Fili di identità: la moda storica delle donne in Medio Oriente e Nord Africa

I nostri concetti di moda sono radicati nelle tradizioni storiche e nei simboli culturali

Fonte: English version

Salam Awad – 15 novembre 2022

Nel mondo moderno la moda è diventata un faro della cultura consumistica usa e getta, con un’industria globale stimata in 1,7 trilioni di dollari. Al giorno d’oggi le mode cambiano con la stagione e i vestiti vengono acquistati e scartati con relativa facilità. Eppure, storicamente, la moda era radicata nell’identità e nella cultura.

In Medio Oriente e Nord Africa, in particolare, la moda regionale rappresentava profondi legami spirituali con la terra, la famiglia, la regione, la religione e l’etnia. La moda femminile, in particolare, era una rappresentazione visiva dell’identità e dell’ascendenza. Ogni indumento e gioiello indossato era simbolico e incentrato su una profonda associazione con la cultura.

Questo saggio fotografico esplora alcuni capi di abbigliamento e accessori tradizionali indossati dalle donne in tutta la regione.

Copricapi

Una delle parti più dinamiche dell’abbigliamento culturale tradizionale sono i copricapi indossati dalle donne in tutta la regione. I copricapi svolgevano molte funzioni che derivavano da scopi pratici come la protezione dal clima e la modestia, fino a servire come banche personali per le doti. Gli intricati dettagli che adornano ogni tipo di copricapo significano un impegno a onorare la storia ancestrale.

Culture indigene del Nord Africa: Amazighs

Il Nord Africa ha un patrimonio culturale che è stato influenzato da una miriade di civiltà, dai Romani agli Ottomani. È importante sottolineare che la cultura indigena Amazigh è stata fondamentale per lo sviluppo di prodotti artigianali, tessuti pregiati e design squisiti. I copricapi, come quello raffigurato nell’immagine del National Geographic sopra, sono una parte importante delle tradizioni tribali Amazigh e hanno continuato a influenzare le tradizioni dei paesi nordafricani e del Medio Oriente.

Il copricapo Kabyle

I popoli Kabyle sono un gruppo Amazigh che risiede nella regione montuosa di Kabyle nel nord dell’Algeria. I Kabyle sono stati tradizionalmente conosciuti come abili artisti e gioiellieri, che hanno creato pezzi intricati dai migliori argenti utilizzando i tradizionali smalti blu e verdi. Il copricapo nell’immagine sopra presenta un grande ciondolo e la ragazza è ornata di gioielli. Il suo vestito mostra anche i modelli squisiti e gli ornamenti ingioiellati del tradizionale abito Kabyle.

Copricapo della tribù Ouled Nail

Le donne della tribù nordafricana Ouled Nail erano note per i loro caratteristici copricapi ingioiellati simili a corone stratificate in monete d’oro e adornati con catene, perline e altri accessori, come le piume. Oltre al copricapo, le donne indossavano su tutto il corpo gioielli d’oro e d’argento. L’immagine a sinistra raffigura una donna della tribù Ouled Nail che indossa una cintura d’oro. (Immagine a destra: Ouled Nails- Biskra, Algeria 1860-90, American Library of Congress. Immagine a sinistra: National Geographic Magazine, 1914)

Il copricapo coniato palestinese

Ci sono molte varianti al copricapo palestinese indossato dalle contadine in tutta la Palestina. Come in altre culture, il copricapo palestinese fungeva da banca fisica, con le donne che  lo usavano per conservare le loro doti e l’oro e l’argento che avevano accumulato nel corso della loro vita. Le mode tradizionali palestinesi variavano in base alle posizioni geografiche e le donne in tutta la Palestina avevano stili e costumi distinti. Qui vediamo il copricapo di Gerusalemme e Ramallah: un cappello ricamato adornato con bigiotteria d’oro e d’argento. Alcune donne hanno aggiungevano perline di corallo e nappe decorative. (National Geographic)

A differenza del copricapo ricamato di Ramallah/Gerusalemme, la donna sposata di Betlemme indossava un cappello simile al fez chiamato Shatwa. Lo Shatwa è adornato con file di monete, perline di corallo e altri ornamenti. Alcune donne permettevano che lo Shatwa fosse esposto visibilmente, mentre altre donne lo coprivano con spessi veli bianchi. (National Geographic Magazine, 1925)

Le tribù beduine del deserto del Negev in Palestina avevano copricapi unici. Le donne della tribù Turi, ad esempio, indossano un copricapo composto da un velo di monete, lasciando visibili solo gli occhi. Per indicare che sono sposate, le donne Turi si intrecciano i capelli e li portano sulla fronte a forma di corno. (National Geographic Magazine, 1927)

