Soldati israeliani uccidono un bambino palestinese di due anni

Mentre Blinken racconta all’AIPAC del sostegno “a prova di bomba” dell’amministrazione Biden a Israele.

Fonte: English version
Di Philip Giraldi – 13 giugno 2023Sembrerebbe non esserci limite alla bestialità israeliana nei confronti dei palestinesi e allo stesso modo nessun limite a quanto tale brutalità sia stata resa possibile dalle posizioni assunte dai succedutesi governi statunitensi e dai media nazionali. Infatti, l’autodefinitosi Stato Ebraico, che ironicamente afferma di essere una democrazia, è forse il principale violatore dei diritti umani a livello mondiale a causa del suo ufficialmente condonato Genocidio diretto contro il popolo palestinese e dei suoi bombardamenti e uccisioni dei vicini siriani e libanesi senza fornire alcuna prova convincente che siano una minaccia per Israele.

Che l’Israele dell’Apartheid sia essenzialmente uno Stato criminale che allegramente uccide e deruba gli abitanti originari della regione del Medio Oriente potrebbe essere accettato come sostanzialmente vero dalla maggior parte degli osservatori. Ma nonostante tutto ciò, a volte emerge una storia così scioccante e inquietante che diventa difficile contemplare il motivo per cui il resto del mondo non si è ribellato e ha chiesto la fine delle atrocità israeliane.

Una di queste atrocità è il recente assassinio da parte di soldati israeliani di un bambino di due anni e mezzo, Muhammad al-Tamimi. Purtroppo, non è raro che israeliani armati occupino illegalmente la Cisgiordania e uccidano bambini palestinesi. Ben 27 bambini hanno subito questo destino negli ultimi sei mesi, inclusi alcuni bambini uccisi dai bombardamenti e dai missili israeliani a Gaza. E le storie sono spesso le stesse, con il governo israeliano che afferma che ci sono state “minacce terroristiche”, provocazioni spesso deliberatamente artificiose che si trasformano rapidamente in tiro al bersaglio contro palestinesi disarmati.

In questo caso, Muhammad al-Tamini era con suo padre, Haytam al-Tamimi, ed era appena stato agganciato al sedile posteriore dell’auto di famiglia per fare una breve visita ad uno zio in un villaggio vicino e festeggiare il compleanno di una zia. Gli al-Tamimi vivono nel villaggio di Nabi Saleh, in Cisgiordania, situato dodici miglia (19,3 km.) a Nord-Ovest di Ramallah, che passa per la capitale di quei frammenti di terra che i palestinesi hanno saputo conservare come simbolo della loro identità nazionale. Gli israeliani di fatto sono occupanti di quasi tutta la Cisgiordania e hanno avamposti militari sparsi nella regione per proteggere i coloni ebrei armati e illegali che molestano costantemente i palestinesi rimasti e distruggono i loro raccolti per costringerli a emigrare. I restanti palestinesi nei loro villaggi e città sono costantemente sotto assedio e soggetti a posti di blocco stradali, arresti arbitrari e persino omicidi per mano delle Forze di Difesa Israeliane. Un osservatore nota come le restanti “comunità arabe siano in realtà enclavi palestinesi che sono prigioni” con soldati di leva israeliani di 18 anni armati fino ai denti liberi di scatenarsi come meglio credono. E quando un palestinese viene ucciso, i soldati israeliani sanno bene che non verranno in alcun modo puniti. Un gruppo pacifista israeliano ha calcolato che tra il 2017 e il 2021 un soldato che uccidesse un civile aveva solo una probabilità dello 0,87% di essere indagato e incriminato. Ci furono solo 11 accuse di questo tipo in quegli anni e le punizioni alla fine inflitte furono semplici rimproveri.

Il 1° giugno, Muhammad è stato vittima di una banda di soldati israeliani, che in seguito hanno affermato di inseguire un’auto da cui sarebbero stati sparati colpi contro il vicino insediamento ebraico illegale di Neveh Tzuf. Il problema con la versione dei fatti è che nessuno ha sentito alcun colpo fino a quando i soldati israeliani non hanno bloccato l’ingresso del villaggio prima di arrivare nel centro di Nabi Saleh con i loro mezzi blindati iniziando a sparare in tutte le direzioni. Si sono quindi fermati per alcune ore per tormentare un po’ i residenti locali picchiandoli e persino sparando contro di loro a distanza ravvicinata. Haytam Tamimi e suo figlio Muhammad erano tra i cinque palestinesi feriti durante l’incursione.

