Anche se non possiamo essere responsabili delle azioni di tutti i nostri clienti, non possiamo nemmeno sottrarci alla responsabilità dell’impatto che hanno sulle persone in tutto il mondo.
Fonte: english version
Di Gabriel Schubiner, ingegnere informatico e ricercatore presso Google e Bathool Syed, content strategist presso Amazon – 13 ottobre 2021
Immagine di copertina: Un ufficiale della polizia di frontiera israeliana osserva da una torre a un posto di blocco vicino alla città di Nablus, in Cisgiordania, il 30 ottobre 2015. Ariel Schalit / File AP
All’inizio della nostra carriera, eravamo entusiasti di contribuire a una tecnologia che avrebbe potuto creare nuovi modi di interagire gli uni con gli altri, con i nostri dispositivi e diffondere informazioni in tutto il mondo. Oggi lavoriamo in due delle più grandi società tecnologiche, Google e Amazon. Ci siamo uniti a queste aziende perché abbiamo visto l’enorme impatto che hanno sulla vita delle persone a livello globale e perché credevamo che lo sviluppo di una tecnologia su tale scala potesse promuovere il bene e unire le persone.
Chiediamo ad Amazon e Google di porre fine ai loro nuovi contratti con il governo e l’esercito israeliani.
Non siamo ingenui riguardo al danno che la tecnologia può generare. Come lavoratori, siamo responsabili dei prodotti che creiamo. Poiché crediamo che ogni persona meriti di vivere con libertà e dignità, chiediamo ad Amazon e Google di porre fine ai loro nuovi contratti con il governo e le forze armate israeliane, che opprimono violentemente milioni di palestinesi.
Ci siamo uniti per la prima volta come lavoratori martedì, attraverso i canali aziendali, per inviare una lettera congiunta chiedendo a Google e Amazon di rispettare i diritti umani dei palestinesi e annullare il Progetto Nimbus, il progetto da 1,2 miliardi di dollari che fornirà servizi cloud al governo israeliano, compresi i militari. I servizi comprendono risorse di archiviazione e computazione, nonché funzionalità che consentono agli utenti di addestrare facilmente una potente intelligenza artificiale.
In base a questi contratti, i nostri servizi cloud aiuteranno a facilitare il controllo e la persecuzione dei palestinesi da parte dell’esercito israeliano, la demolizione di case palestinesi nei territori palestinesi occupati e gli attacchi a Gaza che in passato hanno colpito obiettivi civili come gli ospedali. Oltre alle forze armate, Project Nimbus fornirà anche i nostri servizi cloud all’Israel Land Authority, un’agenzia che consente la continua espansione di Israele degli insediamenti illegali in violazione del diritto internazionale e della politica degli Stati Uniti.
Questa storica campagna segue gli sforzi separati dei nostri colleghi dipendenti che hanno esortato i nostri rispettivi datori di lavoro a sostenere i diritti dei palestinesi e a porre fine ai loro legami con l’esercito israeliano durante l’ondata di violenza dello scorso maggio, che ha ucciso almeno 230 palestinesi nella Gaza assediata, tra cui 65 bambini. Secondo i nostri dati, quasi 1.000 firmatari anonimi di Amazon e più di 600 di Google hanno aderito a questa chiamata.
Il Progetto Nimbus
Non è la prima volta che Amazon e Google collaborano con istituzioni violente e dannose. In risposta a un contratto con l’Immigration and Customs Enforcement degli Stati Uniti, che sorveglia e ingabbia sistematicamente i migranti privi di documenti, i lavoratori di Amazon hanno lanciato “We Won’t Build It”, che ha invitato Amazon a porre fine ai suoi investimenti nella tecnologia di riconoscimento facciale che consente abusi verso persone emarginate. Quando Google ha firmato Project Maven, un contratto per migliorare la tecnologia dei droni per l’esercito degli Stati Uniti, i lavoratori di Google hanno fatto pressione sulla società per rescindere il contratto e istituire una politica che si impegnasse a un uso etico dell’intelligenza artificiale.
I contratti del Progetto Nimbus sono stati progettati per lasciare alle nostre aziende uno scarso controllo su come verrà utilizzata la nostra tecnologia. I contratti garantiscono la continuità del servizio anche nel caso in cui una delle due società voglia rescindere il contratto per protesta dei dipendenti e specifica che le società non possono rifiutare il servizio a nessun ramo del governo israeliano, compreso quello militare. Nonostante l’enorme impatto e i danni che questi contratti potrebbero avere, i loro dettagli non sono disponibili pubblicamente o per i lavoratori quindi, in modo preoccupante, limitano il controllo da parte delle organizzazioni per i diritti umani e dei dipendenti.
Inoltre, Project Nimbus è in diretta opposizione all’impegno dichiarato di Google per l’intelligenza artificiale etica e ai principi di leadership di Amazon. Google afferma di apprezzare la responsabilità e la sicurezza e afferma che le aziende “possono fare soldi senza fare del male”. Amazon afferma che dobbiamo “fare meglio, migliorare ed essere migliori” per il mondo in generale. Siamo d’accordo. Vogliamo lavorare per aziende che non si limitano a sostenere formalmente pratiche commerciali etiche.
Invece, le nostre aziende hanno firmato contratti che sapevano sarebbero stati molto controversi, ma rinunciano alla loro capacità di far rispettare i propri principi dichiarati pubblicamente, mentre tentano di ignorare la nostra opinione su come viene utilizzato il nostro lavoro. A causa di quanto la tecnologia è interconnessa, i dipendenti che non sono coinvolti nella creazione di servizi cloud vedranno comunque il loro lavoro contribuire inconsapevolmente a queste azioni oppressive. Lo vediamo come un tradimento della loro forza lavoro, dei loro valori e dei loro utenti.
Le grandi società tecnologiche hanno già risposto alle preoccupazioni sui diritti umani e possono farlo di nuovo. Nel 2019, Google pose fine a Project Dragonfly, un motore di ricerca censurato in Cina, e nel 2018 si ritirò dal Project Maven del Pentagono. Gli stessi principi dovrebbero applicarsi ai contratti Project Nimbus e a tutti i contratti futuri in base alle loro conseguenze nel mondo reale. Dal momento che non siamo in grado di garantire che la tecnologia che costruiamo non sarà utilizzata per commettere violazioni dei diritti umani contro i palestinesi, cancellare completamente i contratti è l’unica opzione etica rimasta per le nostre aziende.
Sempre più i lavoratori tecnologici si preoccupano di come la tecnologia possa danneggiare le comunità. Anche se non possiamo essere responsabili delle azioni di tutti i nostri clienti, non possiamo nemmeno sottrarci alla responsabilità dell’impatto sulle persone in tutto il mondo quando vendiamo servizi a organizzazioni che detengono il potere di vita o di morte sui nostri utenti.
Il nostro lavoro ha conseguenze nella vita reale, sia buone che cattive. Quando ci uniamo, possiamo esigere che i fornitori di tecnologia che influenzano così fortemente le nostre vite si attengano ai principi di trasparenza, responsabilità e responsabilità etica. Le nostre aziende possono scegliere di impegnarsi completamente nell’utilizzo della tecnologia laddove ha un impatto positivo; così facendo, possiamo costruire un mondo che si allinei meglio con i valori fondamentali di libertà e dignità, fondamentali per creare un mondo più giusto ed equo per tutti noi.
Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” – Invictapalestina.org