Le prove che i soldati dell’IDF sono quelli che hanno ucciso Abu Akleh si stanno accumulando, anche senza una pistola fumante.
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Gideon Levy – 19 giugno 2022
Immagine di copertina: Un giornalista tiene un cartello con una foto della giornalista di Al Jazeera Shireen Abu Akleh, uccisa in Cisgiordania, durante una protesta a Mogadiscio, in Somalia, a maggio. Credit: Feisal Omar/ REUTERS
Jamal Kashoggi e Shireen Abu Akleh erano noti giornalisti, entrambi uccisi in servizio. Ci sono molte differenze tra l’orribile e premeditato omicidio del giornalista saudita e l’uccisione della giornalista palestinese, le cui circostanze non sono state ancora del tutto stabilite. Ma più di un mese dopo la morte di Abu Akleh si può affermare con quasi certezza che i suoi assassini sapevano che era una giornalista e l’hanno uccisa per questo, proprio come le persone che hanno ucciso il suo collega saudita.
Per questo non dobbiamo permettere che la sua morte sprofondi nell’oblio, come sta accadendo ora, senza trovarne i responsabili. Nelle sue modalità il crimine è stato meno scioccante rispetto all’omicidio di Khashoggi, ma è stato comunque un crimine grave. Non deve rimanere privo di colpevoli e responsabili.
Non c’è alcuna possibilità che la persona che è riuscita a puntare la sua arma nell’unico punto esposto del collo di Abu Akleh, tra il suo elmetto e il suo giubbotto protettivo, non abbia visto la grande scritta sul suo petto, e quella dei suoi colleghi, identificandoli come giornalisti. Voleva uccidere un giornalista, anche se il portavoce dell’IDF cerca di sostenere il contrario. Come l’IDF, l’Arabia Saudita ha negato a lungo di aver ucciso Khashoggi, sostenendo che fosse morto in una “rissa”.
Le prove che i soldati dell’IDF sono quelli che hanno ucciso Abu Akleh si stanno accumulando, anche senza una pistola fumante, e senza uno straccio di prova che dimostri che è stata uccisa dal fuoco palestinese. CNN, The Washington Post e Al Jazeera hanno condotto indagini approfondite che hanno portato a una conclusione quasi inequivocabile che i soldati dell’IDF sono quelli che le hanno sparato.
Un disperato tentativo di Israele di mostrare un video che descrive la possibilità che sia stata uccisa da indiscriminati colpi di arma da fuoco palestinesi è stato respinto nei rapporti di Deiaa Haj Yahia ad Haaretz e dell’organizzazione per i diritti umani B’Tselem. Questi hanno dimostrato che dalla posizione in cui si trovavano i palestinesi armati non avrebbero potuto vedere la giornalista. Il rapporto della CNN mostra tre segni di proiettili su un albero accanto al punto in cui è stata uccisa, troppo vicini tra loro per suggerire un fuoco indiscriminato. Il Washington Post ha rivelato che non c’erano state sparatorie nei minuti prima della sua morte e che Akleh è stata uccisa da un colpo di arma da fuoco sparato da una persona. Il proiettile, suggerisce il rapporto, è stato sparato dall’interno di un veicolo di un convoglio militare che si trovava a circa 180 metri da Abu Akleh. Questo tipo di proiettile, secondo Al Jazeera, è utilizzato dall’IDF.
L’Arabia Saudita e il suo leader, il principe ereditario Mohammed bin Salman, hanno pagato un pesante prezzo internazionale per l’omicidio di Khashoggi. Si può presumere che, di conseguenza, il principe ereditario Mohammed non ordinerà mai più l’omicidio di un giornalista. Israele, che, in assenza di prove inequivocabili, godrà del beneficio del dubbio, non pagherà nulla. Pertanto, l’IDF non esiterà in futuro a colpire altri giornalisti palestinesi utilizzando tiratori scelti. Ci sono persone nell’esercito che sanno la verità. Ci sono soldati e comandanti che erano là e che hanno visto e saputo cosa è successo, e lo stanno tenendo per sé. Questo non è solo un tradimento del loro ufficio, è un’imbiancatura di un crimine e un appello a commettere simili crimini in futuro.
Immaginate uno scenario in cui viene trovato un video che mostra il cecchino israeliano che spara ad Abu Akleh. Qualcuno sarà perseguito? Per quello? Per omicidio, per omicidio colposo? Il sistema condannerà all’unanimità il tiratore? I media lo dipingeranno come un criminale e un assassino? I suoi colleghi e comandanti, che sapevano e nascondevano le sue azioni, saranno mandati in prigione per aver nascosto le prove? È ridicolo persino porre domande del genere. Durante il funerale di Abu Akleh, i poliziotti si sono scatenati nella loro barbarie, colpendo con i loro manganelli i portatori del feretro e facendolo quasi cadere. Qualcuno è stato punito per questo? Un’indagine della polizia ha rilevato alcuni “difetti”. Questi non saranno resi pubblici e nessun poliziotto sarà accusato. L’assassino di Abu Akleh sarà trattato con ancora più delicatezza: la maggior parte degli israeliani lo considererà un eroe.
Nessuno ha smembrato il corpo di Abu Akleh all’interno di un consolato e nessuno le ha infilato stracci in bocca in modo che le sue urla non fossero ascoltate. Ma la mattina dell’11 maggio, una giornalista è stata uccisa a colpi di arma da fuoco a distanza, deliberatamente, quasi sicuramente dai soldati dell’IDF, che porteranno con sé nella tomba il loro crimine e il loro segreto. Il mondo, e la maggior parte degli israeliani, perdoneranno all’IDF anche questo assassinio.
Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” – Invictapalestina