In un’udienza attesissima, lunedì la Corte Suprema israeliana ha rifiutato di pronunciarsi sulla proprietà di Sheikh Jarrah, proponendo invece che i palestinesi rimangano nelle loro case sotto lo status di “residenti protetti”.
Fonte: english version
Yumna Patel 2 agosto 2021
Attivisti palestinesi davanti alla casa di un colono durante una manifestazione a supporto di Sheikh Jarra.16 aprile 2021 (FOTO: JAMAL IMAGESAD)/A
Lunedì la Corte Suprema israeliana ha rinviato la sua decisione sulla rimozione forzata delle quattro famiglie palestinesi a Sheikh Jarrah, dopo mesi di proteste e pressioni internazionali per fermare lo sfollamento dei palestinesi dal quartiere di Gerusalemme est.
Nella tanto attesa udienza di lunedì, la corte ha rifiutato di pronunciarsi sulla proprietà della terra, proponendo invece che i palestinesi rimangano nelle loro case sotto lo status di “residenti protetti”.
In quanto residenti protetti, le famiglie palestinesi sarebbero costrette a pagare un affitto annuale all’organizzazione di coloni israeliani Nahalat Shimon, che rivendica la proprietà di Sheikh Jarrah e sta cercando di sostituire i residenti palestinesi con coloni israeliani.
Secondo la proposta della corte, un tale accordo tra le famiglie e i coloni eviterebbe il loro sgombero per i “prossimi anni”, ma in futuro.non impedirebbe a Nahalat Shimon di cercare di sfrattare con la forza i residenti
Accettare lo status di residenti protetti significherebbe accettare la proprietà della terra da parte dei coloni, una condizione che i residenti hanno categoricamente rifiutato.
Secondo Haaretz, il rappresentante di Nahalat Shimon si è opposto al compromesso e “ha chiesto alle famiglie di riconoscere la proprietà ebraica della terra”.
“La gente deve continuare a vivere lì e questa è l’idea, cercare di raggiungere un accordo senza fare dichiarazioni varie. Abbiamo visto quanto questo interessi i media. Vogliamo una soluzione pratica”, ha detto il giudice Isaac Amit.
Haaretz ha anche affermato che “i palestinesi hanno accettato il compromesso, ma hanno respinto la richiesta dei coloni”.
Mohammed El-Kurd, residente nel quartiere e membro di una delle quattro famiglie il cui appello è stato ascoltato lunedì, ha tuttavia chiarito su Twitter che “non è stata raggiunta alcuna decisione o accordo”.
“Invece di emettere una sentenza sulla proprietà della terra, il tribunale ha deciso di sottrarsi alle proprie responsabilità e di spingerci a raggiungere un accordo con i coloni”.
All’inizio della giornata, durante l’udienza, El-Kurd ha twittato che i giudici “stanno facendo enormi pressioni per farci raggiungere un accordo con l’organizzazione dei coloni, evitando una decisione sostanziale sui nostri diritti sulla terra”.
“Questa codardia è per eludere reazioni internazionali potenzialmente dannose”, ha detto.
The three Supreme Court “justices” are placing massive pressure on us to reach a settlement with the settler organization, avoiding a substantive ruling regarding our rights in the land. This cowardice is to evade potentially detrimental international ramifications.
— Mohammed El-Kurd (@m7mdkurd) 2 agosto 2021
Alaa Salayma, un altro dei palestinesi minacciati di sfollamento, ha anche detto a Middle East Eye che le famiglie avevano rifiutato il compromesso, affermando che “nel momento in cui dovessimo pagare l’affitto per le nostre case, significherebbe che abbiamo rinunciato alla proprietà. Questa non è un’opzione. Siamo i proprietari di queste case».
Secondo le testimonianze dei residenti apparse sui social media, durante il procedimento giudiziario le forze israeliane hanno fatto irruzione a Sheikh Jarrah, hanno preso d’assalto le case e arrestato persone del quartiere.
As today's court proceedings were concluded at the Israeli high court, Israeli forces stormed homes in Sheikh Jarrah, arrested multiple youths and harassed its Palestinian residents. #SaveSheikhJarrah pic.twitter.com/cc9IMQGV05
— Jalal (@JalalAK_jojo) 2 agosto 2021
Dopo l’udienza i palestinesi si sono rivolti ai social media per esprimere il loro rifiuto alla proposta della Corte Suprema, con molti che hanno sottolineato il fatto che i palestinesi non possono aspettarsi di ricevere giustizia da un tribunale in cui uno dei giudici è lui stesso un colono.
La data della prossima udienza per decidere sul destino delle famiglie deve ancora essere fissata. Almeno altre nove famiglie del quartiere sono minacciate di sfollamento forzato.
A maggio la corte aveva preso una decisione simile, dicendo ai residenti di “venire a un accordo” con i coloni.
Molti palestinesi, compresi i residenti del quartiere, hanno espresso preoccupazione per il fatto che i tribunali stiano semplicemente posticipando la decisione sugli sgomberi forzati a causa dell’aumento della pressione internazionale, aspettando che l’attenzione intorno a Sheikh Jarrah si attenui per decidere definitivamente.
Trad: Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” – Invictapalestina.org