La Spada e il Libro: Come il sionismo usa violenza alla tradizione ebraica

Glorificare la guerra e la violenza è, come lo stesso sionismo, una maledizione per la fede ebraica.

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Di Miko Peled – 27 ottobre 2021

Immagine di copertina: Gli israeliani sventolano le bandiere nazionali durante una parata del Jerusalem Day, a Gerusalemme, il 10 maggio 2021. Credito: Ariel Schalit | AP

GERUSALEMME — Nel suo ampio trattato sul tema del giudaismo contro il sionismo, il Rabbino Yaakov Shapiro scrive: “Lo stile di vita ebraico è incompatibile con la Spada (il terrorismo sacro di Israele)”. La violenza e la guerra sono disapprovate nell’ebraismo, che è una delle ragioni per cui gli ebrei tradizionali e ortodossi prendono ampiamente le distanze dal sionismo, se non lo rifiutano completamente. Spiega anche perché i giovani uomini e donne ultra ortodossi si rifiutano di servire nell’esercito israeliano, e di fatto preferiscono andare in prigione.

Un avviso nel quartiere ultra ortodosso di Me’a Sha’arim.

La violenza e la brutalità con cui lo Stato di Israele si è comportato sin dalla sua costituzione dimostra che è uno Stato che ha un’insaziabile brama di guerra. Poiché la falsa affermazione di Israele di essere lo Stato del popolo ebraico è stata ampiamente accettata, si può erroneamente presumere che la violenza e il razzismo che sono così parte integrante di Israele siano in qualche modo un riflesso del popolo ebraico e della religione ebraica. Questo, tuttavia, non potrebbe essere più lontano dalla realtà.

Il Rabbino Shapiro scrive: “Non abbiamo mai glorificato la guerra o i guerrieri come hanno fatto le altre nazioni. Le uniche persone da noi glorificate sono i nostri studiosi della Torah”. E anche se gli ebrei hanno siti che considerano santi, “gli ebrei non hanno mai commemorato come simbolo nazionale il luogo di una battaglia storica”, né gli ebrei commemorano battaglie o vittorie come festività o ricorrenze.

Hanukkah

Una festa ebraica che è fraintesa e completamente travisata dai sionisti è Hanukkah. I sionisti affermano che è una celebrazione di una vittoria militare degli ebrei contro i loro oppressori greci. Tuttavia, dice il Rabbino Shapiro, questa è un’interpretazione laico-sionista di una festa religiosa.

La festa di Hanukkah è la celebrazione di un miracolo in cui l’olio per la lampada per illuminare il tempio di Gerusalemme è durato più a lungo di quanto altrimenti sarebbe stato naturalmente. In effetti, il Rabbino Shapiro ci dice che anche Maimonide, che è probabilmente il più grande studioso ebreo che sia mai vissuto, commentò questo problema e affermò che celebrare Hanukkah come una vittoria militare sarebbe contrario alla Torah “perché la Torah celebra la pace sopra ogni altra cosa”.

Per dimostrare come Hannukah sia stato travisato, il Rabbino Shapiro cita figure sioniste come il poeta Chaim Nachman Bialik, l’autore Leon Uris e persino lo stesso Theodor Hertzl. Hanno creato e perpetuato il mito che i Macabei combattessero per i diritti nazionali e l’autodeterminazione. Questa, secondo il Rabbino Shapiro, “è un’interpretazione violenta e sionista”. “La guerra nella storia di Hanukkah non è nemmeno menzionata nel Talmud”, ha sottolineato il Rabbino Shapiro quando gli ho chiesto di questo.

Il Rabbino Shapiro cita il Rabbino Shimon Shwab (1908-1995), un rabbino antisionista tedesco che servì come rabbino capo degli ebrei di Washington Heights (un quartiere nella parte settentrionale del distretto di Manhattan a New York). Riguardo ad Hanukkah, ha detto: “I Maccabei non hanno combattuto per gli ebrei, hanno combattuto per la Torah; darebbero la vita per rimanere ebrei. Per dimostrare che preferiscono morire piuttosto che non poter adorare”. Il Rabbino Shwab disse inoltre: “Beis ha mikdash (il Tempio) non vale una vita. Non siamo andati in guerra per questo, ma perché hanno cercato di renderci non ebrei”.

