Si stima che ogni anno ci siano tra i 500 e i 1000 bambini detenuti nel sistema di detenzione militare israeliana.
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10 luglio2023
Ramallah, 10 luglio – Secondo una nuova indagine di Save the Children, i minori palestinesi nel sistema di detenzione militare israeliano subiscono abusi fisici ed emotivi, con quattro su cinque (86%) soggetti a percosse e il 69% sottoposti a perquisizione. Quasi la metà (42%) è ferita al momento dell’arresto, comprese ferite da arma da fuoco e fratture ossee. Alcuni denunciano violenze di natura sessuale e altri vengono trasferiti in tribunale o tra centri di detenzione in piccole gabbie, afferma l’organizzazione per i diritti dell’infanzia.
La nuova indagine arriva mentre il Relatore Speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei Territori Palestinesi Occupati dal 1967 presenta oggi al Consiglio per i Diritti Umani il rapporto sui minori palestinesi detenuti. Si stima che ogni anno ci siano tra i 500 e i 1000 bambini detenuti nel sistema di detenzione militare israeliana.
Save the Children afferma che queste pratiche sistematiche sono altamente preoccupanti ai fini dei diritti umani e chiede al governo di Israele di porre fine alla detenzione dei minori palestinesi ai sensi della legge militare e al loro processo nei tribunali militari.
Save the Children e un’organizzazione associata hanno ascoltato 228 ex minori detenuti da tutta la Cisgiordania, detenuti da uno a 18 mesi, e hanno scoperto che la maggior parte di loro sono stati percossi, ammanettati e bendati durante l’arresto. Vengono anche interrogati in luoghi sconosciuti senza la presenza di un tutore e spesso vengono privati di cibo, acqua e sonno, o dell’accesso all’assistenza legale, secondo l’indagine. Il principale crimine presunto per queste detenzioni è il lancio di pietre, che può comportare una condanna a 20 anni di carcere per i minori palestinesi.
Khalil, nome inventato, che è stato detenuto quando aveva 13 anni, ha dichiarato di non aver ricevuto assistenza sanitaria essenziale:
“Ho avuto un infortunio alla gamba, avevo un gesso e ho dovuto trascinarmi per potermi muovere. Ho sentito il mio corpo lacerarsi. Non avevo stampelle per aiutarmi a camminare, ho continuato a chiedere aiuto ai soldati durante il trasferimento, ma nessuno mi ha aiutato”.
La nuova indagine segue il rapporto 2020 di Save the Children “Defenceless” (“Indifesi”) e rileva che l’impatto degli abusi fisici ed emotivi durante la detenzione è aumentato esponenzialmente, con profonde conseguenze sulla capacità di recupero dei minori.
Khalil ha continuato: “Il soldato ha minacciato di uccidermi quando mi ha arrestato per la seconda volta. Mi chiese: “Vuoi fare la stessa fine di tuo cugino?”, perché era stato ucciso. Mi ha promesso che mi sarebbe aspettata la stessa sorte e sarei morto, ma che prima mi avrebbe mandato in prigione. Mi ha detto che tornerà per me e ogni giorno aspetto che arrivi quel giorno”.
Alcuni minori hanno riferito di ritenere che diversi tipi di abuso avessero lo scopo di spingerli ad ammettere cose non vere per incriminare gli altri, compresi i membri della famiglia.
Yasmeen, la madre di Ahmed, nomi inventati, detenuto quando aveva 14 anni, ha dichiarato: “Durante l’interrogatorio, hanno convinto Ahmed a denunciare suo fratello in cambio del suo rilascio. Era ingenuo e non capiva cosa stesse succedendo. Disse quello che gli dissero di dire; pochi giorni dopo, vennero a casa nostra e arrestarono l’altro mio figlio”.
La nuova indagine di Save the Children ha mostrato che:
• Durante l’arresto, il 42% dei minori è rimasto ferito, comprese ferite da arma da fuoco e fratture ossee, e il 65% è stato arrestato durante la notte, per lo più tra mezzanotte e l’alba. La metà di tutti gli arresti è avvenuta nella residenza dei minori.
• La maggior parte dei minori ha subito livelli spaventosi di abusi fisici ed emotivi, incluse percosse (86%), minacce (70%) e colpi con manganelli o calcio dei fucili (60%).
• Alcuni minori hanno denunciato violenze e abusi di natura sessuale, tra cui essere stati colpiti o toccati sui genitali e il 69% ha riferito di essere stato perquisito.
• Il 60% dei minori ha vissuto un periodo di isolamento con una durata variabile da uno a 48 giorni.
