La musica delle celle

Rima ripeteva sempre che la musica è espressione intensa delle emozioni, una lingua strana e bella, spaventosa e confortante, ribelle, forte, debole e dolce.

Pag. 41 di Foglie di Gelso

Rima non era riuscita ad abbandonare la musica. Nonostante l’Occupazione israeliana l’avesse arrestata e condannata a quattro mesi di carcere, si era costruita uno strumento musicale con dei rametti. Lo strumento le era poi stato confiscato e lei era stata messa in cella di isolamento come punizione per aver contravvenuto alle regole delle carceri israeliane. Rima ripeteva sempre che la musica è espressione intensa delle emozioni, una lingua strana e bella, spaventosa e confortante, ribelle, forte, debole e dolce. 

«Avete notato come la musica sia in grado di far rivivere la memoria, quand’è anch’essa momentaneo smarrimento della memoria? E come spazia tra futuro e passato nell’intervallo tra le corde di una chitarra?».  Rima, con una risata, spiegò quelle parole alle sue compagne, anche se sui loro volti non aveva trovato alcuna traccia di stupore:

«Intendo dire che la musica è una lingua senza catene». 

Poi guardò i muri della cella e aggiunse:

«È come la libertà… un posto senza muri». 

Racconto tratto da: FOGLIE DI GELSO racconti palestinesi. Aysar Al-Saifi ed. Prospero editore – ISBN 978-88-31304-21-4 – 13 euro

Prefazione Luisa Morgantini, postfazione Chef Rubio.