Seduto all’interno dell’auto di famiglia, Muhammad è stato colpito alla testa e suo padre raggiunto da un proiettile alla spalla, apparentemente dal fuoco di un cecchino. Portato in ospedale, Muhammad è rimasto quattro giorni in terapia intensiva prima di morire lunedì 5 giugno. Il suo corpo è stato riportato al suo villaggio per la sepoltura, avvenuta il giorno seguente, ma anche allora gli israeliani hanno scelto di interferire in quella che è stata una tragica cerimonia. Prima e durante il funerale, l’esercito israeliano aveva circondato il villaggio e più tardi quel pomeriggio, mentre le persone in lutto erano riunite presso la casa dei nonni di al-Tamimi, vi sono entrati per la terza volta da quando Muhammad è stato colpito, picchiando e sparando agli abitanti del villaggio, ferendo sei persone. Un uomo ha riportato una ferita da arma da fuoco al bacino, con il proiettile che gli è entrato nell’intestino. Una donna è stata colpita al volto con il calcio di un fucile mentre un’altra persona in lutto è stata colpita al volto con un proiettile di gomma.

Ironicamente, lo stesso giorno della morte di Muhammad, il Segretario di Stato americano Antony Blinken si è rivolto all’AIPAC (Comitato Americano per gli Affari Pubblici in Israele) al suo vertice politico annuale a Washington. L’AIPAC, si potrebbe osservare, esiste per promuovere gli interessi israeliani, il che dovrebbe renderlo soggetto a registrazione ai sensi della Legge sulla Registrazione degli Agenti Stranieri (Foreign Agents Registration Act – FARA) ma nessuno alla Casa Bianca sembra interessato a far rispettare quella particolare legge o qualsiasi altra legislazione esistente riguardante gli arsenali nucleari segreti quando è coinvolto Israele. L’ultimo Presidente che ha cercato di registrare l’organizzazione predecessore dell’AIPAC, il Consiglio Sionista Americano (American Sionist Council), è stato John F. Kennedy, e considerate cosa gli è successo forse come conseguenza.

Blinken, è lui stesso un sionista dichiarato in un’amministrazione pullulante di ebrei e cristiani sionisti per includere il Presidente Joe Biden, un cattolico da supermercato, che si definisce sionista e di fatto giura fedeltà allo Stato Ebraico. Blinken non è davvero molto bravo a incolpare Israele per qualsiasi cosa e quando partecipa ad un raduno della lobby ebraica sionista come il vertice AIPAC è ultraeccittato mentre intrattiene il pubblico con il suo amore per Israele. Ha espresso entusiasmo per come la collaborazione USA-Israele “tocchi ogni aspetto della nostra vita, dalla sicurezza agli affari, dall’energia alla salute pubblica. E la profondità e l’ampiezza di quella collaborazione tra i nostri governi sono pari solo alla forza dei legami tra i nostri popoli. Questa alleanza tra Stati Uniti e Israele è indispensabile”.

Blinken ha scelto di non riconoscere che i “legami indispensabili” tra gli Stati Uniti e lo Stato Ebraico sono attribuibili alla corruzione su larga scala del sistema politico americano da parte di Israele e della sua lobby per ottenere tale status. E inevitabilmente, Blinken si è assicurato che i suoi amici dell’AIPAC capissero che l’amministrazione Biden vede la “colpa” dei disordini in Medio Oriente proprio come fa il governo del Primo Ministro Benjamin Netanyahu: l’Iran e i “terroristi” palestinesi sono in gran parte colpevoli e Israele è l’eterna vittima. Ha ricordato come “Negli ultimi anni, abbiamo assistito a un’ondata crescente di orribili violenze che hanno portato tragicamente e insensatamente alla morte di decine di civili da entrambe le parti. Quella violenza deve finire; i suoi autori devono affrontare la stessa giustizia ai sensi della legge. I recenti atti di terrorismo, inclusi quasi 1.000 lanci di razzi contro Israele in soli tre giorni, alcuni dei quali hanno preso di mira Gerusalemme, dimostrano la minaccia quotidiana sotto la quale gli israeliani sono costretti a vivere. Il tragico evento al confine con l’Egitto, che ha provocato la morte di tre soldati israeliani, è un altro drammatico ricordo di questi pericoli quotidiani”.

