Come le Olimpiadi sono diventate un veicolo per la supremazia bianca europea

Nonostante la sbandierata amicizia universale, le Olimpiadi continuano ad essere un’occasione di nazionalismo sciovinista.

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Joseph Massad – 19 agosto 2021

Immagine di copertina: La cerimonia di chiusura dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020, l’8 agosto 2021 (AFP)

Gran parte della messa in scena teatrale che circonda i Giochi Olimpici li presenta come un’occasione globale di amicizia e pace tra le nazioni, piuttosto che un evento sciovinista e imperialista europeo che si è espanso gradualmente per includere il resto del mondo.

 Con poche importanti eccezioni, gli europei e le loro colonie offshore continuano ad accumulare la maggior parte delle medaglie olimpiche.

La condizione per l’inclusione è che il resto del mondo venga rappresentato dai paesi e dalle nazioni che il colonialismo europeo si è spartito nel corso dei secoli. È a questi paesi che l’Europa afferma di aver lasciato in eredità il retaggio dell’antica Grecia, di cui l'”Europa” appena inventata si è appropriata a partire dal Rinascimento, ma soprattutto dall’ascesa del filellenismo tedesco nel XVIII secolo.

Nonostante la sbandierata amicizia universale, le Olimpiadi continuano ad essere, e non possono che essere, un’occasione di nazionalismo sciovinista. I molteplici boicottaggi politici dei giochi nel corso dei decenni lo attestano chiaramente, così come la campagna di boicottaggio delle prossime Olimpiadi invernali in Cina attualmente  in corso.

Alle recenti Olimpiadi di Tokyo, gli atleti arabi si sono rifiutati di competere contro gli atleti israeliani che rappresentavano con orgoglio la loro colonia di coloni dell’apartheid. Così come il judoka algerino Fethi Nourine e il judoka sudanese Mohamed Abdalrasool, che ha preferito ritirarsi, questo anche a fronte della  condanna popolare araba nei confronti del suo Paese, che sta normalizzando sempre più i rapporti con Israele. Una judoka saudita ha accettato di competere contro un’atleta israeliana che, per la gioia degli arabi anti-israeliani, ha battuto la rivale saudita.

Un’Europa immaginaria

A Tokyo, durante la cerimonia di apertura, è stato osservato un momento di silenzio per ricordare gli atleti deceduti durante i precedenti Giochi Olimpici. Una menzione speciale è stata fatta per gli 11 atleti israeliani uccisi alle Olimpiadi di Monaco del 1972. Non sono state ricordate o commemorate le centinaia di civili palestinesi che Israele uccise per vendetta nei giorni successivi agli omicidi di Monaco, quando bombardò i campi profughi palestinesi in Libano e in Siria.

Il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) si era precedentemente rifiutato di commemorare gli atleti israeliani nonostante una decennale campagna condotta da Israele. Alle Olimpiadi di Rio de Janeiro del 2016, il CIO inaugurò il “Luogo del lutto” presso il villaggio olimpico per commemorare coloro che erano morti alle precedenti Olimpiadi. Venne innalzato un monumento con due pietre dell’antica Olimpia racchiuse in un vetro.

L’appropriazione dell’antica Grecia da parte di questa Europa immaginaria venne messa in discussione dai nazionalisti greci, specialmente quando si trattò della rinascita dei Giochi Olimpici e del culto del corpo nel XIX secolo, poiché l’Europa appena inventata sosteneva che gli europei , non i greci moderni, erano gli eredi dell’antica Grecia.

L’impegno del nazionalismo greco nei confronti del filellenismo tedesco ed europeo fu tale che il nuovo progetto di “far rivivere” gli antichi Giochi assunse presto implicazioni pratiche. Il fatto che greci, tedeschi, inglesi e francesi della diaspora fossero coinvolti nel progetto non fu casuale.

Fu Panagiotis Soutsos (1806-1868), nato a Costantinopoli, a spingere per primo per la rinascita dei “Giochi Olimpici”. Le sue proposte, però, non ebbero successo. I filelleni europei stavano già modulando l’idea delle Olimpiadi, principalmente in Gran Bretagna, dove William Brookes istituì nel 1850 la Wenlock Olympian Class per il “miglioramento morale, fisico e intellettuale” della gente di Wenlock nello Shropshire.

Una donna tiene una bandiera olimpica durante l’annuncio del CIO che Pyeongchang in Corea del Sud ospiterà le Olimpiadi invernali 2018. Marienplatz a Monaco di Baviera, nel sud della Germania il 6 luglio 2011 Monaco di Baviera

I Giochi Olimpici di Wenlock (inclusi cricket, football e quoits) iniziarono a svolgersi nel 1850. Ma se Soutsos era interessato a un progetto nazionalista greco, Brookes vedeva l’Europa occidentale come l’erede dell’antica Grecia e questa non, come sostenevano alcuni europei, degradata da “Slavi cristianizzati” che si erano trasferiti in Grecia nei secoli successivi.

