Si dice che la Stella Cometa, che aveva guidato i Re Magi fino a Betlemme, quando vide il Bambino Gesù nella mangiatoia, si posò sulla grotta e decise che da quella notte non avrebbe più lasciato la Terra.
Chi pensa che le erbe selvatiche non abbiano un nome, sbaglia di grosso, e chi pensa che ne abbiano uno, sbaglia un pochino. Perché? Perché tutte le erbe e i fiori selvatici non hanno un nome solo; ne hanno uno scientifico e tanti altri, detti ‘volgari’, che sono nomi locali, spesso dialettali, che variano da regione a regione o da zona a zona.
Tante sono anche le leggende che legano erbe e fiori ai loro nomi volgari, alcune antichissime, come per esempio quella legata all’ornitogalo. Il nome scientifico di questa erba è Ornithogalum umbellatum e, in giro per l’Italia, è conosciuta con diversi nomi: a Brescia, per esempio, la chiamano ‘fiore della Madonna’, a Pavia ‘cipollina del lupo’, in Romagna e Toscana ‘latte di gallina’, in Sicilia ‘giglio di Sant’Antonio’, e chissà con quanti altri nomi ancora è conosciuta in altre terre e campagne. Ma forse il suo nome più bello è quello che le hanno dato in Palestina: Stella di Betlemme. Un po’ per la forma del suo fiorellino dai petali bianchi con gli stami d’oro, che lo fanno assomigliare ad una piccola stella, e un po’ per un’antica leggenda che si tramanda da secoli in quei luoghi.
Si dice che la Stella Cometa, che aveva guidato i Re Magi fino a Betlemme, quando vide il Bambino Gesù nella mangiatoia, si posò sulla grotta e decise che da quella notte non avrebbe più lasciato la Terra. Di tornare lassù, in cielo, con le altre sue compagne stelle non ne voleva proprio sapere, ma il Creatore, convinto che si trattasse solo di un capriccio stravagante e passeggero, non volle darle il suo consenso e continuò a insistere perché si rimettesse in viaggio e tornasse su nei cieli. Perché quello era il suo posto!
Passarono i giorni, passarono le notti, ma la Cometa, anche se non sapeva più cosa inventare per convincere l’Onnipotente, non si staccava da lì. Intervenne allora l’Arcangelo Michele che aveva seguito tutta la vicenda; impressionato dalla tenacia della Stella Cometa e certo del suo affettuoso attaccamento al Bambino, decise di mettere una buona parola per lei presso il Creatore e alla fine riuscì a convincerlo a cedere. E la Cometa, per potersi adattare all’ambiente terrestre e ai suoi esseri viventi, si trasformò in un fiore. Conservò però la sua forma di stella e da quel giorno, ad ogni primavera, noi la possiamo incontrare un po’ ovunque, nei prati e lungo i bordi delle stradine di campagna.
La leggenda è libera rielaborazione dell’autrice di un testo tratto da un articolo di Patrizia Cecconi apparso il 19/05/2014 su NENA News (Agenzia Stampa Vicino Oriente)
L’orto di città, la luna e la gallina ed. Anicia 18 euro
Informazioni aggiuntive
Peso | 0.3 kg |
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Dimensioni | 19 × 25 cm |
Formato: | illustrato, rilegato con bandelle |
Pagine: | 88 |
Anno di pubblicazione: | 2021 |
Collana | Pane nero e luna piena |
Illustrazioni di: | Simonetta Lambertini |