DAWN chiede al Dipartimento di Stato americano di tagliare i finanziamenti al famigerato Battaglione israeliano Netzah Yehuda applicando la Legge Leahy.
Fonte: English version
Di Michael Arria – 3 dicembre 2022
Questa settimana Democrazia per il Mondo Arabo Ora (Democracy for the Arab World Now – DAWN) ha posto la questione e pubblicato un rapporto sulle violazioni dei diritti umani e sui crimini di guerra commessi dal Battaglione Netzah Yehuda dell’esercito israeliano, un’unità speciale per soldati ebrei ultraortodossi.
“Il minimo che gli Stati Uniti possano fare è applicare le sanzioni della Legge Leahy per l’omicidio di un americano contro un’unità israeliana recidiva che ha ucciso e maltrattato i palestinesi impunemente per anni”, ha affermato il direttore dell’Ufficio Legale per Israele e Palestina di DAWN Adam Shapiro in una dichiarazione. “Sebbene Netzah Yehuda potrebbe non essere la peggiore unità dell’esercito israeliano, le sue azioni sono state ben documentate dai media israeliani e internazionali, offrendo una visione unica dell’assoluta riluttanza da parte dei governi israeliani a ritenere i suoi soldati responsabili per aver violato il diritto internazionale e le regole di ingaggio dell’esercito israeliano”.
DAWN ha anche presentato un fascicolo sul Battaglione alla Corte Penale Internazionale (CPI). “La CPI ha un’opportunità storicamente importante per imporre una reale responsabilità sui sistematici e diffusi crimini israeliani contro i palestinesi e, così facendo, dimostrare al mondo che la CPI può occuparsi dei casi e farlo indipendentemente dalla pressione politica”, ha affermato Shapiro. “Questo rapporto, insieme alle montagne di prove dei crimini di guerra israeliani presentate alla CPI, dovrebbe rendere abbastanza facile per la Corte svolgere il proprio lavoro e rendere piuttosto difficile eludere la giustizia”.
Il mese scorso l’unità ha completato il suo servizio a Gush Talmonim e ha iniziato l’addestramento nella Valle del Giordano. Il Battaglione ha dato il via all’addestramento sfilando attraverso la Cisgiordania. “La marcia è stata accompagnata da canti, balli e festeggiamenti”, ha riferito il Jerusalem Post. “Durante il viaggio, decine di residenti e cittadini sono stati visti tifare per i soldati Haredi, alcuni dei quali si sono persino uniti a canti e balli”.
L’uccisione di Omar Assad
Il 12 gennaio 2022, i soldati di Netzah Yehuda hanno arrestato il settantottenne palestinese-americano Omar Abdulmajeed Assad nei pressi di un posto di blocco nel villaggio di Jiljiliya.
Assad, che ha vissuto negli Stati Uniti per quarant’anni, stava tornando a casa dopo una riunione di famiglia. I testimoni dicono che i soldati lo hanno tirato fuori dalla sua auto durante un controllo, trascinandolo a terra per alcuni metri, ammanettandolo, imbavagliandolo e costringendolo a stendersi a terra. Dopo il fatto alcuni palestinesi hanno trovato Assad privo di sensi ed è stato dichiarato morto al suo arrivo in ospedale.
La famiglia di Assad ha detto ai media che aveva una condizione cardiaca preesistente, diabete e ipertensione. Il Ministero della Salute palestinese ha rilasciato una dichiarazione in cui affermava che era morto per un attacco di cuore “causato molto probabilmente dal pestaggio e aggravato dalla lunga detenzione e poi dall’abbandono ammanettato per diverse ore all’addiaccio in una notte molto fredda”.
Un esame medico ha confermato che Assad ha subito un infarto fatale e ha notato che probabilmente è stato causato dallo stress del maltrattamento. Durante le indagini sulla morte di Assad, DAWN ha scoperto che (grazie a una causa del 2019) all’esercito israeliano non è permesso bendare le persone mentre le detengono. I soldati sarebbero stati presumibilmente aggiornati sul protocollo di detenzione una volta implementata la regola.
Omar Abdulmajeed Assad non è l’unico palestinese ad essere ucciso da Netzah Yehuda negli ultimi anni. Nel 2016 hanno sparato a Iyad Zakaria Muhammad Hamed, un trentaseienne padre di due figli, a Silwad. In un primo momento i militari affermarono che Hamed aveva prima sparato e poi lanciato una bottiglia incendiaria contro di loro. Alla fine dichiararono che era corso verso di loro nonostante i molteplici avvertimenti. Un’indagine del gruppo israeliano per i diritti umani B’Tselem ha scoperto che Hamed era disarmato e non rappresentava assolutamente una minaccia.