“Cristianesimo muscolare”

Come spiega David C Young nella sua storia informativa delle Olimpiadi moderne, le proposte di Soutsos incuriosirono Evangelos Zappas, uno degli uomini più ricchi dell’Europa orientale. Zappas propose nel 1856 di finanziare quelle che chiamò “Olimpiadi di Zappas”.

Il governo greco cercò di convincere Zappas che le Olimpiadi sarebbero dovute consistere in competizioni tra prodotti industriali, agricoli e zootecnici; non nello sport. Infine, nel 1858 fu emanato un decreto reale per l’organizzazione delle Olimpiadi del 1859, comprendente una giornata dedicata alle competizioni atletiche.

Dopo alcuni ritardi, il Comitato Olimpico di Atene tenne i giochi alla fine del 1859, includendo anche gare atletiche. I giochi erano di carattere nazionalista e vi gareggiarono atleti greci provenienti  dall’interno e dall’esterno della Grecia.

Come risultato delle Olimpiadi di Atene, il movimento olimpico si espanse in Gran Bretagna, spinto da Brookes, con più Giochi Olimpici tenuti nello Shropshire e a Liverpool. Nello stesso periodo, in Gran Bretagna non fu affatto casuale l’ascesa del movimento del “cristianesimo muscolare”.

Con l’avvento delle scienze biologiche e razziali il culto del corpo era diventato sempre più radicato nell’Europa occidentale, e il cristianesimo protestante ebbe anch’esso un ruolo in questo sviluppo. Il “cristianesimo muscolare” insisteva sul fatto che lo sport e l’esercizio fisico erano utili per la coltivazione della salute fisica e spirituale virile, inclusa la buona morale.

Nel 1866, una British National Olympian Association tenne i suoi primi Giochi Olimpici a Londra e l’anno successivo a Birmingham. Nella stessa Grecia le seconde Olimpiadi non si sarebbero svolte fino al 1870. Prima di morire nel 1865, Zappas lasciò tutta la sua fortuna alle moderne Olimpiadi greche. All’edizione del 1870  seguì quella del 1859, con gare agrarie e industriali.

Per le gare sportive, gli atleti greci provenivano dalla Grecia – e da tutto l’Impero Ottomano, Creta, Cipro, Asia Minore – completamente imbevuti di nazionalismo pan-ellenistico. Il loro allenatore era, non a caso, un insegnante tedesco. Molti dei vincitori erano uomini greci della classe operaia, cosa che fece infuriare i greci elitari che cercavano di istituire l’educazione fisica nelle scuole greche per la coltivazione di un’élite atletica.

Durante le successive Olimpiadi greche, nel 1875, gareggiarono solo studenti universitari. I Giochi furono un fiasco. La quarta Olimpiade di Atene si tenne nel 1888, e per l’occasione venne costruito un nuovo edificio chiamato Zappeion in onore di Zappas, la cui testa fu staccata dal corpo, sepolto in Romania, e portata per essere sepolta nel sito di Atene, dov’è tutt’ora

Questi Giochi non includevano alcuna competizione atletica.

Educazione fisica

L’ossessione per la muscolosità atletica maschile faceva già parte dell’educazione tedesca e inglese nel XIX secolo, tanto che molti attribuirono la vittoria tedesca sulla Francia nella guerra del 1871 alla presunta muscolosità dei soldati prussiani e alla debolezza fisica dei francesi.

 La debolezza fisica era associata alla degenerazione nazionale, una nozione che stava acquisendo sempre più valore scientifico

La debolezza fisica era associata alla degenerazione nazionale, una nozione che stava acquisendo sempre più valore scientifico. Come spiega Young nel suo libro, lo stesso Brookes scrisse un articolo nel 1888 sulle conseguenze della negligenza della Francia nei confronti dell’educazione fisica rispetto alla muscolosità tedesca.

Questo tema sarebbe stato ripreso da un francese, Pierre de Coubertin, che divenne ossessionato dalla sconfitta della Francia nel 1871. Influenzato da Brookes, de Coubertin annunciò il suo progetto di una competizione internazionale in occasione di una ripresa dei Giochi Olimpici nel novembre 1892, anche al servizio della causa della “pace” tra le nazioni.

Inviò lettere in tutta Europa e nelle sue colonie, compresa la Nuova Zelanda, per tenere il “Congresso internazionale di Parigi per la rifondazione dei Giochi olimpici”, nel giugno 1894. Per de Coubertin, come per Brookes, le Olimpiadi erano  un eredità europea, anzi mondiale, e non dovevano essere lasciate ai greci moderni.

La prima sede per i previsti Giochi Olimpici internazionali del 1896 doveva essere Londra, ma de Coubertin insistette per Atene. Per l’occasione fu costruito uno stadio olimpico, finanziato con una donazione del ricco mercante George Averoff, valacco della stessa regione albanese di Zappas che viveva e lavorava in Egitto.

Il numero di partecipanti alle Olimpiadi di Atene del 1896 fu di 280 atleti maschi, provenienti da nove paesi europei – Gran Bretagna, Germania, Francia, Svezia, Bulgaria, Danimarca, Italia, Austria-Ungheria, Svizzera – e tre colonie europee – Stati Uniti , Cile e Australia.

