J-Street ha assunto il ruolo di foglia di fico che copre il vero volto di Israele e ha aiutato gli ebrei sionisti americani a parlare della possibilità, che esiste solo nelle loro menti, di questa pia illusione, di un Israele amante della pace.
Fonte: english version
Di Miko Peled – 15 agosto 2022
Immagine di copertina: Il membro della Camera dei Rappresentanti per lo Stato del Michigan Andy Levin.
GERUSALEMME, PALESTINA – La voce sionista liberale, che molte persone scambiano per un effettivo sostegno alla giustizia in Palestina, è tossica e pericolosa e probabilmente serve Israele e il suo progetto brutale e razzista più di qualsiasi altra ideologia.
L’esempio più lampante di questo è ovviamente J-Street e il suo seguito. Le seguenti due dichiarazioni provengono dal sito web del gruppo di difesa e, alla luce dell’ultimo assalto omicida di Israele a Gaza, sono particolarmente riprovevoli:
“Sosteniamo il diritto di Israele di difendersi militarmente e crediamo che mantenere la superiorità militare tattica di Israele nella regione sia un elemento essenziale di una strategia per mantenere Israele al sicuro nel tempo”.
“Riteniamo che le azioni militari di Israele a Gaza siano state comprensibili e giustificabili. A nessun Paese può essere negato di rispondere militarmente ad un attacco con migliaia di razzi”.
J-Street afferma che gli attacchi di Israele a Gaza sono “comprensibili e giustificabili!!” Penso che dovrebbero dirlo ai genitori dei bambini che Israele ha ucciso e mutilato in modo così efficace. Per quanto riguarda il sanguinoso assalto di Israele a Gaza questo mese, e l’attacco criminale alle aree residenziali che ha causato morte e gravi ferite a bambini e altri civili, il meglio che J-street è riuscito a inventare è stato:
“La Jihad islamica palestinese (PIJ) è un’organizzazione terroristica responsabile di orribili attacchi contro i civili israeliani. Israele ha lo stesso diritto di qualsiasi altro Paese di difendersi dalle minacce poste da tale entità”.
Menzionando a malapena la morte di bambini palestinesi, non riuscivano a trovare il coraggio di condannare Israele per il suo attacco sconsiderato, sanguinoso e non provocato e tutto quello ciò che hanno saputo dire è stato che:
“Israele ha eliminato i massimi comandanti del PIJ a Gaza per prevenire le ritorsioni del PIJ contro Israele. Il PIJ ha reagito agli attacchi aerei israeliani rispondendo con il lancio di razzi su Israele, comprese le aree civili”.
J-Street ha aggiunto che:
“Secondo quanto riferito, gli attacchi aerei di Israele hanno provocato la morte sia di combattenti PIJ che di civili palestinesi, compresi bambini. Ci sono anche rapporti secondo cui il malfunzionamento dei razzi lanciati dalla Jihad ha provocato la morte di civili palestinesi. Siamo addolorati per le vite civili perse in quest’ultima ondata di violenza e chiediamo che le circostanze della loro morte siano indagate in modo credibile e indipendente
Perché non condannano l’aggressione israeliana nel modo più deciso possibile? È interessante ciò che l’organizzazione dice sui candidati politici che decidono di appoggiare:
“J-Street sostiene i candidati politici che sostengono la sicurezza israeliana e la pace in Medio Oriente. Per poter beneficiare dell’approvazione del JStreetPAC, un candidato politico deve dimostrare di sostenere una soluzione a due Stati come risoluzione al conflitto israelo-palestinese, una dirigenza statunitense attiva per aiutare a porre fine al conflitto, il rapporto speciale tra Stati Uniti e Israele, il proseguimento dell’aiuto all’Autorità Palestinese e l’opposizione al movimento di Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni”.
È stato ampiamente riportato che J-Street e AIPAC si sono scontrati su quale candidato rappresenterà il Partito Democratico per l’11° distretto del Michigan. A quanto pare, il Rappresentante Haley Stevens ha sconfitto il Rappresentante Andy Levine, che si è presentato come la voce più progressista sulla Palestina al Congresso degli Stati Uniti.
Tuttavia, dalla prospettiva palestinese, le affermazioni del Rappresentante Andy Levine di essere “filo-palestinese” sono ancora più assurde di quanto non lo siano dalla prospettiva statunitense.
Dopo la visita del Presidente Biden in Israele, Levin ha rilasciato una dichiarazione in cui affermava:
“Lodo la riaffermazione del Presidente Biden del sostegno fondamentale degli Stati Uniti per una soluzione a due Stati come l’unico modo per garantire sia la sicurezza nel tempo di Israele come Stato ebraico e democratico sia i diritti politici e umani del popolo palestinese. Dopo anni di spostamento a destra sotto Trump che ha negato il diritto all’autodeterminazione dei palestinesi, il Presidente Biden ha ribadito la centralità del nostro impegno nella soluzione di due Stati per due popoli nella politica statunitense”.
Biden, infatti, non aveva revocato le politiche anti-palestinesi dell’amministrazione Trump e, come è stato ben riportato, si è schierato dalla parte di Israele e si è dichiarato un sionista. In altre parole, sostenere il razzismo, l’Apartheid e l’irrefrenabile violenza contro il popolo palestinese.