Iran

Le donne persiane sono storicamente note per la vivacità e i colori audaci che adornavano i loro abiti tradizionali e anche i loro copricapi. Ci sono molti disegni tradizionali in tutto l’Iran che sono particolari per ogni regione e gruppo etnico all’interno del paese. Uno dei copricapi tradizionali più popolari in Iran è il cappello coniato. Molte donne indossavano questo cappello e si intrecciavano i capelli come mostrato nella foto sopra. (Persian Women di Isaac Malek Yonan, 1898, American Library of Congress)

Oman

L’Oman Batoola è un copricapo tipico della regione del Golfo. Realizzato con molti materiali diversi come seta, fili d’oro e d’argento e pelle di capra, il Batoola copre il viso della donna dalle sopracciglia fino alla bocca. Il Batoola ha scopi pratici e funge da scudo per proteggere i volti delle donne dai rigidi climi del deserto, e funge anche da simbolo di modestia. Ci sono molti stili diversi di Batoola che riflettono la diversità della regione. Nella foto è il tradizionale Batoola dell’Oman (National Geographic, 1911)

Tatuaggi sul viso

Il tatuaggio sul viso era una pratica comune in Nord Africa e in tutto il Medio Oriente. Gli Amazigh, i curdi e varie tribù beduine si tatuavano modelli e disegni distinti sui loro volti. Questa pratica si è diffusa in diverse parti del Medio Oriente, specialmente tra i beduini e i contadini palestinesi.

In Nord Africa, le tribù Amazigh praticavano ampiamente l’arte del tatuaggio come la ragazza tunisina vista qui. Uno dei primi e più tradizionali tatuaggi è il tatuaggio sul mento chiamato siyala. Il tatuaggio siyala era un simbolo di buona salute e fertilità, ed era tatuato su una donna con la speranza che potesse avere figli sani. Tutti i tatuaggi facciali rappresentavano fasi importanti della vita di una donna al fine di portare fertilità, buona salute e buona fortuna. (Biblioteca americana del Congresso, 1920)

Con la diffusione dell’Islam in Nord Africa e Medio Oriente, la pratica del tatuaggio facciale si è gradualmente estinta, tuttavia è rimasta diffusa nei villaggi e all’interno delle comunità beduine della regione. Una delle regioni in cui la pratica era più diffusa, al di fuori del Nord Africa, era la Palestina. Nella foto una donna musulmana palestinese di Betlemme con tatuaggi facciali (National Geographic Magazine, 1927)

Thobes tradizionali: sete e ricami

Una delle città abitate più antiche del mondo, Damasco, era un fulcro per l’industria della seta fine nella regione. Il famoso tessuto damascato, originariamente realizzato in seta, era considerato un tesoro in tutta la regione ed era noto per i suoi colori vivaci, i motivi intricati e la morbidezza. In tutto il paese, le donne siriane indossavano abiti elaborati realizzati con il tessuto damascato. La seta damascena veniva commerciata in tutto il mondo ed è particolarmente ammirata in tutto il mondo arabo. (National Geographic Magazine, 1946)

Anche le donne di Nazareth (El Nasra) e della regione palestinese della Galilea indossavano abiti con ricchi tessuti di seta e motivi vari. Nella foto  una donna di Nazareth nel 1938, che indossa un abito tradizionale di Nazareth (National Graphic Magazine, 1927)

Tatreez palestinese

I thobe ricamati palestinesi sono emblemi dell’identità nazionale palestinese e servivano come rappresentazione ambulante che identificava facilmente a quale regione della Palestina appartenessero le donne. Le donne di tutta la regione indossavano thobe cuciti a mano con distinti motivi ricamati e simboli che rappresentavano le loro identità regionali.

Il thobe di Ramallah è noto per i suoi vivaci ricami rossi e il tessuto avorio. La regione di Betlemme presenta alcuni dei modelli più particolari ed è l’origine dello stile Malak, la regina dei thobes, adottato in tutta la Palestina e indossato in occasioni speciali. Alcune donne hanno anche scelto di essere sepolte nei loro malak, a significare quanto fosse venerato questo tipo di thobe.

Altre aree come Gaza sono caratterizzate da un tessuto nero scuro adornato con ricami blu intenso e rosso. In luoghi vicino a Gerusalemme, come lo storico villaggio di Lifta, venivano usati tessuti e colori diversi e adornati con ricami specifici.

Oggi, solo poche donne palestinesi indossano quotidianamente i loro thobes, come invece facevano le loro antenate. Tuttavia, in tutti i villaggi palestinesi, le donne indossano e producono ancora thobe per matrimoni e occasioni speciali, assicurando che il ricamo rimanga un’industria dominante in tutta la Palestina. (Immagine a destra: Bethlehem Malak thobe, 1927. Immagine a sinistra: Lifta e più ampia thobe in stile Gerusalemme, 1929, National Geographic Magazine)

Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” -Invictapalestina