ADL utilizza gli investimenti a impatto per colpire il BDS

A novembre, l’ADL ha annunciato l’acquisizione della rete ebraica di investimenti JLens per combattere le cosiddette attività anti-israeliane nell’ambito degli investimenti progressivi.

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Di Jessica Buxbaum – 15 dicembre 2022

Immagine di copertina: Carly Maisel partecipa a Vertice Ne Oggi Ne Mai 2022 della Lega Anti-Diffamazione al Centro Javits di New York, NY, il 10 novembre 2022. Foto | Efren Landaos | Sipa tramite AP Immagini

“È tempo che la comunità ebraica si riunisca per usare il nostro potere di investitori istituzionali per garantire che le società siano allineate con i nostri valori e non cedano alle pressioni antisemite”, ha dichiarato Jonathan Greenblatt, amministratore delegato della Lega Anti-Diffamazione (Anti-Defamation League – ADL).

Gli investimenti a impatto, o investimenti ambientali, sociali e statali (ESG), sono utilizzati per determinare il livello di responsabilità sociale di una società o di un investimento. Gli attivisti fanno sempre più pressione sugli investitori affinché prendano in considerazione fattori come il cambiamento climatico nelle loro decisioni finanziarie.

Ma le critiche sulla situazione dei diritti umani in Israele e le discussioni sulla complicità delle imprese nel settore ESG stanno preoccupando i gruppi di pressione israeliani come l’ADL.

“L’ESG è l’ultima frontiera nella lotta contro l’antisemitismo e contro l’impegno degli attivisti per il Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) che cercano di portare avanti la loro campagna”, ha affermato Greenblatt. “I recenti eclatanti esempi di società che annunciano pubblicamente mosse anti-israeliane sono solo la punta dell’iceberg. Lavorando con JLens, un gruppo d’investimento leader nel settore ebraico, speriamo di essere in grado di prevenire tali azioni prima ancora che inizino”.

L’annuncio dell’ADL è stato criticato in rete dagli attivisti per aver tentato di bloccare il controllo degli investitori sui crimini di Israele, creando così un’eccezione israeliana quando si tratta di investimenti a impatto.

“Per chiunque ancora non capisca cosa sta succedendo: l’ADL e i suoi amici esigono che l’ESG crei un’eccezione su Israele, o marchieranno l’ESG come antisemita, unendosi di fatto alla battaglia di destra contro il ‘capitalismo etico’”, ha dichiarato Lara Friedman, presidente della Fondazione per la Pace in Medio Oriente (Foundation for Middle East Peace – FMEP), in un twitt.

Man mano che il movimento BDS prende slancio, la lobby israeliana sembra elaborare strategie per combatterlo, sia attraverso leggi anti-BDS sia dettando le regole degli investimenti socialmente responsabili.

Creare un’eccezione per Israele 

Anche prima che l’ESG fosse una considerazione comune, la lobby israeliana considerava lo spazio di investimento socialmente consapevole come una potenziale minaccia per Israele.

In un verbale della Fondazione per la Pace in Medio Oriente sulla legislazione anti-BDS, Friedman cita un rapporto del Gruppo Reut, un circolo di pensiero della lobby israeliana con legami con il governo israeliano, concludendo che la Responsabilità Sociale d’Impresa (CSR) e gli Investimenti Socialmente Responsabili (SRI), che sono diventati gli ESG, rappresentano un pericolo per Israele.

“Il movimento anti-israeliano si sforza di creare una categoria unica per Israele all’interno delle norme internazionali e del diritto internazionale, sostenendo che gli investimenti in Israele non sono socialmente responsabili. La rete pro-Israele dovrebbe agire per accelerare la sua curva di apprendimento e capacità di adattamento”, afferma il rapporto. “La filantropia ebraica dovrebbe diventare più attiva negli investimenti a impatto”.

Secondo Friedman, la recente decisione dell’ADL di assorbire JLens non è uno sviluppo nuovo, ma piuttosto qualcosa che gruppi legali pro-Israele come Reut e l’Istituto Legale Zachor hanno sostenuto sin dagli inizi degli investimenti consapevoli.

