Un nuovo rapporto di Defence for Children International – Palestine conclude: “Dai diffusi maltrattamenti e torture dei minori palestinesi alla sistematica negazione dei loro diritti al giusto processo emerge un sistema di controllo mascherato da giustizia”.
Fonte: English version
Di Jeff Wright – 4 giugno 2023
Immagine di copertina: Le forze israeliane arrestano un giovane palestinese durante un’incursione nella città vecchia di Hebron, in Cisgiordania, il 2 novembre 2018. (Foto: Wisam Hashlamoun/APA Images)
Probabilmente non avete mai sentito i loro nomi: Laith Kharma, Amal Nakhleh, Mohammad Mansour, Jihad Bani-Jaber. Sarete sconvolti nel leggere i resoconti dei loro arresti e incarcerazione da parte delle autorità israeliane registrati nel rapporto recentemente pubblicato da Difesa Internazionale per l’Infanzia – Palestina (Defence for Children International – Palestine, DCI-P).
Prendiamo, per esempio, il diciassettenne Laith. Secondo il Rapporto di maggio di DCI-P, Arbitrary by Default: Palestine Children in the Israeli Military Court System (Arbitrario per Definizione: Minori Palestinesi nel Sistema Giudiziario Militare Israeliano).
La mattina presto del 20 settembre 2017, intorno alle 2 del mattino, i soldati israeliani sono entrati nella casa di Laith Karma nel villaggio di Kafr Ein, fuori Ramallah. Laith è stato legato, bendato e percosso dalle forze israeliane. Non è stato né informato del motivo del suo arresto né gli è stato presentato un mandato.
Nelle successive undici ore, Laith è stato trasferito in diverse località, tra cui un posto di blocco militare e una stazione di polizia israeliana in un insediamento illegale. “Mentre veniva trasportato all’interno del mezzo militare, sembrava che il viaggio fosse interminabile”, ha detto in seguito a DCI-P.
Laith è arrivato al complesso militare israeliano di Ofer intorno alle 13:00. Durante l’interrogatorio, è stato accusato di lancio di pietre, un “reato contro la sicurezza” secondo la legge militare israeliana. Ha negato le accuse. L’interrogatore ha stampato una dichiarazione sia in arabo che in ebraico e gliel’ha fatta firmare.
Il 6 agosto 2018 le forze israeliane hanno rilasciato Laith senza spiegazioni. Ha trascorso quasi 46 settimane in detenzione militare e non è mai stato formalmente accusato di alcun crimine. Questa detenzione prolungata gli ha fatto perdere l’ultimo anno di scuola superiore.
Secondo il suo sito web, DCI-P “è un’organizzazione palestinese indipendente per i diritti dei minori dedicata alla difesa e alla promozione dei diritti dei minori che vivono in Cisgiordania, tra cui Gerusalemme Est e la Striscia di Gaza”. L’ONG offre assistenza legale, documenta le violazioni del diritto internazionale e preme per maggiori tutele per i minori palestinesi, definiti nel diritto internazionale come quelli di età inferiore ai 18 anni.
Ogni anno, 500-700 bambini palestinesi vengono arrestati e perseguiti nel sistema di detenzione militare e nel sistema giudiziario israeliano. Secondo un rapporto dell’UNICEF del 2015 citato da DCI-P, subiscono maltrattamenti che sono “diffusi, sistematici e istituzionalizzati durante tutto il processo, dal momento dell’arresto fino al processo del minore e all’eventuale sentenza e condanna”.
Il rapporto di 39 pagine di DCI-P, ampiamente chiaro e documentato, include descrizioni dettagliate delle leggi internazionali e convenzioni sui diritti umani relative alla detenzione militare israeliana, al sistema giudiziario militare, agli ordini militari relativi all’arresto, alla detenzione e all’incarcerazione di minori. Il rapporto termina elencando le misure che DCI-P sollecita con forza al governo di Israele, allo Stato di Palestina e alla comunità internazionale.
Le tutele legali internazionali relative alla giustizia minorile sono contenute principalmente nella Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti dell’Infanzia, “il trattato internazionale sui diritti umani più ampiamente ratificato nella storia”, afferma DCI-P. “Israele ha rinnovato l’adesione alla Convenzione nel 1991”, riferisce DCI-P, “impegnandosi ad attuare l’intera gamma di diritti e tutele inclusi nella Convenzione”. Tuttavia, DCI-P rivela: “Nel luglio 2013 la Commissione sui Diritti dell’Infanzia ha riesaminato l’ultima volta la conformità di Israele alla Convenzione e ha scoperto che la situazione era anche peggiore, che i minori palestinesi arrestati dalle forze israeliane erano sistematicamente soggetti a trattamenti degradanti, e spesso ad atti di tortura e che Israele aveva completamente ignorato le precedenti raccomandazioni di conformarsi al diritto internazionale”.
