Alieni e Medio Oriente: quattro opere storiche che parlano di extraterrestri

Per migliaia di anni la possibilità che ci fosse vita al di fuori della Terra ha incuriosito gli esseri umani. Gli scrittori del Medio Oriente non fanno eccezione.

Fonte. english version

Layla Azmi Goushey, Indlieb Farazi Saber  – 18 febbraio 2022

Immagine di copertina: Nella “storia Vera” di Luciano si descrive una guerra tra i residenti del sole e della luna (MEE/Mohamad Elaasar) – Di Layla Azmi Goushey, Indlieb Farazi Saber

L’infinita distesa dello spazio ha affascinato gli esseri umani dall’inizio della storia documentata. Il più grande tra i misteri del cosmo è l’eterna domanda: c’è vita là fuori?

I primi esseri umani proiettavano le proprie mitologie sulle stelle, dando alle costellazioni i propri nomi e attribuendo ad esse le proprie storie, molte delle quali rimangono con noi ancora oggi.

Per gli speculativi di ispirazione mistica, le più grandi conquiste dell’umanità, siano esse le tecnologie del mondo moderno o le strutture costruite dagli antichi egizi o dai Maya, sono state il risultato non dell’ingegno umano, ma dell’aiuto dell’aldilà.

Sebbene non ci siano prove che le famose piramidi d’Egitto o la città Maya di Chichen Itza siano state create da alieni o come mezzo per comunicare con loro, la questione della vita al di fuori del nostro pianeta consuma ancora allo stesso modo gli astrofisici contemporanei e la gente comune.

Come in altre parti del mondo, il Medio Oriente ha segnalato una serie di avvistamenti di oggetti volanti non identificati (UFO), inclusi Iran (1976), Siria (2012) e Kuwait (2017).

Nel 2021, il fisico teorico israelo-americano Avi Loeb ha avviato il Progetto Galileo per esaminare fenomeni aerei non identificati, simili a quelli riportati dai piloti della marina.

L’interesse per gli esseri alieni risale almeno al satirico greco Luciano del II secolo ed era presente anche tra gli studiosi islamici.

Il pensiero convenzionale può ritenere che la possibilità di una vita al di fuori della Terra minacci le credenze religiose, ma un certo numero di accademici sostiene il contrario.

“La tradizione islamica è stata generalmente favorevole alle concezioni della vita extraterrestre”, afferma Jorg Matthias Determann nel suo recente libro “Islam, Science Fiction and Extraterrestrial Life”.

“Ad esempio, il Corano si riferisce ripetutamente a Dio come al ‘Signore dei mondi’, e i musulmani hanno combinato tali nozioni con la ricerca astrobiologica globale e con la fantascienza”.

Anche nell’ebraismo ci sono menzioni nel Talmud di Dio che vaga per “18.000 mondi”. I dettagli di ciò che questi mondi contengono rimangono un mistero.

Questo interesse regionale per lo spazio e per i segreti che contiene si trova anche nella letteratura vecchia di molte centinaia di anni.

Nell’elenco seguente, ispirato alla ricerca di Determann, Middle East Eye esamina alcune delle più antiche menzioni di vita extraterrestre nella letteratura mediorientale.

1. Storia vera (Vera Historia) di Luciano

Nato nel II secolo d.C. in quella che oggi è Samsat in Turchia, ma che allora era la Siria romana, Luciano era un satirico greco che godette di una feconda carriera creativa scrivendo parodie dei più grandi poemi epici dell’antichità.

L’opera per cui è meglio ricordato è la sua “Storia vera”, in cui una versione romanzata di sè stesso narra un’epopea modellata sull’Odissea di Omero.

I venti di tempesta portano Luciano sulla luna, dove incontra una razza di alieni simili a umani che sono in guerra con gli abitanti del Sole per il diritto di colonizzare la Stella del Mattino (Venere).

Sebbene satirico, il romanzo contiene alcune delle prime immaginazioni di come sarebbe la vita al di fuori della Terra ed è stato definito il primo lavoro di fantascienza conosciuto.

 

Luciano e i suoi compagni combattono i ragni giganti nello spazio (WikiMedia)

Le razze che Luciano incontra possono  togliersi gli occhi e rimetterseli quando necessario; ce ne sono altri che hanno corpi di uomini con facce di cani e versioni giganti di creature terrestri, come ragni e pulci, che servono come cavalleria durante la battaglia.

Con nomi come Hippomyrmicks, Psyllotoxotans e Scorodomachians, è possibile che le fantastiche descrizioni delle razze di Luciano siano state l’ispirazione per  gli incontri di Gulliver di Jonathan Swift durante i suoi viaggi.

