Il 30 settembre, il Canada ha celebrato la sua prima Giornata Nazionale per la Verità e la Riconciliazione, che onora i bambini, i sopravvissuti, le famiglie e le comunità colpite dalle scuole residenziali.
Fonte: english version
Di Avik Jain Chatlani – 5 ottobre 2021
Dal 1894 al 1997, più di 150.000 bambini indigeni sono stati collocati con la forza in questi collegi. I governi federale e provinciale hanno fornito edifici, manutenzione e sovvenzioni a queste strutture, mentre la Chiesa Cattolica le gestiva.
Tubercolosi, percosse e stupri erano all’ordine del giorno. Le lingue indigene erano proibite e l’istruzione era religiosa. I programmi educativi erano pietosi: quasi nessuna letteratura, scienze o abilità pratiche venivano insegnate.
Nel 1883, mentre guidava il governo nella creazione del sistema scolastico residenziale, John A. Macdonald, il primo Primo Ministro canadese, dichiarò in Parlamento quanto segue :
“Quando la scuola è nella riserva, il bambino vive con i suoi genitori, che sono selvaggi; è circondato da selvaggi, e sebbene possa imparare a leggere e scrivere, le sue abitudini, la sua formazione e il modo di pensare sono indiani. È semplicemente un selvaggio che sa leggere e scrivere. Sono stato fortemente pressato, in quanto capo del Dipartimento, sul fatto che i bambini indiani dovrebbero essere sottratti il più possibile all’influenza dei genitori, e l’unico modo per farlo sarebbe metterli in scuole residenziali di educazione basilare dove potranno acquisire le abitudini e le modalità di pensiero degli uomini bianchi”.
Durante questo periodo di oltre 100 anni, il governo canadese e la Chiesa Cattolica si sono impegnati in atti di Genocidio . La Polizia Reale Canadese assunse un ruolo di primo piano nel costringere le famiglie a rinunciare ai propri figli. Si stima che in questi istituti siano morti fino a 30.000 bambini. Molti dei loro corpi sono stati scoperti in fosse comuni all’inizio di quest’anno.
Pierre Trudeau è stato Ministro della Giustizia dal 1967 al 1968 e Primo Ministro dal 1968 al 1979 e dal 1980 al 1984. Durante il suo mandato, in collaborazione con diversi governi provinciali, sono state attuate una serie di politiche che hanno consentito alle autorità di assistenza all’infanzia di allontanare i bambini indigeni dalle loro famiglie e comunità e metterli nelle case dei bianchi.
Circa 20.000 bambini indigeni furono portati via dalle loro famiglie e adottati dalle famiglie della classe media bianca durante gli anni ’60. Altre migliaia sono morte durante il mandato di Pierre Trudeau.
Durante la prima Giornata Nazionale per la Verità e la Riconciliazione, il figlio di Pierre Trudeau, Justin Trudeau, che è appena stato rieletto il mese scorso, ha disertato gli incontri con i sopravvissuti delle scuole residenziali per volare in un resort di lusso a Tofino, nella Columbia Britannica, dove si è recato in spiaggia.
Questa insensibilità non è rara in Canada. L’anno scorso, Erin O’Toole, capo del Partito Conservatore Canadese e leader dell’opposizione ufficiale, ha affermato falsamente che le scuole residenziali avevano lo scopo di “fornire istruzione”. E, il 30 settembre, i bar di Ottawa erano pieni, non c’era stata molta riflessione durante questa ricorrenza nazionale.
La verità e la riconciliazione in Canada sono state una sfida anche per coloro che difendono regolarmente la pulizia etnica in altre parti del mondo. Il 30 settembre il Il Centro per Israele e gli Affari Ebraici (Centre for Israel and Jewish Affairs – CIJA), il principale gruppo di lobby israeliano in Canada, B’nai Brith Canada (“figli dell’alleanza” una loggia ebraica nata nel 1843) e l’Ambasciata di Israele a Ottawa hanno tutti rilasciato dichiarazioni di solidarietà che hanno omesso la parola “indigeno”. Riconoscere direttamente i popoli indigeni minerebbe la propaganda che i sostenitori di Israele dispensano dal 1948, che mira a cancellare i diritti dei palestinesi nativi sfollati.