Blinken non sembrava interessato ai bambini palestinesi morti né all’assassinio della giornalista palestinese-americana Shireen Abu Akleh da parte dei soldati israeliani nel maggio 2022. È più entusiasta quando racconta all’AIPAC quanto denaro del Tesoro degli Stati Uniti e altre risorse stanno affluendo a un ricco Israele dal contribuente americano, descrivendo come: “Ora, dobbiamo partire da questo. L’alleanza USA-Israele è sancita dall’impegno degli Stati Uniti per la sicurezza di Israele. Tale impegno non è negoziabile; è a prova di bomba. Stiamo fornendo a Israele 3,3 miliardi di dollari (3 miliardi di euro) di finanziamenti militari stranieri ogni anno. Inoltre, Israele riceve 500 milioni di dollari (463 milioni di euro) di finanziamenti per la difesa missilistica. Decine di milioni in più per le nuove tecnologie antidrone e antitunnel. Ciò è in linea con il memorandum d’intesa del 2016 negoziato dall’amministrazione Obama-Biden, ed è più attuale che mai. Stiamo anche erogando un ulteriore finanziamento di 1 miliardo di dollari (926 milioni di euro) per rifornire di munizioni il sistema di difesa missilistica Iron Dome di Israele, che abbiamo sviluppato insieme e che ha salvato innumerevoli vite. Tutto questo è stato assicurato in collaborazione con il nostro Congresso, con il sostegno bipartisan. Stiamo anche ampliando le nostre esercitazioni militari congiunte che migliorano il modo in cui le nostre forze lavorano insieme senza soluzione di continuità. Quest’anno abbiamo in programma più esercitazioni congiunte che in qualsiasi altro momento della nostra storia. Stiamo anche conducendo ricerca e sviluppo congiunti su capacità militari avanzate, lavorando insieme su sistemi di difesa all’avanguardia, incluso il sistema laser ad alta energia (High Energy Laser Weapon System – HELWS) Iron Beam da 100 kW, sviluppato dall’israeliana Rafael. Questo solido sostegno continua ad essere fondamentale per mantenere il vantaggio militare qualitativo di Israele, rafforzare la sua capacità di difendersi e promuovere i nostri interessi nazionali. L’America è più sicura quando Israele è forte”.

È interessante come Blinken concluda la sua argomentazione a sostegno del massiccio finanziamento a Israele basato sul servire un “interesse nazionale” americano e renderci “più sicuri”, il che è una totale falsità, simile a ciò che viene promosso per spiegare perché siamo in Ucraina. Forse l’Amministrazione potrebbe prendere in considerazione alcuni nuovi punti di discussione poiché le argomentazioni stanno diventando sempre più assurde e la spesa in debito di trilioni di dollari ha raggiunto il punto di non ritorno. Blinken mente spudoratamente anche quando tenta di resuscitare la soluzione dei Due Stati totalmente morta per Israele-Palestina, affermando: “Come Israele è stato fondato sui valori democratici, anche la nostra collaborazione si fonda su valori democratici che includono l’accesso paritario di tutte le persone ai propri diritti. E una soluzione a Due Stati è vitale per preservare l’identità di Israele come Stato Ebraico e democratico”.

Blinken dovrebbe forse un giorno reincarnarsi come un palestinese che ha appena perso i mezzi di sussistenza e la casa a causa di un colono ebreo con “pari diritti” e che ogni giorno sperimenta la crescente violenza statale organizzata da Israele sulla propria pelle. Ciò potrebbe fornire una prospettiva diversa. Ed è interessante notare che anche la minaccia all’immaginaria soluzione dei Due Stati di Blinken è inquadrata come proveniente dai palestinesi piuttosto che da Israele. Nel suo discorso all’AIPAC ha denunciato “tutte le azione intrapresa da qualsiasi parte che minano le prospettive di una soluzione a Due Stati. Ciò include atti di terrorismo, sussidi ai terroristi in carcere, violenza contro i civili, incitamento alla violenza”. Prendete nota che bombardare e sparare ai bambini non è incluso, quella è una specialità israeliana.

