Netanyahu e Ben Gvir hanno previsto che presto scoppierà una nuova intifada

C’è una storia sull’imperatore romano Nerone, secondo la quale diede fuoco a Roma solo per poter vedere le fiamme. La storia può o non può essere vera, ma quando la Palestina sarà in fiamme, la storia ricorderà chi ha appiccato il fuoco.

Fonte: English version

Di Miko Peled – 24 febbraio 2023

Benjamin Netanyahu, il Primo Ministro di Israele, sarà ricordato come il politico spericolato che diede a Itamar Ben-Gvir il via libera per appiccare un incendio che consumerà la Palestina e causerà morte e distruzione, di una portata che non si era mai vista prima.

Grazie a Netanyahu, Ben-Gvir ha acquisito autorità e comando su ogni agenzia israeliana che tratta con il popolo palestinese. Ora sembra che Netanyahu e Ben-Gvir stiano per vedere esattamente cosa succede quando si spingono i palestinesi in un angolo. L’unica questione insoluta è come Ben-Gvir, che ora è alla guida dell’intero apparato di difesa interno di Israele, affronterà quella che potrebbe essere la più grande rivolta palestinese fino ad oggi.

Noto per essere un vile, un pazzo e un folle razzista opportunista, Ben-Gvir in vita sua non ha mai gestito, tanto meno comandato, nemmeno un piccolo negozio. Un articolo del New Yorker lo descrive come un attivista, reclutatore e persino un modello per il movimento razzista pieno di odio che alla fine era destinato a guidare.

Prigionieri palestinesi: una polveriera

Una questione che tocca il cuore di ogni palestinese è il destino delle migliaia di prigionieri palestinesi che soffrono nelle carceri israeliane. Israele ha ventisei strutture che utilizza per interrogare, detenere e incarcerare i palestinesi.

Una mappa creata da Addameer, un’organizzazione palestinese concentrata sul sostegno ai prigionieri e sui diritti umani, li elenca tutti, mostra le loro posizioni e rivela altri dettagli ottenuti negli anni dall’organizzazione.

Come Ministro della Sicurezza Nazionale, Ben-Gvir ha il controllo totale sull’agenzia che governa le carceri palestinesi, dandogli il controllo anche sull’aspetto più minuscolo della vita delle persone che chiama regolarmente terroristi ma, di fatto, sono legittimi prigionieri politici.

Volendo dimostrare il pugno di ferro con cui vengono trattati i “terroristi” sotto la sua giurisdizione, Ben-Gvir ha recentemente annunciato la chiusura delle panetterie che forniscono pane fresco ai prigionieri palestinesi. A quell’annuncio è seguito un proclama secondo cui ai prigionieri sarebbero stati concessi solo quattro minuti per fare la doccia, dopodiché le autorità israeliane avrebbero chiuso l’acqua.

I prigionieri palestinesi non hanno tardato a rispondere a Ben-Gvir. In una lettera pubblicata in ebraico, i prigionieri hanno dichiarato una “rivolta” contro Ben-Gvir, che, se gli avvenimenti passati sono indicativi, potrebbe incendiare l’intera Palestina.

La lettera dei prigionieri, indirizzata al giornalista israeliano Elior Levi, è stata scritta dalla direzione del movimento dei prigionieri palestinesi. In esso annunciano l’inizio di una rivolta in risposta alle dure misure adottate da Ben-Gvir. Hanno anche annunciato uno sciopero della fame a oltranza all’inizio del mese sacro musulmano del Ramadan.

La crudeltà di Ben-Gvir, dice la lettera, non solo porterà a una rivolta all’interno delle mura delle prigioni, ma minaccia anche di incendiare tutta la Palestina. Come la storia ha insegnato, questa non è una minaccia vuota, ma un vero e proprio avvertimento. Il Ramadan è dietro l’angolo, ed è un momento in cui le tensioni tra palestinesi e israeliani sono già molto alte, in particolare intorno a Gerusalemme.

La repressione di Ben-Gvir si estende anche ai quartieri palestinesi di Gerusalemme, spingendo la dirigenza palestinese della città in guerra a dichiarare uno sciopero generale e una campagna di disobbedienza civile. I risultati sono le strade bloccate con pneumatici in fiamme, la polizia di Gerusalemme che fa irruzione nei quartieri, arresta i palestinesi e talvolta demolisce le case dei loro familiari e altre strutture.