Sebbene le descrizioni di Luciano abbiano sempre avuto lo scopo di fare ridere, dimostrano che l’idea della vita al di fuori della Terra era saldamente radicata nelle menti antiche.

2. Le rivelazioni meccane (Futuhat al-Makkiyya) di Ibn Arabi

Il sufi andaluso e filosofo Ibn Arabi scrisse la sua opera magnum in un periodo di 30 anni, raccogliendo in un’unica opera la sua poesia, la prosa filosofica e le favole narrative.

Con 560 capitoli, il lavoro di Ibn Arabi inizia con un mistico del XII secolo che incontra uno spirito ancestrale mentre esegue un tawaaf (circumambulazione) della Kaaba nella Grande Moschea della Mecca, il luogo più sacro dell’Islam.

Lo spirito introduce Ibn Arabi ai segreti dell’esistenza e alla vera natura di Dio e dell’universo, ma rivela anche particolari intriganti per coloro che sono interessati all’extraterrestre.

Futuhat di Ibn Arabi è un’opera mistica che contiene menzioni di vita al di fuori della Terra

Avendo conoscenza dei mondi al di fuori della Terra, lo spirito descrive  al mistico le altre civiltà e le loro “vaste città, che possiedono tecnologie di gran lunga superiori alla nostra”.

Un altro punto di interesse all’interno del Futuhat è la menzione di una citazione attribuita al profeta Maometto, in cui si presume che abbia affermato che c’erano 100.000 “Adami” prima dell’Adamo che diede origine all’umanità.

Sebbene Ibn Arabi fosse considerato eterodosso e persino eretico dai contemporanei e successivamente da studiosi islamici come il teologo conservatore Ibn Taymiyyah, continua a esercitare una forte influenza sul pensiero sufi.

3. Awaj bin Anfaq di Zakariya al-Qazwini

Il medico e astronomo persiano Zakariya Ibn Muhammad al-Qazwini (1203-1283) scrisse la storia di un alieno che viaggiò sulla Terra da un pianeta lontano per osservare il comportamento umano, rimanendo perplesso di fronte alle abitudini e ai comportamenti confusi dell’uomo.

Nato in Iran da una famiglia di origine araba, si sa relativamente poco di Qazwini oltre al suo interesse per la cosmologia.

Tra le sue opere principali troviamo “Ajaib al-Makhluqat wa Gharaib al-Mawjudat” (Le meraviglie delle creature e le meraviglie della creazione) in cui descrive le creature terrene e celesti, come l’uomo, gli angeli e gli animali.

4. Le avventure di Bulukiya – Anonimo

La forma che assumono gli esseri extraterrestri è stata oggetto di dibattito tra i musulmani che credono nella vita al di fuori della Terra.

La speculazione si concentra sui jinn, una forma di essere senziente fatta di ciò che viene descritto come “fuoco”, che occupa il mondo insieme agli esseri umani.

Nella teologia islamica, i jinn sono soggetti alle leggi morali come lo sono gli esseri umani ma, con poche eccezioni, vivono senza presentare alcuna prova osservabile della loro esistenza.

A differenza degli umani, si dice abbiano poteri che possono trascendere il tempo e lo spazio.

Si pensa che le avventure di Bulukiya siano state ispirate dalla tradizione popolare israelita e dall’Epopea di Gilgamesh

Dati questi attributi, alcuni musulmani ipotizzano che gli esseri “oltre il mondo” che nella cultura popolare consideriamo alieni, siano in realtà una forma di jinn.

Idee del genere non sarebbero state estranee ai compilatori della raccolta di storie orientali conosciute come “Le mille e una notte” (Alf Layla wa Layla), che furono compilate per la prima volta intorno alla fine del primo millennio d.C.

In “Le avventure di Bulukiya”, il personaggio omonimo e re israelita abbandona il suo trono dopo aver scoperto una lettera che suo padre gli aveva nascosto predicendo l’arrivo del profeta Maometto.

Bulukiya quindi intraprende una ricerca per trovare il profeta, che si rivela essere un’odissea piena di divagazioni, coinvolgendolo nell’attraversamento di diverse dimensioni e nell’incontro con una serie di esseri celesti ed extraterrestri tra cui jinn, giganti e angeli.

L’origine esatta del racconto, come i molti trovati in “Le mille e una notte”, è sconosciuta, ma si ritiene che i narratori musulmani abbiano adattato la storia da un originale ebraico, che potrebbe essere stato a sua volta influenzato dall’Epopea di Gilgamesh.

 

Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” -Invictpalestina.org