“Alcune persone con disabilità”, ha aggiunto, “non si sentono parte della società a causa dell’emarginazione e delle sfide che devono affrontare”.
Fonte: English version
Walaa Sabah – 25 ottobre 2022
Immagine di copertina: La Striscia di Gaza non dispone di fondi per rendere gli edifici pubblici accessibili a tutti, rendendo difficile la mobilità dei palestinesi con disabilità. Ezz Al-ZanoonImmagini APA
La famiglia di Kefah al-Zibda possiede un appezzamento di terreno agricolo di 200 metri quadrati vicino ad Abasan al-Kabira, una cittadina di Gaza.
Nel 2006, mentre raccoglieva verdure, che vende al mercato locale, al-Zibda notò un oggetto di metallo rotondo, ricoperto di qualcosa di simile al rame, conficcato nel terreno.
Non appena lo toccò, esplose. Suo cugino sentì l’esplosione e chiamò un’ambulanza.
Ordigni israeliani inesplosi sono sparsi in tutta la Striscia di Gaza, con almeno 1.200 bombe inesplose trovate nel 2021.
Al-Zibda aveva 18 anni al momento dell’infortunio. Ora ha 34 anni ed è parzialmente paralizzato. E mentre è stato fortunato a sopravvivere all’esplosione, ha trascorso gli ultimi 16 anni a sopravvivere come persona disabile nella Striscia di Gaza.
Ha scoperto che le già esistenti difficoltà della vita a Gaza sono aggravate per sé e per gli altri che hanno una disabilità.
Emarginato dalla società
Al-Zibda ha lottato sia per accedere a risorse che gli avrebbero reso la vita più facile, sia per ricevere cure mediche che avrebbero migliorato le sue condizioni.
Tra il 2008 e il 2021, ha richiesto 13 volte un permesso di viaggio in Cisgiordania e Israele ha respinto ogni singola richiesta.
Nel 2008, due anni dopo il suo infortunio, i medici di Gaza dissero ad al-Zibda che le sue ginocchia si stavano calcificando e che le arterie delle gambe erano ostruite. Si preparò per recarsi a Nablus per un intervento chirurgico al ginocchio, ma Israele gli negò il permesso di viaggio.
“Alla fine, non ebbi altra scelta che andare in Egitto, dove subii un intervento chirurgico alle ginocchia”, ha detto. “Ma, sfortunatamente, non ebbe esito positivo”.
Nel 2016 si recò di nuovo in Egitto per un altro intervento chirurgico al ginocchio, ma anche questo fallì, senza produrre alcun miglioramento nelle sue condizioni.
Mahmoud Abu Kmail, vicedirettore dell’Unione generale palestinese delle persone con disabilità, concorda sul fatto che la vita per le persone con disabilità a Gaza sia molto difficile, sia che si tratti di viaggiare fuori Gaza per ricevere cure mediche o di accedere a risorse come un materasso ad aria.
“Alcune persone con disabilità”, ha aggiunto, “non si sentono parte della società a causa dell’emarginazione e delle sfide che devono affrontare”.
Dopo l’infortunio iniziale, nel 2006 i medici consigliarono ad Al Zibda di usare un materasso ad aria per evitare le piaghe da decubito, ma anche questo si rivelò difficile.
“Sebbene il materasso ad aria mi aiuti”, ha detto, “l’interruzione di corrente per 8-16 ore al giorno esacerba la mia sofferenza, poiché ho piaghe da decubito da oltre un decennio”.
“Ci vogliono 30 minuti per caricare il mio materasso ad aria e lo stesso periodo per rigonfiarsi dopo che l’elettricità viene interrotta.”
Non ha una fonte di alimentazione alternativa per quando l’elettricità si interrompe, quindi non è nemmeno in grado di caricare la batteria del suo scooter, che richiede 10 ore di ricarica per percorrere 20 miglia.
“Quando l’elettricità viene interrotta, non posso uscire di casa se lo scooter non è carico”, ha detto. Anche quando il suo scooter è carico, le strade sterrate rendono difficile la mobilità.
Abu Kmail ha osservato che l’accessibilità è un problema attuale nella Striscia di Gaza.
“Abbiamo discusso l’adattamento degli edifici pubblici milioni di volte con i funzionari, che rispondono sempre che questi edifici sono vecchi e non possiamo permetterci di costruirne di nuovi”, ha detto Abu Kmail. “Se otteniamo aiuti finanziari, costruiremo nuovi edifici accessibili”.
“Ho dovuto salire le scale fino in cima”
Yusuf Abu Ouda, 37 anni, ha lottato per anni con problemi di accessibilità agli edifici di Gaza e alle sue strade.
Abu Ouda, insieme a tre delle sue sorelle, ha una paralisi cerebrale e ha bisogno di uno scooter per muoversi fuori casa.