• Ai minori è stato negato l’accesso ai servizi essenziali, il 70% ha dichiarato di soffrire la fame e il 68% ha dichiarato di non ricevere alcuna assistenza sanitaria.
• Al 58% dei minori sono state negate le visite o la comunicazione con la propria famiglia durante la detenzione.
• La maggior parte dei minori detenuti sono ragazzini, che rappresentano il 97% degli intervistati.
I minori sono sempre più incapaci di tornare completamente alla loro vita normale dopo essere stati rilasciati dalla detenzione, con un aumento dal 39 al 53% del numero che soffre di incubi frequenti e dal 47 al 73% di quelli che soffrono di insonnia o disturbi del sonno, rispetto al campione intervistato nel 2020.
Lana la madre di Mohammed, nomi inventati, che è stato detenuto quando aveva 14 anni, ha detto: “Dopo che mio figlio è stato rilasciato, voleva stare e dormire sempre accanto a me. Si rifiutava di uscire di casa. È stata una sfida per noi; Sento che è traumatizzato. È stato arrestato di martedì sera, ora ogni martedì sente che stanno venendo a prenderlo”.
L’indagine di Save the Children ha anche mostrato come la cura dei minori e la speranza per il loro futuro siano diminuite dal 96% nel 2020 al 68% nel 2023, un fenomeno allarmante in un contesto con limitato supporto psicosociale disponibile.
Jason Lee, Direttore Nazionale di Save the Children nei Territori Palestinesi Occupati, ha dichiarato:
“Ogni anno circa 500-700 minori palestinesi entrano in contatto con il sistema giudiziario militare israeliano; sono gli unici minori al mondo a subire processi sistematici nei tribunali militari. La nostra indagine mostra, ancora una volta, che sono soggetti a gravi e diffusi abusi da parte di coloro che dovrebbero prendersi cura di loro.
“Semplicemente non c’è giustificazione per picchiare e spogliare i minori, trattarli disumanamente o privarli del loro futuro. Questa è una violazione della protezione dell’infanzia che non può più essere ignorata. È necessario porre fine a questo sistema di detenzione militare abusivo”.
Save the Children chiede al governo di Israele di rispettare tutti i diritti dei minori e il diritto internazionale. Nessun minore dovrebbe essere perseguito nei tribunali militari o in qualsiasi tribunale che manchi di diritti completi di processo equo e standard di giustizia minorile. Save the Children chiede una moratoria immediata sull’arresto, la detenzione e il perseguimento dei minori da parte delle autorità militari israeliane.
Una nota sulla metodologia:
In totale, 228 ex minori detenuti hanno partecipato a questo studio condotto da Save the Children e YMCA. Ciò include 177 bambini che hanno risposto ai sondaggi e 51 che hanno preso parte a discussioni di gruppo. Si sono tenuti altri due gruppi di discussione con i genitori i cui figli erano stati detenuti. Tutti i minori partecipanti avevano un’età compresa tra 12 e 17 anni quando sono stati detenuti e avevano un’età compresa tra 15 e 21 anni quando hanno preso parte allo studio. Tutti questi giovani sono stati detenuti negli ultimi tre anni, con la maggioranza, il 71%, detenuta nell’ultimo anno.
È stata applicata una combinazione di approcci quantitativi e qualitativi, inclusi sondaggi e discussioni di gruppo, per garantire che le prospettive e le esperienze dei giovani palestinesi che hanno subito l’arresto e la detenzione fossero al centro dello studio. La loro esperienza è in linea con la valutazione dell’Osservatorio sui Tribunali Militari (Military Court Watch) e suggerisce che la stragrande maggioranza delle 38 raccomandazioni dell’UNICEF per garantire un sistema in linea con gli standard internazionali di giustizia minorile e il diritto internazionale, non sono state sostanzialmente attuate.
Save the Children lavora con i minori palestinesi dagli anni ’50, con una presenza permanente nei Territori Palestinesi Occupati dal 1973. Il nostro personale lavora in tutto il Territorio Palestinese Occupato, con oltre 30 associati, per garantire che i minori sopravvivano, abbiano la possibilità di imparare, siano protetti da ogni tipo di abuso e che tutti gli attori restino impegnati a rispettare la Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti dell’Infanzia.
Save the Children crede che ogni bambino meriti un futuro. Dalla nostra fondazione, più di 100 anni fa, abbiamo cambiato la vita di oltre 1 miliardo di giovani. In tutto il mondo, diamo ai bambini un sano inizio di vita, l’opportunità di imparare e protezione dai pericoli. Facciamo tutto il necessario per i bambini, ogni giorno e in tempi di crisi, trasformando le loro vite e il futuro che condividiamo.
Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org