Il percorso della natività inizia nella città israeliana di Nazareth, prima di snodarsi attraverso la Cisgiordania occupata fino a Betlemme.
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Rosie Scammell -21 dicembre 2021
Immagine di copertina: La Chiesa dell’Annunciazione nella città israeliana di Nazareth, da dove Maria e Giuseppe sono partiti verso Betlemme, a sud , per la nascita di Gesù. Rosie Scammell / The National
Più di 2000 anni da quando Maria e Giuseppe compirono l’arduo viaggio da Nazareth a Betlemme, dove i cristiani credono che Gesù sia nato, posti di blocco e divisioni politiche accolgono i pellegrini che ripercorrono i loro passi attraverso Israele e la Cisgiordania occupata.
Il percorso della natività inizia nel centro di Nazareth, dove l’imponente Chiesa dell’Annunciazione veglia sui vicoli del mercato della Città Vecchia. Il sito si trova dove i cristiani credono che un angelo sia apparso a Maria, dicendole che avrebbe dato alla luce il figlio di Dio.
Al di là delle mura della chiesa si trova una vivace città che ora ospita quasi 78.000 persone, in maggioranza arabo-israeliane, molte delle quali si identificano come cittadini palestinesi di Israele.
Sebbene nessuno possa sapere con certezza quale percorso abbiano preso Maria e Giuseppe, è probabile che abbiano seguito un percorso che si snodava a sud attraverso Nablus e Gerusalemme.
Quella che ora è un’autostrada anonima conduce al confine tra Israele e la Cisgiordania, con le auto che rallentano a passo d’uomo mentre si avvicinano al posto di blocco militare di Al Jalama. Gli agricoltori a nord della frontiera approfittano per allestire bancarelle che vendono verdure, mentre a sud i viaggiatori possono acquistare giocattoli e vasi color ocra.
Israele occupò la Cisgiordania, Gerusalemme Est e le alture del Golan nella guerra arabo-israeliana del 1967.
Da allora Israele ha attuato un regime di permessi in Cisgiordania, che determina quali palestinesi hanno il diritto di lasciare il territorio.
Secondo le regole attuali, Mary avrebbe il diritto di visitare i suoi amici a Jenin, nel nord della Cisgiordania, ma non avrebbe alcuna garanzia di ottenere permesso per giungere a Nazareth.
Mentre la strada da Al Jalama conduce direttamente alla città di Jenin, il paesaggio circostante è costellato di villaggi e fattorie.
In un punto sul ciglio della strada si stagliano alcune montagne russe, parte di un resort hotel, mentre oltre una famiglia palestinese partecipa alla raccolta tardiva delle olive.
I viaggiatori che due millenni fa avessero preso la strada più breve a sud di Nazareth, sarebbero passati attraverso Tirzah, una città nominata nella Bibbia. Si crede che un villaggio palestinese che si arrampica su una collina, Far’ah, si trovi nella stessa posizione.
Chiunque prenda la strada oggi, passerebbe attraverso le aree A, B e C, categorie date a diverse parti della Cisgiordania che determinano se sono sotto il controllo israeliani o palestinesi.
Città come Nablus – la prossima tappa del viaggio – sono nominalmente sotto il pieno controllo palestinese.
Famosa tra i turisti per il suo delizioso knafeh da dessert, Nablus è nota ai pellegrini per i suoi importanti siti religiosi.
Tra questi la tomba del patriarca biblico Giuseppe, sacra a cristiani, ebrei, musulmani e samaritani, che negli ultimi anni ha visto scontri tra palestinesi e israeliani.
Accanto al vicino ingresso di Balata, il più grande campo profughi della Cisgiordania, una chiesa ortodossa isolata dietro alte mura segna il sito del pozzo di Giacobbe.
Intorno a Nablus e in tutta la Cisgiordania, gli insediamenti ospitano circa 500.000 israeliani. La loro costruzione è considerata illegale secondo il diritto internazionale, un’accusa che Israele nega.
Se Maria e Giuseppe viaggiassero oggi lungo la Route 60, che si snoda attraverso la Cisgiordania, vedrebbero cartelloni pubblicitari in lingua ebraica che pubblicizzano case nuove di zecca per israeliani.
Prima di raggiungere il muro di separazione ai margini di Betlemme, la coppia avrebbe dovuto attraversare ulteriori posti di blocco per passare attraverso Gerusalemme. Il muro dell’apartheid è stato costruito da Israele nei primi anni 2000, sulla scia della seconda Intifada.
Per raggiungere Betlemme a piedi, i viaggiatori devono attraversare un chekpoint con tornelli ad altezza d’uomo. Dall’altro lato, i tassisti aspettano mentre i venditori vendono frutta e verdura.
L’ultima tappa del viaggio passa lungo il muro ricoperto di graffiti politici, tra cui un asino il cui documento d’identità viene controllato da un soldato israeliano.
Arrivati nel cuore storico di Betlemme, gli albergatori si mettono in fila per accogliere i pellegrini. I negozi espongono sculture religiose in legno d’ulivo, mentre un albero di Natale risplende accanto alla Chiesa della Natività.
Il viaggio di Maria e Giuseppe si conclude a pochi metri di distanza, attraverso una piccola apertura nel muro della chiesa, nella grotta dove i fedeli credono sia nato Gesù.
Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” – Invictapalestina.org