Lo studio rileva che dal 2007 più di 22.000 aerei militari israeliani hanno violato lo spazio aereo libanese, causando gravi danni psicologici
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Redazione di MEE – 9 giugno 2022
Immagine di copertina: jet israeliani rompono regolarmente la barriera del suono sulle aree urbane provocando boom sonici noti per frantumare i vetri delle finestre (AFP)
Più di 22.000 aerei e droni militari israeliani hanno violato lo spazio aereo libanese dal 2007, secondo una ricerca pubblicata giovedì da AirPressure.info.
Come parte dei suoi risultati, l’organizzazione di ricerca ha scoperto che l’esposizione regolare e prolungata al passaggio degli aerei militari ha avuto e ha un marcato effetto sulla vita fisica e psicologica della popolazione libanese.
Citando 17 articoli sottoposti a una revisione obiettiva, AirPressure.info ha affermato: “Questi documenti concordano sul fatto che ipertensione, problemi circolatori, disturbi del sonno e dolori psicosomatici sono comunemente associati all’esposizione a lungo termine proprio a questo tipo di inquinamento acustico”.
Sebbene in genere volino in coppia, l’organizzazione ha registrato 30 occasioni in cui da 8 a 12 jet da combattimento, il più rumoroso degli aerei coinvolti, sono entrati contemporaneamente nello spazio aereo libanese.
I jet israeliani rompono regolarmente la barriera del suono sulle aree urbane provocando esplosioni sonore note per mandare in frantumi i vetri delle finestre.
Poiché un F-18 ha un’impronta acustica di quasi 500 kmq e il punto più largo del Libano è di soli 88 km, AirPressure.info ha affermato che il rumore dei jet, mentre volano a nord sulle montagne o a sud lungo la costa, viene plausibilmente sentito dall’intera popolazione
Errata convinzione popolare
L’indagine, organizzata dall’artista libanese Lawrence Abu Hamdan, è partita da 243 lettere caricate nella Biblioteca digitale delle Nazioni Unite dal 2006 al 2021.
Ogni lettera è indirizzata al Consiglio di sicurezza dell’ONU e scritta dal rappresentante permanente del Libano presso le Nazioni Unite.
Le lettere riportano tutte le informazioni radar inclusi l’ora, la durata, il tipo e la traiettoria di ogni violazione dello spazio aereo da parte dei jet israeliani.
Airpressure.info ha scoperto che la tipica traiettoria di volo di un jet da combattimento israeliano inizia oltre il confine meridionale, più comunemente sopra Kfar Kila, per sorvolare poi tutte le regioni del Libano prima di uscire sul mare a Naqurah.
Contrariamente alla convinzione popolare secondo cui i voli fanno parte dei regolari attacchi militari israeliani in Siria, il database ha mostrato solo due episodi in cui aerei da combattimento entrati dal confine libanese sono usciti nel territorio siriano.
In media, la ricerca ha rilevato che un veicolo aereo senza pilota (UAV) trascorre più di quattro ore e mezza a sorvolare i cieli libanesi
I dati hanno anche mostrato che durante i mesi estivi c’è un aumento del 10 per cento delle violazioni aeree.
‘Atmosfera di violenza’
Parlando al quotidiano britannico Guardian, Hamdan ha dichiarato: “Quello che miro a denunciare è un evento ripetuto, un crimine che ha avuto luogo negli ultimi 15 anni.
“Ma in realtà questi eventi dovrebbe essere considerati come atti di violenza che non dovrebbero più essere ignorati.
“Perché una popolazione dovrebbe vivere sotto una sorveglianza indiscriminata di massa e sotto un cielo ostile… a tal punto che tali episodi sono ormai diventati parte della vita di tutti i giorni?”
Libano e Israele tecnicamente sono rimasti in guerra dalla fine dei decenni di guerra civile e dal ritiro di Israele dal Libano meridionale nel 2000.
Israele afferma che le sue intrusioni nel Libano sono necessarie per ottenere informazioni sul movimento libanese Hezbollah, sostenuto dall’Iran.
Lunedì, Hezbollah ha avvertito di essere pronto ad agire “anche con la forza” se Israele trivella per il petrolio e il gas in una zona di confine marittimo contesa tra i due paesi.
Il numero due di Hezbollah, lo sceicco Naim Qassem, ha detto ai giornalisti che il movimento sta aspettando che il governo libanese adotti una politica più chiara, dopo che una nave gestita dalla Energean, con sede a Londra, era arrivata al largo della costa per sfruttare un giacimento di gas noto come Karish.
Israele afferma che il campo di Karish fa parte della sua zona economica esclusiva riconosciuta dalle Nazioni Unite e ha assegnato i diritti sul campo all’azienda energetica anglo-greca nel 2016.
Israele e Libano rivendicano entrambi circa 860 kmq di Mar Mediterraneo.
Traduzione di Grazia Parolari – “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” – Invictpalestina.org