In un mondo ideale, nessun cittadino arabo dovrebbe partecipare alle elezioni finché ai loro fratelli occupati sotto il dominio israeliano non sarà concesso il diritto di voto
Fonte: English version
Gideon Levy – 26 ottobre 2022
Immagine di copertina: Una donna araba israeliana vota a Kafr Qassem, 17 settembre 2019.Credit: Moti Milrod
Perché i cittadini arabi di Israele dovrebbero partecipare alle elezioni? Lo Stato non è il loro Stato, né lo è l’inno, né la legge dello Stato nazionale, né lo sono la Knesset e i partiti ebrei, che ne fuggono come se fossero lebbrosi. Se devono comunque partecipare alle elezioni lo devono fare per un comune futuro a lungo termine tra il fiume e il mare,e non per salvare la sinistra sionista dal proprio fallimento. Non lo merita.
La sinistra e il centro ora ricordano la loro esistenza esattamente come ricordavano i residenti dei ma’abarot, i campi di immigrazione, negli anni ’50. Bello. Ma la sconsideratezza del blocco non sta solo nel suo tardivo ricordo dell’esistenza degli elettori arabi per salvarsi la pelle, ma anche nel modo in cui minaccia e predica. Yair Lapid, famoso amico del popolo palestinese, e degli arabi israeliani in particolare, e degli zuabi in particolare, li ha minacciati l’altro giorno a Nazaret: “Se voi cittadini non andate a votare”, ha avvertito, “dovete capire che ciò che vi è stato dato nell’ultimo anno, vi sarà tolto”.
Con la condiscendenza di un colonialista, non ha menzionato ciò che intenda precisamente con “vi è stato dato nell’ultimo anno”. Avete dimenticato le perline di plastica colorate che vi sono state lanciate? A parte questo, è difficile ricordare un singolo miglioramento nelle loro vite, nella loro dignità o nei loro diritti, che potrebbe essere portato via.
E poi viene loro ipocritamente fatta la predica . Dopo che Uri Misgav (Haaretz ebraico, 23 ottobre) ha dato loro voti su impotenza e autodistruzione, ritenendo che i loro leader non abbiano la giusta levatura, li ha incolpati del peggior crimine di tutti: riportare Benjamin Netanyahu al potere. L’uomo che ha loro sottolineato come il massacro alla raffineria di Haifa nel 1947 fosse stata una vera e propria replica sionista alla discussione “purista” sui crimini della Nakba, l’uomo che crede che gli arabi stiano “sguazzando” nella “vittimizzazione”, ha suggerito, come amico ovviamente, che esercitino il loro diritto di voto. A che fine? Solo per salvare i loro benefattori di lunga data.
In un mondo ideale, nessun cittadino arabo dovrebbe partecipare alle elezioni finché ai loro fratelli occupati sotto il dominio israeliano non sarà concesso il diritto di voto. Un tale grado di solidarietà e sacrificio di sé non è realistico. Gli arabi israeliani desiderano influenzare il loro destino e il loro futuro. Al culmine del loro potere, i mitici 15 seggi vinti dall’intera Lista Unita, la Knesset contava effettivamente 105 membri. Nessuno contava i favolosi quindici della Joint List. Da allora il loro potere è diminuito, ma la loro esclusione non è finita, salvo l’esperimento di Mansour Abbas, i cui risultati sono dubbi.
Ogni intervista con un parlamentare centrista inizia ancora con la domanda accusatoria: entrerai a far parte di un governo che li include? Con metà della campagna elettorale che si occupa di nient’altro, come ci si può aspettare che gli arabi si presentino e votino? Come dovrebbero sentirsi riguardo alla demonizzazione e alla diffamazione dei loro rappresentanti, la maggior parte dei quali sono tra i migliori della Knesset? Il minimo che ci si sarebbe dovuti aspettare dal campo “Chiunque tranne Bibi” è che i suoi leader annunciassero con orgoglio: faremo di tutto per includere i partiti arabi nella coalizione. Israele potrebbe solo beneficiare, di un governo con loro, inclusa la Lista Congiunta.
Non ci sono partiti arabi sionisti, né ce ne saranno. C’è anche da sperare che sempre meno arabi votino per i partiti ebraici. Non c’è niente lì per loro, tranne l’umiliazione. Il loro posto è nei partiti non sionisti, sperando che tutti e tre superino la soglia. Per questo, e solo per questo, è importante che escano e votino. In seguito, è auspicabile che i loro rappresentanti sappiano ripagare la sinistra sionista per tutte le sue azioni negli anni, e chiariscano che l’inserimento degli arabi nella coalizione richiederà un cambiamento radicale, in campo sionista in primis.
Quando il centro e la sinistra minacciano gli arabi con Netanyahu e Itamar Ben-Gvir, gli arabi non devono prendere a cuore le loro minacce. Abbiamo visto il governo con le sue operazioni criminali nei territori occupati e l’abbiamo visto combattere la criminalità araba. Questo blocco ha fatto così tanto male al popolo palestinese e agli arabi di Israele, che non ha il diritto di mettere in guardia da coloro che sono ancora peggio.
Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” -Invictpalestina.org