Non importa come venga classificata, l’ADL è un’organizzazione razzista

Una strategia al servizio di Israele per mettere a tacere le voci pro-palestinesi negli Stati Uniti.

Fonte: English version

Di Miko Peled – 20 giugno 2023

L’amministrazione Biden ha rilasciato la prima strategia nazionale del Paese per combattere l’antisemitismo, un piano epocale volto ad affrontare un problema crescente”. Questo è tratto da un pezzo della Radio Pubblica Nazionale intitolato: “La prima strategia nazionale per combattere l’antisemitismo è finalmente arrivata. Cosa contiene?” Attenzione, rivelazione in anteprima: non si tratta di combattere l’antisemitismo o qualsiasi altro tipo di razzismo; è una strategia al servizio di Israele per mettere a tacere le voci pro-palestinesi negli Stati Uniti.

L’articolo inizia con uno schema dell’impegno dell’amministrazione Biden nella lotta all’antisemitismo. Poi cita il Presidente, che ha definito il piano come “lo sforzo più ambizioso e completo del governo degli Stati Uniti per combattere l’antisemitismo nella storia americana”.

Ma poi, circa dopo quattro brevi paragrafi, diventa chiaro che gran parte dei dati riguardanti l’antisemitismo negli Stati Uniti proviene dalla Lega Anti-Diffamazione o ADL.

Dedicata alla predicazione del razzismo sull’antisemitismo

La Lega Anti-Diffamazione è un’organizzazione sionista e anti-palestinese dedicata che sostiene Israele come parte dichiarata della sua missione. Una pagina sul sito web del gruppo dimostra che ciò che è iniziato all’inizio del ventesimo secolo come una coraggiosa rete per i diritti civili dedicata alla lotta al razzismo si è trasformato in un’organizzazione razzista promotrice del sionismo e dello Stato di Israele.

Di seguito sono riportati alcuni esempi scelti di “risultati” che l’organizzazione evidenzia proprio in questa pagina:

Anni ’70

L’agenzia espone e assume un ruolo guida nella lotta al boicottaggio arabo delle società che fanno affari con Israele.

L’ADL espone l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina e i legami arabi con il terrorismo e sottolinea l’ipocrisia di una risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che equipara il sionismo al razzismo.

Anni 2000

La Conferenza Mondiale Contro il Razzismo, una conferenza patrocinata dalle Nazioni Unite tenutasi a Durban, in Sudafrica, nel 2001, si trasforma in una celebrazione dell’odio anti-israeliano e antisemita. L’ADL convince il governo degli Stati Uniti e altri a ritirarsi per protesta.

L’ADL espone l’antisemitismo intrinseco nelle accuse pubblicate da Stephen Walt e John Mearsheimer secondo cui una “lobby israeliana” sta costringendo il governo degli Stati Uniti ad adottare politiche contrarie agli interessi americani. L’ADL ricusa inoltre accuse simili nel libro Palestina: Pace non Apartheid (Palestine: Peace not Apartheid) dell’ex Presidente Jimmy Carter.

Agenda antipalestinese

Il ruolo primario che l’ADL svolge in questo nuovo sforzo integrato per combattere l’antisemitismo solleva seri interrogativi sul reale intento dietro di esso. L’ADL è chiaramente un’organizzazione razzista, sionista, antipalestinese che fa della sua missione quella di delegittimare la lotta palestinese equiparandola prima al terrorismo e ora, poiché tale affermazione si è rivelata assurda, all’estremismo e all’antisemitismo.

Nel suo eccezionale libro appena pubblicato: Armare l’Antisemitismo (Weaponizing Anti-Semitism), il giornalista Asa Winstanley afferma:

“L’ADL ha da tempo una stretta collaborazione con lo Stato israeliano e le sue agenzie di sicurezza. Nel 2002 l’ADL ha risolto in via extragiudiziale quando è stato scoperto che aveva gestito per anni una rete di spionaggio per infiltrarsi nei gruppi di solidarietà di sinistra negli Stati Uniti, fornendo le informazioni acquisite a Israele e al Sudafrica dell’era dell’Apartheid. (pp. 180-1)”.

La richiesta di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS) contro lo Stato di Israele è essenziale per tutti i gruppi di solidarietà e resistenza palestinese nel mondo. Ecco cosa dice il rapporto ADL al riguardo:

“NOTA SUL BDS: Nel nostro rapporto ADL non ha conteggiato i casi di iniziative di boicottaggio all’interno o all’esterno dei plessi universitari come eventi di antisemitismo, perché non prendono di mira singoli individui. Tuttavia, questi sono atti di antisemitismo e contribuiscono alle pressioni subite dagli ebrei all’interno dei plessi universitari”.

Sull’attivismo studentesco, il rapporto afferma che:

“Nel 2022, gli studenti ebrei nei plessi universitari e scolastici sono stati oggetto di un radicale sentimento anti-israeliano che a volte sconfinava nell’antisemitismo, spesso da parte di gruppi antisionisti come Studenti per la Giustizia in Palestina (Students for Justice in Palestine – SJP)”.