La Spada e il Libro

Il concetto del Libro contro la Spada è centrale per il giudaismo. L’ebraismo è una religione che esige dai suoi seguaci che osservino il Libro e non la Spada. Questo risale al Libro della Genesi, dove il Patriarca Yitzhak ha due figli, i gemelli Ya’akov ed Esav. Ciascuno dei suoi figli rappresenta una di queste due qualità. Ya’akov, che eredita dal padre e diventa il terzo patriarca, rappresenta lo studioso fedele alla Torah. Il secondo figlio, Esav, rappresenta il guerriero. La Torah parla della “voce di Ya’akov e delle mani di Esav”. Più tardi nella storia ebraica questi termini furono conosciuti come Safra, in aramaico per la parola “Libro”, e Saifa, in aramaico per la parola “Spada”. I due sono incompatibili e saranno per sempre in contrasto tra loro.

Per illustrare ulteriormente questo caso, il Rabbino Shapiro porta una storia dalla Gemara, uno dei numerosi elementi che compongono il Talmud, che è la raccolta di opere che costituisce la vita, la legge e l’apprendimento ebraici. In questa storia, Eleazar Ben Perata era un rabbino che visse in Palestina durante il secondo secolo d.C., quando il paese era governato dai romani. I romani, che secondo la storia resero illegale lo studio della Torah, lo accusarono di attacco armato e di studio della Torah. Quando è stato portato davanti al giudice ha affermato: “Posso essere colpevole di Safra (studiare il Libro o la Torah) o Saifa (tenere la Spada) ma non di entrambi”.

Resistenza alla mentalità guerriera sionista

La resistenza al sionismo degli ebrei della Torah è in gran parte dovuta alla versione guerriera di un ebreo inventata dai sionisti. I primi sionisti, e in larga misura i sionisti di oggi, disprezzano gli ebrei tradizionali e ultraortodossi. Il sionismo come movimento voleva porre fine all’esistenza di quelli che chiamavano “gli ebrei della diaspora”, che erano caratterizzati dalla loro devozione alla loro fede e allo studio della Torah. A tal fine, i sionisti hanno inventato un “nuovo ebreo”, che secondo il Rabbino Shapiro è una “antitesi all’ebraismo”.

Uno striscione nella via principale del quartiere Me’a Sha’arim di Gerusalemme.

Gli ebrei stimano lo studioso della Torah sopra ogni altra cosa, mentre il “nuovo ebreo” sionista considera il guerriero come l’epitome dell’esistenza ebraica. I bambini ultraortodossi imparano a conoscere la vita e gli insegnamenti di grandi rabbini e studiosi della Torah, mentre i bambini israeliani nelle scuole sioniste imparano a conoscere generali e politici, molti dei quali hanno una storia di crimini di guerra. Questo è precisamente il motivo per cui gli ebrei religiosi devoti non permettono ai loro figli di studiare nelle scuole sioniste, ne peraltro servire nell’esercito sionista.

Quello che forse è uno dei passaggi più profondi e rivelatori rispetto a come l’ebraismo vede la guerra e il guerriero è la seguente citazione tratta da un libro di commenti del defunto Rabbino Samson Raphael Hirsch, uno studioso molto apprezzato e un rabbino ortodosso che visse in Germania nel 19° secolo:

“Finché gli annali dell’umanità attribuiranno gloria agli eroi della Spada; finché coloro che soffocano e uccidono la felicità dell’umanità non saranno sepolti nell’oblio, le generazioni successive guarderanno con ammirazione a quegli infami uomini forti, e la loro memoria risveglierà il desiderio di emularli in atti di violenza e gloria”.

Un libro di commenti del defunto Rabbino Samson Raphael Hirsch.

Nel corso della sua breve e violenta storia, Israele ha glorificato la violenza e gli autori della violenza sopra ogni altra cosa. Ogni altra strada nelle città che i sionisti hanno costruito, e anche in quelle che hanno occupato, porta il nome di un generale dell’esercito israeliano, di un’unità militare o di un politico sionista.

Tuttavia, come abbiamo stabilito qui, glorificare la guerra e la violenza è, come lo stesso sionismo, una maledizione per la fede ebraica.

Miko Peled è uno scrittore e attivista per i diritti umani, nato a Gerusalemme. E’ autore di “The General’s Son. Journey of an Israeli in Palestine” e “Injustice, the Story of the Holy Land Foundation Five”.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org