Shock, e interrogativi, dopo la macabra uccisione di un gay palestinese

Abu Murkhiyeh è stato ucciso e il suo corpo è stato lasciato vicino alla casa di famiglia. I social media palestinesi sono stati scioccati per  la terribile uccisione, ma sono rimasti in silenzio sulla sua sessualità.

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Redazione di The New Arab –   08 ottobre 2022

FOTO Ahmad Abu Murkhiyeh aveva chiesto asilo in Israele dopo che la notizia del suo orientamento sessuale si era diffusa a Hebron. [Fonte immagine Social Media]

La testa mozzata e il busto decapitato di un palestinese di 25 anni sono stati scoperti sul ciglio di una strada nella Cisgiordania occupata, ha riferito la polizia venerdì, confermando i raccapriccianti dettagli di un omicidio che ha scioccato la società palestinese.

Ma i resoconti secondo cui la vittima, Ahmad Abu Murkhiyeh, era un uomo gay che temeva persecuzioni per la sua sessualità e aveva chiesto asilo in Israele due anni fa, ha trasformato il terribile crimine in un caso socialmente e politicamente esplosivo.

Non è chiaro come Abu Murkhiyeh sia finito a Hebron, la città della Cisgiordania da cui sarebbe fuggito. Funzionari di polizia palestinesi hanno detto venerdì all’Associated Press che la testa e il busto di Abu Murkhiyeh sono stati trovati vicino alla casa della sua famiglia

Il colonnello Loay Irzekat, un portavoce della polizia, ha affermato che le autorità hanno arrestato un conoscente palestinese di Abu Murkhiyeh come sospettato dell’omicidio, ma in attesa delle indagini si sono rifiutati di attribuirgli un movente o di approfondire la loro relazione.

I social media palestinesi sono stati scioccati dall’orribile uccisione, ma hanno taciuto sulla questione della sessualità di Abu Murkhiyeh. L’omosessualità rimane un tabù nei territori palestinesi, dove le norme tradizionali svolgono un ruolo di primo piano nella vita sociale e politica.

Eppure c’è stata molta indignazione in tutta la Cisgiordania. Le foto scattate dai giovani palestinesi che si sono imbattuti nel corpo smembrato di Abu Murkhiyeh ,su una collina, si sono i diffuse  attraverso i gruppi di WhatsApp, provocando shock e orrore, prima di essere cancellate.

“Questo è un crimine  terribile”, ha detto un parente più anziano, anche lui di nome Ahmad Abu Murkhiyeh, alla stazione radio palestinese Al Karama. “Una cosa del genere non dovrebbe neppure  essere discussa”.

La famiglia di Abu Murkhiyeh ha rilasciato una dichiarazione, offrendo benedizioni e chiedendo privacy dopo “questo crimine atroce e senza precedenti che ha scosso il Paese”.

La famiglia ha affermato che Abu Murkhiyeh viveva e lavorava tra Hebron e la vicina Giordania, da dove proveniva il suo defunto padre.

Con la diffusione della notizia della morte di Abu Murkhiyeh, da Israele è emersa una versione completamente diversa degli eventi. Le organizzazioni LGBTQ e i centri di accoglienza di emergenza che aiutano i richiedenti asilo gay hanno affermato di sapere che era omosessuale e che desiderava disperatamente fuggire dai territori palestinesi, dove si sentiva un bersaglio.

Rita Petrenko, fondatrice di Al Bait Al Mokhtalef, un’organizzazione israeliana per i diritti dei gay che si rivolge alla comunità araba, ha affermato che la paura di Abu Murkhiyeh era palpabile, quando si erano incontrati nel 2020.

 

“Mi disse  che non solo le persone all’interno della  sua famiglia, ma anche quelle del villaggio, volevano ucciderlo”, aggiungendo che era fuggito in Israele quando la notizia del suo orientamento sessuale si era diffusa a Hebron due anni fa. “Aveva paura dei suoi fratelli, dei suoi zii, dei suoi cugini”.

Abu Murkhiyeh è rimbalzato da un rifugio all’altro e ha lavorato occasionalmente in un ristorante a Tel Aviv, ha detto Petrenko, mentre lo aiutava a fare domanda per il reinsediamento in Canada.

Non aveva prospettive in Israele. Con uno status temporaneo, gli è stato impedito di lavorare fino allo scorso luglio, quando Israele ha iniziato a concedere permessi di lavoro ai palestinesi che hanno cercato rifugio a causa della persecuzione per il loro orientamento sessuale, ha detto Petrenko.

“La situazione era orribile per tutti loro”, ha detto Ibtisam Mara’ana-Menuhin, un membro arabo della Knesset israeliana che ha presentato una petizione alla Corte Suprema per concedere visti di lavoro ai richiedenti asilo gay palestinesi.

Israele promuove spesso la tolleranza sulle questioni dell’orientamento sessuale, nonostante il rifiuto dell’omosessualità nelle comunità ebraiche ultraortodosse. Ma Tel Aviv è orgogliosa della sua reputazione di destinazione top per i viaggiatori gay e lesbiche.

I critici accusano Israele di “pinkwashing”, dicendo che usa tale tolleranza come un modo per distogliere l’attenzione dall’occupazione della Cisgiordania, ora nel suo 56° anno, e dalle sue dure politiche nei confronti dei palestinesi

Poche ore prima che Abu Murkhiyeh fosse ucciso, aveva parlato con i volontari nel suo rifugio di Tel Aviv per un regolare check-in, ha detto Petrenko. Non c’era niente che non andasse. Il giorno successivo, la storia della sua decapitazione ha dominato i media.

Da Tel Aviv c’è stata un’ondata di angoscia.

“Abbiamo il cuore spezzato… ti ricorderemo sempre, Isu”, ha detto Elem, appartenente a un gruppo che ha aiutato Abu Murkhiyeh, rivolgendosi a lui con un soprannome. “Non smetteremo mai di combattere affinché altri come te possano vivere liberamente come qualsiasi altro essere umano .”

Al rifugio dove ha soggiornato di recente, il personale ha acceso una candela  in suo ricordo durante una solenne veglia, venerdì.

Petrenko ha detto che non aveva idea di come fosse arrivato a Hebron. “Non si è mai sentito al sicuro”, ha detto.

I palestinesi gay tendono a stare molto attenti, per paura di attirare attenzioni indesiderate dalla loro comunità socialmente conservatrice, oltre che contraccolpi da parte delle autorità. La polizia dell’Autorità Palestinese nel 2019 ha impedì al gruppo per i diritti dei gay e dei transgender di organizzare eventi in Cisgiordania e minacciò di arrestare i partecipanti.

Anche i gay all’interno della minoranza araba israeliana hanno subito violenze e ostracismo nelle loro comunità.

Palestinesi della Cisgiordania come Abu Murkhiyeh si sono da tempo stabiliti in Israele per vivere apertamente la loro sessualità. Ci sono quasi 100 di questi palestinesi che vivono sotto asilo, ha detto Mara’ana-Menuhin, ma il numero è probabilmente molto più alto.

“Non è che queste persone escano allo scoperto. Vengono trovati e braccati”, ha detto Hila Peer di Aguda, un’organizzazione israeliana per i diritti LGBTQ. “Il caso di Ahmad è solo un altro esempio di quanto sia grave la situazione e di quanto sia assolutamente pericolosa”.

 

Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” -Invictapalestina.org