Il Rapporto Arbitrary by Default si basa sulle testimonianze di 766 minori detenuti dall’esercito o dalla polizia israeliana nella Cisgiordania occupata tra gennaio 2016 e dicembre 2022. Le fasce di età e il numero dei 766 bambini sono: da 0 a 11 anni, 3; da 12 a 13 anni, 21; da 14 a 15 anni, 198; da 16 a 17 anni, 544.
Le dichiarazioni giurate dei bambini, raccolte dagli avvocati di DCI-P e dai ricercatori sul campo in conformità con le norme delle Nazioni Unite, mostrano che “tre quarti dei 766 minori hanno subito una qualche forma di violenza fisica dopo l’arresto, il 97% non aveva un genitore presente durante l’interrogatorio e due terzi non erano adeguatamente informati dei loro diritti. Le forze israeliane non hanno informato i giovani del motivo del loro arresto nell’85,5% dei casi”.
I maltrattamenti sui minori detenuti, cita il Rapporto, includono arresti notturni, mani legate, bendaggio degli occhi, violenza fisica, trasferimento sul pavimento del veicolo, abusi verbali, umiliazioni e intimidazioni, negazione di cibo e acqua, negazione dell’accesso a un bagno, perquisizioni, minacce di violenza sessuale, nessun membro della famiglia presente durante l’interrogatorio e altro ancora. Secondo DCI-P, “178 minori palestinesi sono stati tenuti in isolamento, per un periodo medio di 16,5 giorni, durante il periodo di riferimento”.
I lettori ricorderanno il rapporto di Mondoweiss sul disegno di legge che la Rappresentante degli Stati Uniti Betty McCollum ha ripresentato all’inizio di quest’anno. Il decreto proibirebbe a Israele di spendere i dollari dei contribuenti statunitensi per, tra le altre cose, la detenzione militare, l’abuso o il maltrattamento di minori palestinesi in detenzione militare israeliana. Il Rapporto di DCI-P e le sue storie di minori palestinesi detenuti e maltrattati da Israele dovrebbero spingere più Rappresentanti eletti a sostenere il disegno di legge.
Ad esempio, la storia in corso di Jihad Bani-Jaber, come condivisa nel Rapporto di DCI-P.
Le autorità israeliane stanno arbitrariamente trattenendo un ragazzo palestinese di 16 anni negando il suo rilascio dalla custodia israeliana dopo aver scontato una pena detentiva nel settembre 2022.
Le forze israeliane hanno prelevato Jihad Maher Nafez Bani-Jaber, 16 anni, intorno alle 3 del mattino del 3 maggio 2022, dalla sua casa ad Aqraba, vicino a Nablus nella Cisgiordania settentrionale occupata. Jihad è stato tenuto in isolamento per essere interrogata per 13 giorni.
Mentre era nel centro di detenzione, Jihad è stato sottoposto a interrogatorio più volte e non gli è stato permesso di consultare un avvocato o di avere un legale presente. Le autorità militari israeliane hanno esteso la sua detenzione fino a otto volte prima che un foglio di accusa fosse emesso contro di lui il 31 maggio 2022 presso il tribunale militare israeliano di Salem.
Jihad è stato accusato di non aver condiviso informazioni con le autorità israeliane e ha accettato un patteggiamento per una condanna a quattro mesi, compreso il tempo trascorso in isolamento e custodia cautelare.
Dopo aver scontato la pena di quattro mesi, invece di essere rilasciato dalla custodia israeliana, il 1° settembre 2022 il vice comandante militare israeliano per la Cisgiordania ha emesso nei suoi confronti un ordine di detenzione amministrativa di ulteriori quattro mesi. Alla fine del 2022, le autorità israeliane hanno rinnovato la sua detenzione amministrativa per altri quattro mesi. Il 30 aprile 2023 la sua detenzione amministrativa è stata nuovamente rinnovata per altri quattro mesi. Jihad rimane arbitrariamente detenuto dalle autorità israeliane almeno fino al 30 agosto 2023, quando scadrà l’ultima ordinanza.
Jeff Wright è un ministro ordinato della Chiesa Cristiana dei Discepoli di Cristo.
Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org