Le distorsioni dell’ADL

In un vertice della dirigenza nazionale tenutosi nel maggio 2022, il capo dell’ADL Jonathan Greenblatt ha dichiarato: “SJP, Jewish Voice for Peace (Voce Ebraica per la Pace) e il Consiglio sulle Relazioni Americane-Islamiche (Council on American-Islamic Relations), questi gruppi incarnano la sinistra radicale, che usa tattiche dell’estrema destra che ADL ha a lungo tracciato”.

Nel caso in cui questo non fosse chiaro, sta equiparando organizzazioni e gruppi di studenti che parlano e si battono per i diritti dei palestinesi con l’estrema destra razzista.

Un articolo pubblicato sul sito web dell’ADL afferma che gli attivisti SJP, sono:

“Incapaci di vedere che, poiché grandi percentuali di ebrei americani hanno affermato che il sionismo o un legame con lo Stato di Israele sono parti importanti delle loro identità religiose, sociali o culturali, la demonizzazione totale del sionismo e dei sionisti da parte di SJP equivale alla demonizzazione di un numero significativo di loro compagni studenti”.

In altre parole, gli studenti ebrei che sentono un legame con un’ideologia razzista, in questo caso il sionismo, e un’affinità con uno Stato accusato di aver commesso il crimine di Apartheid, in questo caso Israele, ottengono un’immunità perché sono ebrei. Pertanto, secondo l’ADL, denunciare gli ebrei che hanno scelto di identificarsi con un’ideologia razzista e genocida è antisemita. Questo è, ovviamente, scandaloso.

Esigere un ambinete libero dal razzismo

Con tutti i suoi sforzi per passare come una legittima organizzazione per i diritti civili, l’ADL non può nascondere la sua reale intenzione: promuovere un’ideologia razzista chiamata sionismo e uno Stato di Apartheid chiamato Israele negli Stati Uniti.

Ancora una volta, secondo l’ADL, gli studenti che chiedono che le loro istituzioni non mostrino tolleranza verso tutte le forme di razzismo, incluso il sionismo, sono antisemiti. Anche qui il rapporto ADL fornisce diversi esempi:

“A marzo, in seguito al rilascio di una dichiarazione da parte di un’organizzazione anti-israeliana all’Università della Città di New York (City University of New York – CUNY) che invitava alla protesta, una studentessa della Facoltà di Legge della CUNY appartenente a SJP ha dichiarato in una manifestazione fuori dal plesso universitario: Esigete che i professori sionisti non siano i benvenuti nella vostra università, esigete che gli studenti sionisti non occupino gli spazi dove ci sono studenti palestinesi, perché il sionismo è una minaccia, il sionismo è una minaccia genocida per noi. La folla ha cantato non vogliamo nessun sionista qui”.

Sostituite il sionismo con qualsiasi altra ideologia o movimento razzista e l’ADL non avrà problemi. Ma quando si tratta di Israele, affermano: “L’espulsione dei sionisti dall’Università comporterebbe probabilmente l’allontanamento di un’ampia percentuale di studenti ebrei e appelli come questo hanno un effetto deleterio sulla permanenza degli ebrei nell’Università”. L’ADL omette che il problema non è il giudaismo ma il sionismo e sostiene che agli ebrei dovrebbe essere permesso di essere razzisti fintanto che l’ideologia razzista che professano è il sionismo.

Un altro esempio tratto dal rapporto dell’ADL menziona qualcosa che è accaduto ad agosto all’Università della California, di Berkeley.

Gli Studenti di Legge per la Giustizia in Palestina (Law Students for Justice in Palestine) hanno annunciato che loro e nove gruppi studenteschi associati avevano adottato uno statuto in cui si afferma che “non inviteranno relatori che hanno espresso e continuano a sostenere opinioni o ospitare, sponsorizzare e promuovere eventi a sostegno del sionismo”.

Ancora una volta, l’ADL ha un problema: “Poiché il sionismo è una componente fondamentale dell’identità di molti ebrei, escludere apertamente i sionisti dai plessi universitari o dagli spazi comuni ha un effetto sproporzionatamente grande e negativo sulla comunità ebraica”. Ancora una volta, secondo l’ADL, gli ebrei dovrebbero ottenere un’esenzione se il razzismo è, come si suol dire, “una componente fondamentale” della loro identità.

La strategia dell’amministrazione Biden per combattere l’antisemitismo non riguarda affatto la lotta al razzismo; è un’altra guerra condotta contro i palestinesi negli Stati Uniti. Ancora una volta, gli Stati Uniti stanno servendo Israele mettendo a tacere le voci legittime.

Miko Peled è uno scrittore e attivista per i diritti umani, nato a Gerusalemme. È autore di “The General’s Son. Journey of an Israeli in Palestine” (Il Figlio del Generale. Viaggio di un Israeliano in Palestina) e “Injustice, the Story of the Holy Land Foundation Five” (Ingiustizia, Storia dei Cinque Della Fondazione Terra Santa).

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org