Inoltre, Levin ha affermato:
In qualità di membro della Commissione per gli Affari Esteri della Camera, orgoglioso ebreo americano e autore del disegno di legge della soluzione a due Stati, continuerò a lavorare con il Presidente e la sua squadra, e i miei colleghi al Congresso per promuovere pace, giustizia e sicurezza per israeliani e palestinesi”.
E in un tweet del 2021, ha affermato: “Credo che la politica degli Stati Uniti debba sostenere i veri diritti umani per i palestinesi e la vera sicurezza per gli israeliani, che hanno il diritto di vivere senza la paura del fuoco mortale dei razzi”.
Più pericoloso dell’Aipac
Il cosiddetto approccio sionista liberale era il fondamento delle pubbliche relazioni sioniste. Anche se sono stati i laburisti sionisti e altri partiti politici “di sinistra” a condurre alcuni degli attacchi più sanguinosi contro i palestinesi, in qualche modo la menzogna del sionismo liberale è sopravvissuta. Nel corso degli anni, i partiti politici in Israele hanno abbandonato la facciata di essere “di sinistra” o addirittura “liberali” riguardo alla questione palestinese. Continuarono a perseguire le violente politiche razziste del sionismo e continuare a mentire divenne compito dei sionisti in Occidente.
J-Street è arrivato in un momento in cui era chiaro che le pubbliche relazioni sioniste avevano bisogno di aiuto. Gli ebrei sionisti avevano bisogno di un’organizzazione che li aiutasse a continuare a sostenere l’Apartheid in Palestina, e quindi avevano bisogno di una casa, per così dire, che continuasse a perpetuare la menzogna di una forma di sionismo più gentile e amichevole.
Anche se Israele ha mostrato meno riguardo per la sua immagine, J-Street ha assunto il ruolo di foglia di fico che copre il vero volto di Israele e ha aiutato gli ebrei sionisti americani a parlare della possibilità, che esiste solo nelle loro menti, di questa pia illusione, di un Israele amante della pace. Sembrerebbe un compito impossibile poiché la brutalità israeliana nei confronti dei palestinesi è proseguita imperterrita. Eppure ci sono riusciti. J-Street è parte dello schema, raccoglie fondi e promuove le bugie di un Israele democratico ma forte che un giorno potrà vivere in pace con i suoi vicini.
Decodificare la propaganda
Ci sono molte aree in cui sembrerebbe impensabile che la menzogna possa sopravvivere, la più lampante delle quali è la Striscia di Gaza, un’area con oltre due milioni di persone, di cui più della metà sono bambini. Israele tiene prigionieri i palestinesi nella Striscia di Gaza e impone loro una politica di sostentamento limitato, il che significa che non moriranno di fame, ma la soffriranno sempre.
Se J-Street e i suoi sostenitori fossero interessati ai diritti, alla vita o alla sicurezza dei palestinesi, vedrebbero, come fanno le persone di coscienza in tutto il mondo, che è incompatibile con il sostegno a Israele. “La Sicurezza Israeliana” è il codice per concedere a Israele la licenza di uccidere indiscriminatamente. “Un Israele Forte” è il codice per consentire l’armamento sconsiderato di un regime di Apartheid che usa la sua massiccia forza militare per colpire una nazione che non ha mai avuto una forza militare.
“La Soluzione a Due Stati” è il codice per consentire allo Stato di Apartheid israeliano di continuare a perpetrare i suoi crimini contro i palestinesi all’infinito. “Un Israele Democratico” è un codice per ignorare il fatto che Israele fu istituito come Stato di Apartheid e che non è nemmeno lontanamente interessato ai diritti dei palestinesi, ma piuttosto promuove un disegno di supremazia ebraica in tutta la Palestina.
Opporsi all’appello palestinese al boicottaggio e sanzioni contro Israele e riferirsi alla resistenza palestinese come “terrorismo” è inconcepibile. Eppure continua ad essere il fondamento dei sionisti, siano essi liberali o meno.
La guerra di Israele e i bambini
Si potrebbe pensare che la sicurezza e i diritti dei bambini siano qualcosa su cui tutti possiamo essere d’accordo. Il trattamento riservato da Israele ai bambini palestinesi non è solo una violazione del diritto internazionale, ma una violazione di tutti i confini dell’umanità. I bambini sono una vera prova di dove si trova la propria umanità, indipendentemente dal fatto che ci si definisca ebrei o meno.
Andy Levin ripete costantemente di essere “orgogliosamente ebreo”. Ha anche detto di essere un “vero ebreo”, qualunque cosa significhi. Quando ho chiesto ad Andy Levin di firmare un disegno di legge presentato al Congresso da una sua collega, la deputata Betty McCollum, che parla della necessità di proteggere i bambini palestinesi, ha detto che non lo avrebbe fatto. Ha poi aggiunto che nessuno dei membri ebrei del Congresso lo sosterrebbe mai perché “è anti-israeliano”. E se lo fosse? Se giustizia, pace, libertà sono tutte anti-israeliane, significa che c’è un problema con Israele e coloro che lo sostengono.
Miko Peled è uno scrittore e attivista per i diritti umani, nato a Gerusalemme. È autore di “The General’s Son. Journey of an Israeli in Palestine” (Il figlio del generale. Viaggio di un Israeliano in Palestina) e “Injustice, the Story of the Holy Land Foundation Five” (Ingiustizia, Storia dei Cinque Della Fondazione Terra Santa).