Questi tre gruppi, che trascorrono la maggior parte del loro tempo e ampie risorse diffamando giovani studenti che difendono la Palestina nei plessi universitari, hanno strumentalizzato la ricorrenza della scorsa settimana per fingere solidarietà per le vittime delle politiche razziste canadesi. Mentre i lobbisti israeliani diventano sempre più disperati, non sorprende che stiano cercando di attaccarsi spudoratamente a qualsiasi evento che distolga l’attenzione dallo Stato di apartheid che rappresentano. Con solo il 17% dei giovani canadesi che vedono il governo israeliano sotto una luce positiva, non dovrebbe passare molto tempo prima che le loro pagine social sempre meno seguite non valgano più la pena di essere mantenute.
È sconcertante che i sostenitori canadesi di Israele si siano presi la briga di dire qualcosa sul Giorno della Verità e della Riconciliazione. Il sistema scolastico residenziale aveva caratteristiche simili all’apartheid sudafricano, un modello chiave per il progetto coloniale israeliano. Nel suo libro, Ambiguous Champion, la storica dell’Università Carleton di Ottawa Linda Freeman ha documentato questi legami:
“I funzionari sudafricani venivano regolarmente in Canada per esaminare le riserve destinate alle Prime Nazioni, seguendo colleghi che avevano studiato le scuole residenziali agli inizi del secolo”.
Il governo israeliano imita i metodi segregazionisti che il governo canadese ha applicato per più di un secolo dopo la Confederazione. Le forze di occupazione israeliane separano regolarmente i bambini dalle loro famiglie, tenendoli in condizioni orribili. Il Ministero dell’Istruzione israeliano cancella la storia palestinese e la lingua araba nelle scuole. La terra viene rubata, vengono creati ghetti e il trauma viene tramandato di generazione in generazione. I paralleli tra il genocidio culturale in Canada e la Palestina occupata sono evidenti.
Le pratiche che hanno avuto luogo in Canada per così tanto tempo, come le pratiche che continuano nella Palestina occupata, sono rappresentazioni dei peggiori comportamenti della storia: il mancato riconoscimento dell’umanità degli altri. L’insistenza sul fatto che i bambini devono obbedire al loro occupante. La politica della forza per brutalizzare le persone e la loro cultura.
Il Canada afferma di essere impegnato nella riconciliazione, ma migliaia di indigeni non hanno accesso all’acqua pulita in un paese del G-7. Un cittadino indigeno su 15 vive per le strade delle nostre città. Il 30% dei detenuti canadesi sono indigeni. Questo è ciò che un’eredità di abusi istituzionalizzati fa a un popolo. E, mentre il Primo Ministro del Canada usa la retorica della riconciliazione per ottenere voti dai progressisti, il suo governo vende armi e tecnologia per sostenere un progetto coloniale nella Palestina occupata. Tutti i partiti politici canadesi si rifiutano di riconoscere l’apartheid israeliano; danno pass gratuiti e crediti d’imposta ai gruppi che finanziano la demolizione delle case palestinesi, gruppi che evitano accuratamente la parola “indigeno” quando pubblicano pensieri e preghiere sui bambini assassinati su Twitter.
Ai popoli indigeni di questa terra è stato promesso tanto da Trudeau e dai suoi predecessori. Ma come ci si può fidare del Canada sulle questioni indigene, quando sostiene la pulizia etnica israeliana dei palestinesi? Come possono i canadesi affrontare in modo significativo le questioni della verità e della riconciliazione in patria, quando il loro governo è complice nell’annientare le popolazioni indigene all’estero?
I rappresentanti di Israele in Canada hanno cancellato la parola “indigeni” dalle loro dichiarazioni del 30 settembre nel tentativo di evitare di alludere all’oppressione e allo sterminio sistematici di coloro che sono nativi della Palestina occupata. Hanno cercato di lavarsi le mani dal sangue, cosa che il Canada è sempre stato bravo a fare.
Avik Jain Chatlani è uno scrittore e insegnante canadese.
Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org
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