E, a proposito, signor Blinken, Israele non è stato fondato su “valori democratici”. Si è impegnato in un massiccio programma di Pulizia Etnica che ha definito la sua creazione: la Nakba per i palestinesi, che ha ucciso migliaia di persone e cacciato almeno 650.000 civili dalle loro case. Per i primi 19 anni di esistenza di Israele, i suoi “cittadini” arabi sono stati governati dalla legge marziale e da allora i palestinesi sono stati legalmente discriminati con la supremazia e la legge ebraica che servono come caratteristiche distintive dello Stato.

È interessante notare che, a differenza di Blinken e Biden, almeno un senatore degli Stati Uniti sembra avere una coscienza riguardo ai morti ed è abbastanza sorprendentemente un democratico! Il Senatore Chris Van Hollen del Maryland, membro della Commissione per le Relazioni Estere del Senato, chiede all’amministrazione Joe Biden di “rilasciare pubblicamente le sue conclusioni” sulla morte di Shireen Abu Akleh. Van Hollen ritiene che un rapporto compilato dal Coordinatore della Sicurezza Statunitense per Israele e dall’Autorità Palestinese poco dopo il fatto fornisca informazioni importanti sulla “condotta dell’unità delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) coinvolta in tale operazione, nonché di altre unità dell’IDF che operano in Cisgiordania”. Ha commentato: “Credo fermamente che il suo rilascio pubblico sia vitale per garantire trasparenza e responsabilità nell’uccisione della cittadina e giornalista americana Shireen Abu Akleh e per evitare future morti prevenibili e ingiuste, obiettivi che tutti dovremmo sostenere”. A Van Hollen è stato negato l’accesso al rapporto riservato del Dipartimento di Stato negli ultimi undici mesi, che è stato attribuito al desiderio dell’amministrazione Biden di bloccare qualsiasi richiesta di responsabilità nei confronti di Israele.

Van Hollen ovviamente non è stato informato del fatto che Israele ha una licenza approvata dalla Casa Bianca per uccidere gli americani e praticamente chiunque altro a causa del suo status di “intoccabile”. Dovrebbe informarsi sulla morte di Rachel Corrie da parte di un bulldozer dell’esercito israeliano nel 2003 e sui 34 marinai assassinati e altri 172 feriti da un attacco israeliano alla USS Liberty l’8 giugno 1967. Quando la Liberty stava lottando per non affondare il Presidente Lyndon Johnson ha ordinato un insabbiamento che ha portato di fatto Washington a prendere ordini da Tel Aviv e pagare quello che equivale a un tributo annuale a Israele, come delineato in dettaglio da Blinken nel suo discorso all’AIPAC.

Così il gioco è fatto. Abbiamo da un lato uno Stato etno-religioso militarizzato che governa una minoranza oppressa con il terrore e l’uccisione che viene sponsorizzato sia dall’amministrazione repubblicana che da quella democratica degli Stati Uniti a causa del potere ebraico e, più precisamente, della corruzione ottenibile con il denaro e sapendo come usarlo per un vantaggio politico.

Uccidere un bambino di due anni seduto in un’auto con suo padre è solo l’ultimo dei crimini di guerra e contro i diritti umani di Israele, ma è particolarmente atroce che nessuno alla Casa Bianca o al Dipartimento di Stato non dica nulla. Gli omicidi in Palestina e la fantomatica negazione della colpevolezza israeliana per qualsiasi cosa da parte di Blinken e Biden così come di Donald Trump quando era in carica parlano da sé. Chi governa davvero gli Stati Uniti? Che tipo di mostri siamo diventati sotto il controllo neoconservatore/sionista? La campana che sta suonando sta suonando per la fine di noi come nazione? Dobbiamo chiedere tutte queste cose ora, perché quando la guerra all’antisemitismo di Biden prenderà davvero il sopravvento, probabilmente si dovrà affrontare una condanna al carcere solo per aver osato porre quelle domande.

Philip Giraldi è un editorialista, commentatore e consulente per la sicurezza americano. È il direttore esecutivo del Consiglio per l’Interesse Nazionale, ruolo che ricopre dal 2010. In precedenza è stato impiegato come agente operativo per la CIA, prima di passare alla consulenza privata.