Nel 2021, quando il suo scooter si ruppe, provò a farlo riparare, ma gli fu detto che i pezzi di ricambio sarebbero stati ancora più costosi del semplice acquisto di uno scooter nuovo. Richiese un nuovo scooter al ministero dello sviluppo sociale di Gaza, ma la sua richiesta non fu soddisfatta.
“Anche se avessi uno scooter, gli edifici non sono accessibili per noi”, ha detto Abu Ouda. “Una volta sono andato in uno degli edifici governativi, ma non c’era una strada accessibile per le persone con disabilità. Ho dovuto salire le scale fino in cima. Mi sono sentito umiliato”.
Abu Ouda è disoccupato e la sua unica fonte di reddito è l’assistenza governativa, circa 500 dollari, che dovrebbe essere pagata ogni tre mesi. Ma a causa della mancanza di fondi in entrata dall’Autorità Palestinese, riceve circa 115 dollari all’anno.
Nel 2012 fece domanda per un posto di receptionist e venne accettato a lavorare per il ministero degli affari religiosi di Gaza.
“Interruppero il mio contratto dopo tre giorni”, ha detto. “Provai a fare ricorso, ma non cambiò nulla”.
Abu Ouda ha anche il cancro della ghiandola pituitaria. I medici a Gaza non sono in grado di curarlo, quindi sta cercando cure altrove.
Un sistema che scappa dal nepotismo
Abdullah Shakhsa, 36 anni, ha una paralisi cerebrale. Anche lui lottato con scooter rotti, disoccupazione e mancanza di accessibilità agli edifici, rendendo molto difficile mantenere la sua famiglia di nove membri.
“Mi candido sempre per un lavoro ma non ricevo mai una risposta”, ha detto Shakhsa. Nel 2000 ha lavorato come receptionist per due mesi, ma da allora non è più riuscito a trovare lavoro.
Shakhsa crede che alcuni sistemi a Gaza funzionino con il nepotismo: devi conoscere qualcuno al potere per trovare un lavoro, ricevere buoni pasto o persino uno scooter decente.
“Il Ministero dello Sviluppo Sociale mi ha regalato questo scooter fatiscente. Guarda, non ha neppure il freno a mano “, ha detto. Per frenare, deve sbattere contro un muro.
L’anno scorso, quando la sua batteria smise di funzionare, non potè permettersene una nuova.
“Ho dovuto usare la sedia a rotelle manuale nove mesi fino a quando un ente di beneficenza non mi diede 115 dollari per comprare una batteria usata”, ha detto.
Poiché a Gaza il costo di uno scooter nuovo può variare da 2.000 a 3.500 dollari, troppo costoso per molte persone che dipendono dall’assistenza sociale, Shakhsa chiese a molte società senza scopo di lucro di ottenere un sostituto.
“Tutti mi dissero che non avevano ricevuto fondi”, ha detto. “Ma se avessi avuto conoscenze, la loro risposta sarebbe cambiata”.
“Faccio appello alla comunità internazionale affinché aiuti le persone emarginate con disabilità a Gaza che non appartengono a nessun partito. Soffriamo molto di nepotismo, anche nella distribuzione di buoni pasto”.
Restrizioni di viaggio disumane
Nel maggio 2021, durante il grande attacco israeliano a Gaza, Kefah al-Zibda era seduto a casa sua quando delle schegge entrarono dalle finestre.
Di conseguenza perse due dita.
“Quando chiamai l’ambulanza, i paramedici mi chiesero di andare in strada a causa della pericolosità della nostra strada sterrata”, ha detto. “Ho dovuto gattonare sanguinando per 200 metri “.
Le cure mediche sono diventate un bisogno ancora più urgente per al-Zibda dopo questo incidente.
Nel 2022 ha cercato l’aiuto di Al Mezan, un gruppo per i diritti umani con sede a Gaza.
Al Mezan ha presentato una petizione all’Alta corte israeliana, che il 10 luglio di quest’anno ha permesso il suo viaggio a Nablus per le cure.
L’intervento chirurgico di Al-Zibda ha avuto successo, ma quando ha chiesto il permesso per sua moglie, così che lo potesse accompagnare per l’intervento chirurgico di ottobre, Israele lo ha rifiutato. Non ha ancora avuto il suo intervento chirurgico di follow-up.
Samir al-Manama, un avvocato senior di Al Mezan, ha descritto le restrizioni israeliane sui permessi di viaggio per cure mediche come disumane.
“Questo è un modo abusivo e arbitrario di trattare le persone con disabilità”, ha detto. “A Kefah al-Zibda è stato impedito di viaggiare senza chiari motivi”.
Walaa Sabah è una scrittrice freelance presso We Are Not Numbers a Gaza.
Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” -Invictapalestina.org