Ramadan e Pasqua ebraica

Il mese sacro musulmano del Ramadan, che si basa sul calendario lunare e quindi si svolge ogni anno in momenti diversi, dovrebbe iniziare intorno al 22 marzo e durare fino al 21 aprile. La festa della Pasqua ebraica, anch’essa basata sul calendario lunare,  quest’anno ha luogo dal 5 aprile al 13 aprile, in altre parole, proprio nel bel mezzo del Ramadan. In circostanze normali, questo ha poca importanza, ma in Palestina è un’esplosione annunciata.

Durante il Ramadan, un mese sacro per i musulmani in cui la preghiera e il culto sono fondamentali, le autorità israeliane allentano alcune restrizioni ai palestinesi che desiderano recarsi a Gerusalemme per pregare ad Al-Aqsa, il secondo luogo più sacro per i musulmani. Milioni di palestinesi sfidano i posti di blocco e altro ancora per pregare ad Al-Aqsa durante il Ramadan, in particolare il venerdì. Ma negli ultimi anni, anche prima che Ben-Gvir prendesse il potere, le tensioni sono aumentate quando estremisti ebrei, difesi da forze israeliane in assetto da guerra, sono entrati nel Santuario Sacro e ad Al-Aqsa, a volte profanando il luogo sacro e quasi sempre portando a scontri  con Palestinesi intenti a difendere il loro sacro luogo di culto.

Un poliziotto israeliano assiste mentre i medici soccorrono un uomo ferito dalle forze israeliane durante gli scontri del Ramadan nel complesso della Moschea di Al-Aqsa a Gerusalemme, 10 maggio 2021. Mahmoud Illean | AP

Durante le festività ebraiche, quelle stesse autorità israeliane impongono un blocco quasi totale ai palestinesi. I ghetti della Cisgiordania e i posti di blocco vengono chiusi.

Durante questo periodo molto delicato, quando una grande festa ebraica cade contemporaneamente a una grande festa musulmana, si spera in un leader dotato di intelletto che sia ragionevole e, cosa forse più importante, sensibile ai bisogni di tutte le parti. Itamar Ben-Gvir, responsabile di questi arrangiamenti complicati e potenzialmente esplosivi, non è sicuramente quella persona. Tuttavia, Netanyahu lo ha messo al comando.

Quindi quante sono le probabilità che il palazzo venga incendiato in una misura che deve ancora essere vista? Molto alte. Prendiamo la questione dei prigionieri, aggiungiamo Gerusalemme, la chiusura dei posti di blocco e aggiungiamo le festività ebraiche e il Ramadan. Ora mettiamo un pazzo razzista che si eccita alla vista del sangue palestinese a capo di tutto questo, cosa ci si può aspettare?

Un’altra intifada

Per anni la gente si è chiesta se scoppierà un’altra Intifada. E in effetti, per tutto questo tempo si è assistito ad una rivolta limitata. Tuttavia, considerando gli elementi fin qui citati, ci si può aspettare presto una rivolta massiccia e totale.

Le persone di coscienza in tutto il mondo devono prepararsi a sostenere il popolo palestinese in modi senza precedenti. Non basta più marciare e manifestare. Le persone devono spingere i loro governi locali e nazionali, la stampa e la comunità imprenditoriale a sostenere attivamente la lotta palestinese.

Questa situazione instabile sta solo aspettando di esplodere, quindi non c’è motivo di aspettare. Faremmo bene a chiedere urgentemente garanzie per la sicurezza e l’incolumità del popolo palestinese. Dobbiamo dimostrare alle comunità in cui viviamo e operiamo che uno scenario in cui le vite dei palestinesi non hanno valore non può continuare. Israele, e tutti i governi che lo sostengono o le aziende che fanno affari con esso, devono essere ritenuti responsabili.

La comunità internazionale deve sanzionare Israele e chiedergli conto di ogni capello torto a un bambino palestinese. Il momento è adesso perché Netanyahu e Ben-Gvir si crogiolano alla prospettiva di vedere la Palestina in fiamme.

Miko Peled è uno scrittore e attivista per i diritti umani, nato a Gerusalemme. È autore di “The General’s Son. Journey of an Israeli in Palestine” (Il Figlio del Generale. Viaggio di un Israeliano in Palestina) e “Injustice, the Story of the Holy Land Foundation Five” (Ingiustizia, Storia dei Cinque Della Fondazione Terra Santa).

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org