I medagliati d’oro Mutaz Essa Barshim e Gianmarco Tamberi festeggiano dopo aver vinto la gara di salto in alto maschile a Tokyo (AFP)

I Giochi si aprirono il lunedì di Pasqua del 25 marzo 1896, giorno dell’Indipendenza (come voleva Zappas) secondo il calendario greco. Cristo, l’antica Grecia e i Giochi Olimpici vennero risuscitati in successione. Fermo restando il carattere europeo bianco dei Giochi, lo sfarzo e le celebrazioni nazionaliste greche segnarono i festeggiamenti di apertura, con re Giorgio di Grecia, danese, che aprì i Giochi con una dichiarazione di appropriazione nazionale: “Lunga vita alla nazione! Viva il popolo greco!”

L’eredità greca

Le Olimpiadi non tornarono di nuovo ad Atene fino al 2004. Nel frattempo, erano state istituzionalizzate come eredità nazionale greca maschile (tutti gli atleti all’epoca erano uomini) e, soprattutto, come eredità europea maschile bianca in tutta Europa e nelle sue colonie.

 Anche i sionisti, che in Palestina volevano trasformare gli ebrei europei in coloni bianchi, adottarono come principio il culto del corpo maschile

Anche i sionisti, che in Palestina cercavano di trasformare gli ebrei europei in coloni bianchi, adottarono come principio il culto del corpo maschile. Già nel 1898, al secondo congresso sionista, il leader sionista Max Nordau istituì società sioniste di ginnastica e circoli di ginnastica per rigenerare i corpi di ebrei maschi “degenerati” in preparazione alla colonizzazione della Palestina.

Nordau dichiarò che “tutto ciò che ci manca sono i muscoli, e questi possono essere sviluppati con l’esercizio fisico … più gli ebrei ottengono risultati nei vari rami dello sport, maggiore sarà la loro fiducia e il loro rispetto in sè stessi”.

Due mesi dopo che Nordau aveva proposto un “ebraismo muscolare”, un’eco del “cristianesimo muscolare”, i club di ginnastica Bar Kochba furono fondati a Berlino e poco dopo in tutta Europa. Nel 1903, al quarto congresso sionista, furono posti  i piani per fondare l’unione dei circoli ginnici ebraici  unificando tutti questi club, unione che divenne nota come Unione Maccabi. Nordau era l’acclamato autore del libro del 1891 “Degenerazione” in cui esprimeva la sua preoccupazione per la degenerazione fisica ebraica.

Diritto europeo

Nel 1921, l’idea di una “Olimpiade ebraica” razzialmente separatista fu proposta dal colono ebreo Joseph Yekutieli, nato in Bielorussia, arrivato in Palestina nel 1909 con la sua famiglia per colonizzarla, e la proposta fu approvata dal CIO, così come dalla riunione del Congresso mondiale del Maccabi in Cecoslovacchia, nel 1929.

La prima “Maccabiah” si tenne in Palestina nel 1932, nella colonia ebraica razzialmente separatista di Tel Aviv, con 500 atleti ebrei provenienti da 23 paesi. I coloni ebrei portarono avanti il ​​loro sistema di apartheid in modo rigoroso come fa oggi Israele. Nel 1933, i coloni formarono un Comitato Olimpico Nazionale per rappresentare solo gli ebrei ed escludere i palestinesi indigeni, ma non parteciparono alle Olimpiadi fino al 1952, dopo la fondazione di Israele.

Nel 1994, Israele  divenne opportunamente membro dei Comitati Olimpici Europei.

Alle Olimpiadi di Tokyo, Israele e Grecia hanno entrambi vinto non più di quattro medaglie ciascuna.

Con poche eccezioni importanti, gli europei e le loro colonie offshore continuano ad accumulare la maggior parte di medaglie olimpiche, sebbene la Cina sia diventata un minaccioso contendente non europeo, suscitando la gelosia assoluta e il risentimento del New York Times, che ha lanciato invettive contro  i risultati olimpici della Cina, un’invidia che ha largamente superato quella fino ad ora riservata ai successi sovietici.

Ciò che continua a mobilitare tali sentimenti è l’appropriazione suprematista europea bianca degli antichi greci come un diritto europeo esclusivo, che può essere impartito ma certamente non fatto proprio dal mondo non europeo.

Le opinioni espresse in questo articolo appartengono all’autore e non riflettono necessariamente la politica editoriale di Middle East Eye.

Joseph Massad è professore di politica araba moderna e storia intellettuale alla Columbia University di New York. È autore di numerosi libri e articoli accademici e giornalistici. I suoi libri includono “Colonial Effects: The Making of National Identity in Jordan”, “Desiring Arabs, The Persistence of the Palestine Question: Essays on Zionism and the Palestines” e, più recentemente, “Islam in Liberalism”. I suoi libri e articoli sono stati tradotti in una dozzina di lingue.

 

Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” – Invictapalestina.org