda.
Mentre le autorità stanno ancora indagando sulla fonte dell’inquinamento e se sia stata questa la ragione della morte della balena, si sospetta che una nave non identificata abbia causato una fuoriuscita di petrolio. Il catrame si è intanto diffuso lungo tutta la costa e si estende per oltre 170 chilometri, in quello che viene descritto come il più grande disastro ambientale del paese degli ultimi decenni. Il governo ha ordinato la chiusura delle spiagge al pubblico, mentre lavoratori e volontari cercano di ripulire la fuoriuscita – un compito, avvertono, che potrebbe richiedere anni per essere completato.
La vista del corpo senza vita della balena è un avvertimento straziante dell’inesorabile capacità umana di avvelenare il suo ambiente naturale.
Sebbene le nostre vite quotidiane siano state colpite dalla diffusione del COVID-19, i motori della catastrofe ambientale – inclusa una potente industria dei combustibili fossili, un ordine economico neoliberista, una dipendenza dalle risorse inquinanti e un generale disprezzo per il benessere del pianeta – rimangono immutati.
Troppe persone sono colpevoli di ignorare questa dimensione fondamentale della nostra vita. Parlare di politica, economia o cultura prescindendo dalla salute del pianeta è, per molti versi, intrappolare noi stessi in una bolla di ignoranza. Parliamo facilmente dell’intersezionalità di razza, classe e genere, ma troppo spesso dimentichiamo che anche la natura fa parte di quel caleidoscopio.
Questo punto cieco nella nostra comprensione del mondo ha un prezzo molto alto. Pochi chilometri più a sud, le spiagge di Gaza sono state a lungo inquinate a causa dello scarico di acque reflue direttamente in mare. Il blocco israeliano della Striscia, insieme ai ripetuti attacchi militari, hanno impoverito le infrastrutture di Gaza e interrotto gran parte della sua fornitura di elettricità, disabilitando la sua capacità di gestire in modo responsabile i suoi rifiuti. La spiaggia, uno degli unici luoghi di tregua per i palestinesi imprigionati di Gaza, è ora un pericolo per la salute. E con il petrolio che si sta diffondendo rapidamente lungo la costa, potrebbe solo peggiorare.
Non c’è da meravigliarsi se molti hanno avvertito che Gaza è davvero diventata “inabitabile”. La crudeltà delle politiche coloniali israeliane non ha solo avvelenato il tessuto sociale della società palestinese a Gaza, come previsto; ha avvelenato la terra, l’aria e l’acqua di una regione che un tempo era un vivace centro di vita e di promesse.
Pochi israeliani sembrano preoccuparsi di questi danni, né per gli esseri umani di Gaza, né per la salute naturale del paese.
Il razzismo, come l’inquinamento da petrolio o le emissioni di anidride carbonica, è una malattia provocata dall’uomo le cui conseguenze, ci piace pensare colpiscono solo “gli altri”. Come per il cambiamento climatico, induciamo noi stessi a pensare che la violenza che infliggiamo “là” non ci contagerà.
La balena è un presagio della nostra follia e un promemoria che nessun livello di ignoranza può impedire ai disastri che abbiamo provocato di ricadere sulle nostre coste.
Trad: Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” –Invictapalestina-org