Ricordi della Prima Intifada di una sarta palestinese

La Prima Intifada fu una serie prolungata di proteste contro l’occupazione israeliana scoppiate in Cisgiordania e a Gaza l’8 dicembre 1987. Durò fino alla Conferenza di Madrid nel 1991, che portò all’Accordo di Oslo del 1993 e all’istituzione dell’Autorità Palestinese.

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MEMO – 7 dicembre 2021

Immagine di copertina: Palestinesi passano davanti a un murale che segna il 33° anniversario della Prima Intifada a Gaza City l’8 dicembre 2020 [Mahmoud Ajjour/ApaImages]

Seduta dietro la macchina da cucire nella sua casa situata alla periferia del villaggio di Saffa, 16 chilometri a ovest di Ramallah, Hanan Karajeh, 55 anni, ricorda gli eventi che 34 anni fa scossero la regione durante la prima intifada palestinese.

Parlando con l’Agenzia Anadolu dell’anniversario dell’inizio della Prima Intifada, che si celebra l’8 dicembre, Karajeh dice che allora cuciva segretamente bandiere palestinesi per i giovani che protestavano.

“Avere bandiere palestinesi in quel momento era un grosso problema. Per l’esercito israeliano era come avere una bomba e agivano in modo molto aggressivo contro chiunque ne possedesse una”, dice.

La Prima Intifada fu una serie prolungata di proteste contro l’occupazione israeliana scoppiate in Cisgiordania e a Gaza l’8 dicembre 1987. Durò fino alla Conferenza di Madrid nel 1991, che portò all’Accordo di Oslo del 1993 e all’istituzione dell’Autorità Palestinese.

Secondo B’Tselem – il Centro di informazione israeliano per i diritti umani nei territori occupati – ben 812 palestinesi, tra cui 178 minori, furono uccisi durante le proteste che durarono quasi tre anni. Israele perse 20 civili e 14 soldati.

Più di 500.000 palestinesi parteciparono alla Prima Intifada, durante la quale le forze israeliane arrestarono anche 3.000 donne.

Karajeh ricorda come i soldati israeliani attaccarono suo fratello ,che allora aveva 18 anni, e come gli ruppero  le ossa con pietre e pistole, prima di arrestarlo.

“Gli israeliani adottarono la politica di spezzare le ossa dei manifestanti durante la Prima Intifada”, dice

La prima intifada – Cartone animato [Sabaaneh/MiddleEastMonitor]
Allora giovane di 21 anni che aveva imparato a cucire, Karajeh riceveva i giovani di notte per dare loro le bandiere da lei fabbricate.

“Una mattina, gli abitanti del villaggio si svegliarono e trovarono una grande bandiera issata nella piazza del villaggio. Continuarono a chiedersi per molti anni da dove fosse venuta”.

Oltre a fabbricare bandiere per i manifestanti, partecipava anche alle proteste nei villaggi, insieme ai suoi tre figli.

“La loro infanzia è ricca di episodi coraggiosi. Sono testimoni di quando l’esercito prese d’assalto la nostra casa e picchiò noi, i loro zii e il loro padre”, ha aggiunto.

Karajeh insegnò a cucire ad altre donne del villaggio per permettere loro di guadagnarsi da vivere.

Ricordando che la sfida più grande era quella di consentire ai bambini di continuare a studiare, ricorda come le donne avessero svolto un ruolo fondamentale nell’istruzione dei bambini quando gli israeliani chiusero tutte le scuole e le università.

” Durante i giorni del blocco militare nel nostro villaggio organizzammo l’insegnamento e scambi di esperienze nel cucito, nell’agricoltura, nel mondo accademico e in molte altre abilità produttive “.

La casa di Karajeh si trovava vicino a un posto di osservazione, cosa che rendeva la sua attività più pericolosa. Durante le manifestazioni prestava anche i primi soccorsi ai giovani feriti.

“Un giorno, durante le manifestazioni vicino a casa mia, un aereo militare lanciò pietre avvelenate sulla folla. Ricordo ancora il momento in cui evacuai da casa mia una persona che aveva perso conoscenza. Era morta”.

 

Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” -Invictapalestina.org