ll mese scorso, Israele ha celebrato il 75° anniversario dall’istituzione dell’esercito. L’ordine fu firmato da David Ben Gurion, il primo Primo Ministro israeliano, il 26 maggio 1948, legittimando la violenza dei paramilitari sionisti incorporandoli nell’istituzione militare dello Stato coloniale.
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Di Ramona Wadi – 1 giugno 2023Immagine di copertina: Le Forze di Difesa Israeliane stazionano davanti alle macerie della casa del prigioniero palestinese Omar Jaradat dopo averla demolita con l’utilizzo di esplosivi nel villaggio di Silat al-Harithiya, vicino alla città di Jenin, nella Cisgiordania occupata il 7 maggio, 2022. Credito fotografico: Agenzia Anadolu
Mentre Israele preferisce cancellare la Nakba del 1948 dalla sua memoria storica nonostante sia l’autore della Pulizia Etnica e della colonizzazione della Palestina, lo stesso non si può dire per le origini del suo esercito, le Forze di Difesa Israeliane (IDF). Il mese scorso, Israele ha celebrato il 75° anniversario dall’istituzione dell’esercito. L’ordine fu firmato da David Ben Gurion, il primo Primo Ministro israeliano, il 26 maggio 1948, legittimando la violenza dei paramilitari sionisti incorporandoli nell’istituzione militare dello Stato coloniale.
I media israeliani hanno glorificato l’istituzione dell’IDF e il concetto di “esercito popolare”, che è stato coniato per definire la coscrizione e i legami tra l’esercito e la società. Le notizie del sito web Ynet riportavano brevi testimonianze degli ex soldati dell’IDF del 1948, sorvolando sulle atrocità della Nakba e alimentando l’illusione di un esercito “pronto a sacrificare tutto per la propria Patria”.
La realtà, tuttavia, è che i paramilitari sionisti hanno goduto dell’impunità fin dall’epoca del Mandato Britannico, e la stessa impunità è stata concessa dalla comunità internazionale mentre Israele continua ad agire esclusivamente ed eccezionalmente in violazione del diritto internazionale. La sua eredità non ha nulla a che fare con la protezione dei suoi cittadini, ma con la protezione dell’impresa coloniale israeliana. Questo, essendo lo strumento della Pulizia Etnica del popolo palestinese dalla loro terra, che è in corso, come dimostra la partecipazione dell’IDF a tutte le forme di violenza contro la popolazione nativa.
Gaza si distingue come un esempio di ciò che i palestinesi hanno sofferto a causa dell’IDF. I bombardamenti periodici dell’enclave, a volte operazioni militari prolungate che massacrano intere famiglie palestinesi, sono stati resi più visibili a causa del temporaneo ma intenso spostamento dell’attenzione dei tradizionali media, anche se molte volte travisati per generare impunità per Israele sotto il falsa pretesto della difesa.
Eppure l’intero controllo dell’IDF sulle vite dei palestinesi: posti di blocco, la protezione dei coloni, le incursioni notturne e diurne nei villaggi e nelle case palestinesi, uccisioni extragiudiziali di palestinesi, torture e abusi sui detenuti palestinesi, compresi i minori, è ciò di cui si occupa anche l’IDF. Il distacco con cui Israele, e anche la comunità internazionale, parla dell’IDF è stato possibile attraverso la normalizzazione della violenza contro i palestinesi. Con l’attribuzione della priorità al falso pretesto della sicurezza inventato di Israele, le vite del popolo palestinese devastate dalla violenza coloniale sono diventate insignificanti, tanto quanto le stesse azioni dell’IDF.
Dai crimini di guerra agli atti individuali di aggressione normalizzata, il più comune è il numero crescente di palestinesi sfollati, resi profughi a seguito della demolizione di case per un’ulteriore espansione coloniale, la comunità internazionale protegge anche l’IDF dal controllo. Qualunque sia la forma di violenza che l’IDF infligge, il riconoscimento da parte della comunità internazionale del colonialismo per difendersi violentemente è ripetutamente stabilito, giustificando così anche le precedenti azioni dell’eredità sionista prima che i paramilitari venissero arruolati. Se l’attenzione si spostasse sulle azioni dell’IDF, invece della terminologia normalizzata che la comunità internazionale utilizza per coprire le violazioni del diritto internazionale, la narrativa sulla sicurezza di Israele verrebbe messa in discussione e il mito dell'”esercito morale” dell’IDF sarebbe sfatato.
L’eredità dell’IDF è, e sarà, la violenza coloniale.
Ramona Wadi è una ricercatrice e giornalista indipendente, recensore di libri e blogger. I suoi articoli coprono una vasta gamma di temi in relazione alla Palestina, al Cile e all’America Latina.
Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org