“Ho visto un soldato uscire tra gli alberi di uno dei frutteti a Nord di dove ero. Ha fatto un cenno con la mano ai suoi amici nella torre”, ha detto un testimone al ricercatore sul campo di B’Tselem Iyad Hadad. “Sono arrivato all’ingresso della strada che collega l’ingresso del villaggio con la torre, di fronte a dove si trovava il soldato. Iyad Hamed era alla mia sinistra. Ho sentito uno sparo e ho visto che aveva colpito Iyad alla schiena. Ho visto qualcosa uscire dal suo petto. Nello stesso momento, ho visto tre soldati uscire dalla zona intorno alla torre”.
“C’erano molti soldati, agenti della Polizia di Frontiera e veicoli dell’Ufficio di Coordinamento Locale israeliani sul posto”, ha detto al gruppo un autista di ambulanza che è arrivato sulla scena. “Mentre mi avvicinavo, ho suonato il clacson da una distanza di circa 100 metri. Sono rimasto sorpreso di vedere un soldato o un agente della Polizia di Frontiera accovacciato e un altro in piedi che puntavano le armi contro di noi. Ci fecero cenno con le mani per ordinarci di indietreggiare. Mi allontanai accostando sul ciglio della strada, a circa 100 metri di distanza. La vittima era già in una sacca per cadaveri, accanto ai blocchi di cemento che i militari usano per chiudere la strada”.
Nel 2018 il Battaglione ha ucciso il diciassettenne Qassem al-Abbasi fuori Ramallah. L’esercito ha detto che l’auto in cui si trovava ha attraversato un posto di blocco militare e ignorato i ripetuti avvertimenti, ma la sua famiglia ha negato le affermazioni.
“Mentre stavamo guidando verso Nablus, abbiamo incontrato agenti di polizia che bloccavano la strada. Ci hanno detto che non possiamo guidare fino a Nablus da qui e che dovevamo fare inversione e attraversare la strada vicino a Beit El”, ha detto al Times of Israel il cugino di Qassem Mohammad, che era alla guida dell’auto, “Quando abbiamo raggiunto l’incrocio Beit El, abbiamo fatto una svolta a destra e ci siamo resi conto che non stavamo andando nella direzione giusta”, ha detto Mohammad. “Abbiamo iniziato a tornare sulla strada da cui provenivamo e i coloni hanno iniziato a spararci, mandando in frantumi uno dei finestrini dell’auto. Abbiamo continuato a guidare, ma poco dopo ci siamo fermati quando è arrivato l’esercito”.
Il giorno successivo l’esercito ha ritrattato la propria versione secondo cui l’auto aveva attraversato un posto di blocco.
Oltre alle uccisioni, il rapporto DAWN documenta casi di aggressioni fisiche, abusi sessuali e detenzione arbitraria compiuti dal Battaglione.
La legge Leahy
La Legge Leahy, che prende il nome dal suo promotore, il Senatore Democratico del Vermont Patrick Leahy, è stata pensata per vietare ai dipartimenti di Stato e della Difesa degli Stati Uniti di fornire aiuti militari a gruppi stranieri che commettono violazioni dei diritti umani. Richiede inoltre che “il governo di tale Paese adotti misure efficaci per assicurare alla giustizia i membri delle forze di sicurezza responsabili”.
Dopo la morte di Assad, l’esercito israeliano ha punito un alto ufficiale e ne ha sollevati altri due dal comando. Hanno persino iniziato una loro indagine sulla questione, tra le pressioni dei membri del Congresso degli Stati Uniti, ammettendo che la sua morte è stata il risultato di una “cattiva condotta e di scarsa capacità decisionale da parte dei soldati”. Tuttavia, i soldati non sono ancora stati puniti. Il mese scorso l’esercito israeliano si è finalmente mosso verso l’incriminazione di due ufficiali per cattiva condotta, ma i soldati israeliani molto raramente vengono perseguiti per questi crimini. Secondo B’Tselem ci sono state 200 indagini penali sull’uccisione di palestinesi tra il 2011 e il 2019, ma solo due condanne.
Il Portavoce del Dipartimento di Stato americano Ned Price ha detto ai giornalisti che l’amministrazione Biden era “profondamente preoccupata” per le circostanze relative la morte di Assad. “Gli Stati Uniti si aspettano un’indagine penale approfondita che faccia piena giustizia in questo caso, e saremo lieti di ricevere ulteriori informazioni su questi sforzi il prima possibile”, ha affermato Price. Continuiamo a discutere di questo preoccupante incidente con il governo israeliano”.
Biden ha costantemente respinto le richieste di condizionare gli aiuti militari a Israele. “L’idea di condizionare l’assistenza militare a Israele, al fatto che cambi una politica specifica, la trovo assolutamente oltraggiosa”, ha detto ai giornalisti durante la campagna elettorale nel 2019. “No, non la condizionerei e penso che sia un errore gigantesco”.
Israele riceve attualmente oltre 3,8 miliardi di dollari (3,6 miliardi di euro) in assistenza militare dal governo degli Stati Uniti ogni anno.
Michael Arria è il corrispondente statunitense di Mondoweiss. Il suo lavoro è apparso in In These Times, The Appeal e Truthout. È l’autore di Blu Opaco: La Politica di MSNBC (Medium Blue: The Politics of MSNBC).
Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org