“Quindi, se l’idea è che noi (gruppi filo-israeliani) non possiamo impedire il decollo degli investimenti socialmente responsabili, dobbiamo trovare un modo per sovvertirli in modo che non finiscano per concentrarsi su Israele”, ha detto Friedman. “E a Israele sarà concessa un’esenzione effettiva”.

JLENS prende di mira il BDS sotto forma di investimenti consapevoli

JLens è stata fondata nel 2012 ed è presentata come uno strumento per i filantropi ebrei che vogliono entrare negli investimenti a impatto. Tuttavia, avvalendosi di parole tipiche del consumatore etico, JLens ha semplicemente nascosto il vero obiettivo dell’organizzazione: combattere il BDS.

“Poiché gli investitori etici influenzano sempre più il comportamento delle società, la missione di JLens è quella di dare alla comunità ebraica una presenza strategica in questo influente ambito per promuovere i valori e gli interessi ebraici e combattere il BDS che è diventato la voce dominante su Israele nell’ambito, si legge sul sito di JLens.

L’organizzazione di boicottaggio ha guidato la campagna contro la società statunitense di ricerca sugli investimenti Morningstar, che ha recentemente modificato le sue misure di valutazione a causa delle pressioni dei gruppi di lobby israeliani.

JLens ha accusato Sustainalytics, una consociata di Morningstar, di pregiudizi anti-israeliani per il suo Rilevatore dei Diritti Umani (Human Rights Radar), uno strumento utilizzato per misurare la responsabilità sociale di un’azienda. La rete di investitori ha specificamente affermato che il prodotto di Sustainalytics supportava il BDS.

Dopo le ripetute insistenze da parte di gruppi pro-Israele e funzionari repubblicani, Morningstar ha abbandonato il suo strumento di rilevazione dei diritti umani e ha apportato modifiche al suo sistema di classificazione. Sustainalytics ora sostituirà il termine “Territori Occupati” con “Cisgiordania” e smetterà di utilizzare come fonti il ​​Consiglio per i Diritti Umani delle Nazioni Unite e il Centro di Ricerca WhoProfits. Il governo israeliano ha da tempo denunciato le Nazioni Unite e WhoProfits come antisemiti per aver denunciato le violazioni dei diritti umani di Israele.

Secondo Friedman, la campagna contro Morningstar ha messo alla prova l’efficacia della lobby israeliana nel manipolare e politicizzare lo strumento degli ESG.

“La mossa dell’ADL segue la vittoria delle organizzazioni e dei leader ebraici statunitensi su Morningstar, che la scorsa settimana ha annunciato un nuovo quadro ESG su Israele, che esclude la legge internazionale, i dati delle Nazioni Unite e i dati degli esperti palestinesi”, ha affermato Friedman su Twitter. “In breve, Morningstar ha aperto la strada a un’eccezione dell’ESG per Israele”.

Stabilire un precedente pericoloso in ESG

Con l’unione delle forze di ADL e JLens, attivisti ed esperti di diritti umani affermano che lo strumento ESG viene sfruttato e minato a vantaggio di Israele.

La creazione di un’eccezione solo per Israele, sostiene Friedman, scredita l’ESG come settore e aumenta l’impunità di Israele sulla scena internazionale. “Questo rovina completamente i palestinesi e li rende più vulnerabili di qualsiasi altra popolazione al mondo”, ha detto, aggiungendo che, ponendo Israele su un livello preferenziale, potrebbe, a sua volta, aprire la porta alla protezione anche di altri violatori dei diritti umani.

Perché se Israele può farlo, diventa solo una questione di chi ha il potere di lobby, il peso politico, mediatico e finanziario per pretendere regole diverse. È un’area in cui ci sono regole che si applicano a tutti o a nessuno?”

Pertanto, la lobby israeliana si è ora infiltrata nello strumento ESG e, così facendo, ha creato un pericoloso precedente quando si tratta di principi che guidano le società e i diritti umani.

Jessica Buxbaum è una giornalista corrispondente da Gerusalemme per MintPress News che copre Palestina, Israele e Siria. Il suo lavoro è apparso su Middle East Eye, The New Arab e Gulf News.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org