*ISRAELE, BOLDRINI (PD) AD AMBASCIATA: “AUDIZIONE ONG PALESTINESI PIENAMENTE LEGITTIMA”*
20 dicembre 2021
“In una sua nota resa pubblica oggi, l’Ambasciata israeliana contesta la legittimità dell’audizione svolta ieri preso il Comitato sui diritti umani nel mondo, di due delle sei ong palestinesi accusate di terrorismo da parte del governo israeliano, e cioè Al-Haq e Addameer. Premesso che il Comitato, organismo interno alla Commissione Affari Esteri, nell’ambito della sua indagine conoscitiva ascolta la voce di decine di organizzazioni e personalità per raccogliere informazioni e opinioni, senza doverli necessariamente per questo condividerle, considero le affermazioni contenute nella nota dell’Ambasciata del tutto inesatte e improprie.
Nella nota si sostiene che le due ong fanno parte dell’organizzazione terroristica Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina, cosa non vera essendo due associazioni politicamente del tutto autonome e indipendenti che il governo israeliano ha accusato di terrorismo senza fornire però, a detta di molti osservatori e istituzioni internazionali, documentazione sufficiente a supporto di questa accusa. E’ un fatto, come ho ricordato ieri introducendo i lavori del Comitato, che la decisione assunta dal Governo israeliano ha sollevato le critiche non solo di diverse organizzazioni per la difesa dei diritti umani – come Amnesty International e Human Rights Watch -, ma anche di alcuni Governi – Italia, Francia, Regno Unito, e dello stesso Dipartimento di Stato USA – e di rappresentanti delle organizzazioni internazionali.
L’Alto Rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune dell’UE, Josep Borrell, ha dichiarato che le 6 organizzazioni incriminate sono inserite nei programmi di finanziamento dell’Unione europea e che, ad oggi, il Governo di Israele non avrebbe ancora fornito alcun tipo di risposta convincente circa l’operato di matrice terroristica delle ONG. Da parte sua, l’Alta Commissaria per i diritti umani delle Nazioni Unite, Michelle Bachelet, ha definito tale accusa una violazione delle libertà di associazione, di opinione, di espressione e di partecipazione attiva alla vita pubblica.
Per quanto riguarda il Governo italiano, il 30 novembre scorso, in risposta ad una interrogazione in Commissione, la Viceministra degli esteri Marina Sereni ha espresso la preoccupazione del Governo italiano per la decisione presa dal Ministro della Difesa israeliano e precisato che, «oltre a svolgere una fondamentale opera nei Territori Palestinesi, alcune di queste organizzazioni intrattengono fruttuosi rapporti con le nostre organizzazioni della società civile e con altri Paesi donatori per l’attuazione di importanti progetti di cooperazione.».
La viceministra ha anche precisato che il Governo italiano intende portare avanti un’azione di sensibilizzazione nei confronti delle autorità israeliane affinché vengano fornite prove più circostanziate a sostegno delle gravi accuse mosse alle organizzazioni, poiché le informazioni fornite finora da parte israeliana non appaiono sufficienti. Sulla base di queste considerazioni non si può condividere l’affermazione contenuta nella nota dell’Ambasciata secondo la quale Addameer e Al-Haq siano due comprovate organizzazioni terroristiche.
Quanto al Signor Shawan Jabarin, Direttore Generale di Al-Haq, definito nella nota “terrorista condannato”, si tratta di una persona che vive liberamente a Ramallah e che altrettanto liberamente viaggia per svolgere incontri di natura istituzionale, come ha fatto anche di recente, nelle diverse Capitali europee e non soltanto europee. Se fosse condannato per terrorismo in Israele non godrebbe certamente di questa libertà. In riferimento poi all’accusa rivolta ad Addameer di aver esercitato la legale difesa di un terrorista, ricordo che nel diritto internazionale così come in tutte le Costituzioni dei paesi democratici il diritto alla difesa è un principio inviolabile di tutte le persone, a prescindere dal reato che viene loro contestato.
Ho ritenuto doveroso fare queste precisazioni a prescindere dalla condivisione o meno di quanto affermato ieri dalle persone audite, sui cui interventi si è sviluppato un libero dibattito nel quale si sono confrontate tesi tra loro anche molto diverse, come è normale che sia in una sovrana sede parlamentare”.
Lo scrive sui social Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato della Camera sui diritti umani nel mondo.
La copertina e l’isterismo di un articolo pubblicato sul TEMPO
a sostegno di israele e della sua politica repressiva.
Tenete lontana dalla Farnesina Laura Boldrini. Non sia mai nel futuro aspirasse al ministero degli Esteri, fatele passare ogni velleità. Combina guai anche da ex presidente della Camera riuscendo a scatenare l’ira della rappresentanza di Israele in Italia. In Medio Oriente non è che gli animi siano così tranquilli e ci doveva pensare lei ad incendiare il clima invitando nel comitato che presiede, quello sui diritti umani nel mondo, un paio di personaggi ritenuti non proprio raccomandabili dallo Stato ebraico, che li bolla come terroristi. Per la Boldrini si tratta invece di attivisti per i diritti umani…. Ne sa più lei dei servizi israeliani, evidentemente. L’audizione dei due soggetti – lunedì scorso – ha provocato choc presso l’Ambasciata di Tel Aviv a Roma e probabilmente anche nella stessa Capitale di Israele.
Laura Boldrini non ha trovato di meglio che invitare in videoconferenza i rappresentanti di un paio di quelle organizzazioni palestinesi che vogliono semplicemente che Israele sia messo al bando. Tutto normale dunque, per le nostre relazioni internazionali. Si tratta di Al-Haq e Addameer, bollate dall’ambasciata israeliana di Roma come «parte dell’organizzazione terroristica Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp)». Il che non è esattamente il migliore dei biglietti da visita.