L’esclusione ripetuta di Israele dalla lista delle Nazioni Unite dei Paesi che commettono violazioni contro i minori è profondamente ipocrita dato che lo stesso Segretario Generale ha descritto la vita infernale dei bambini palestinesi a Gaza.
Fonte: English version
Di Yara M. Asi – 20 luglio 2023
“Se c’è un inferno sulla terra, è la vita dei bambini a Gaza”.
Queste le parole di António Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite, durante i bombardamenti israeliani della Striscia di Gaza del maggio 2021. È una dichiarazione dura, che non lascia dubbi sulla brutalità e la violenza subite dai residenti di Gaza, circa la metà dei quali sono bambini.
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha creato il Rappresentante Speciale del Segretario Generale per i Bambini e i Conflitti Armati a seguito di un rapporto del 1996 che documentava dettagliatamente come i bambini siano colpiti in modo sproporzionato dai conflitti armati. Dal 2001, il mandato di questo ufficio include quella che è stata chiamata colloquialmente una “Lista della Vergogna”, elencando gli autori che uccidono, molestano e minacciano in altro modo la vita e il benessere dei bambini.
Nel 2023, la Russia è stata aggiunta alla lista a causa dell’uccisione di 136 bambini in Ucraina nel 2022. Altri 518 bambini sono stati mutilati, mentre decine di altri sono stati usati come scudi umani. Anche centinaia di scuole e ospedali sono stati attaccati, danneggiando direttamente i bambini. Questa inclusione, considerando gli eventi dell’anno passato, non è stata sorprendente.
Tuttavia, ciò che è stato al tempo stesso sorprendente, ma anche del tutto prevedibile, era l’esclusione dello Stato di Israele dalla lista, compilata dallo stesso Guterres, considerando che lo stesso rapporto delineava i molteplici attacchi ai bambini commessi sia dall’esercito israeliano che dai coloni israeliani. Infatti, anche con decenni di documentazione sulle violazioni israeliane dei diritti dei minori palestinesi, inclusi innumerevoli rapporti emessi dalle stesse Nazioni Unite, Israele non è mai stato inserito nella lista, nonostante l’inclusione di altri Paesi le cui violazioni non raggiungono la portata di quelle israeliane.
È interessante notare che il rapporto non tenta nemmeno di sostenere che Israele non abbia commesso “gravi violazioni”, in quanto tali azioni sono citate. Al contrario, sono state documentate più di 3.000 violazioni di questo tipo, compreso l’uso di quattro bambini palestinesi come scudi umani da parte delle forze israeliane; la detenzione di 852 minori palestinesi per presunti reati di sicurezza, di cui 17 in detenzione amministrativa imprigionati senza accusa né processo (con dozzine di denunce di maltrattamenti da parte di minori detenuti da Israele); l’assassinio di 54 minori palestinesi, la maggior parte con munizioni letali da parte dell’esercito israeliano; la mutilazione di 517 minori palestinesi; 121 attacchi a scuole e ospedali palestinesi da parte di forze e coloni israeliani; il rapimento di un bambino palestinese da parte di coloni israeliani; e il rifiuto da parte delle autorità israeliane di 1.863 richieste di permesso medico per bambini palestinesi di Gaza che necessitavano di cure mediche non disponibili nel territorio assediato. Cinque bambini sono morti in attesa dei permessi.
Questi sono solo gli incidenti che potrebbero essere verificati dalle Nazioni Unite. Indubbiamente, ci sono innumerevoli altri casi di molestie e violenze che non sono mai stati denunciati o che non è stato possibile verificare formalmente. Inoltre, nessun rapporto potrebbe descrivere il prezzo del vivere l’intera infanzia sotto la violenza diretta e strutturale imposta quotidianamente dall’esercito israeliano, le restrizioni dell’Occupazione e la crescente minaccia della popolazione dei coloni, tra le altre fonti costanti di traumi fisici e mentali.
Dai palestinesi, dai loro alleati e più in generale dalla comunità dei diritti umani, l’omissione è stata immediatamente notata e criticata. Il direttore della difesa dei diritti dei bambini di Human Rights Watch, la stessa organizzazione che ha documentato che Israele ha commesso crimini di Apartheid e persecuzione nel 2021, ha affermato quella che sembra essere una chiara conseguenza di tali esclusioni: “La riluttanza di Guterres, anno dopo anno, a ritenere le forze israeliane responsabili delle loro gravi violazioni contro i minori si è ritorta contro, incoraggiando solo le forze israeliane a usare la forza letale contro i minori palestinesi”.
Questo argomento non è teorico. All’inizio di luglio 2023, 35 minori palestinesi erano già stati uccisi dalle forze israeliane. Un numero infinito di bambini in Cisgiordania hanno sofferto per i posti di blocco israeliani, gli sgomberi forzati, le demolizioni di case, la chiusura di strade e città, e le incursioni di città, campi profughi e abitazioni. I bambini di Gaza vivono tutta la loro vita in condizioni di abbandono, privazione e minaccia di violenza, sia da parte di attacchi aerei che di cecchini israeliani di stanza oltre il confine imposto del territorio.
Allora perché escludere Israele, ancora una volta?
Sebbene l’elenco non abbia alcun impatto legale, è uno strumento potenzialmente potente per la documentazione e la responsabilità. Tuttavia, sembra essere solo un altro mezzo per la comunità internazionale per prendere di mira i cattivi nel Sud del Mondo, esitando a indurre conseguenze reali per gli Stati con amici influenti, anche se non nega il loro ruolo nel danneggiamento e l’uccisione di minori.
Un recente rapporto ha delineato come la lista ha perso credibilità a causa di molteplici episodi di pressione e persino di ricatto contro le Nazioni Unite che hanno mantenuto con successo gli autori, incluso ma non limitato a Israele, fuori dall’elenco.
Dopo gli attacchi israeliani a Gaza del 2014, durante i quali sono stati uccisi oltre 550 bambini palestinesi, gli Stati Uniti e il loro ambasciatore presso le Nazioni Unite Samantha Power, hanno esercitato pesanti pressioni sulle Nazioni Unite affinché escludessero Israele dalla lista. Questa è stata vista come una mossa per ottenere il sostegno dei membri del Congresso degli Stati Uniti, che non sono disposti a sopportare alcuna critica a Israele prima dell’accordo con l’Iran. Ancora un altro esempio che dimostra l’insignificanza della vita palestinese nei palazzi del potere delle capitali degli Stati più potenti del mondo.
Se i bambini che vivono in quello che lo stesso Segretario Generale delle Nazioni Unite ha definito “l’inferno sulla terra” non valgono almeno il nominare e svergognare le entità che hanno creato le loro condizioni insopportabili, qual è lo scopo di tale elenco?
Yara M. Asi è Dottoressa di filosofia e Professore Assistente della Gestione Globale della Salute e dell’Informatica presso l’Università della Florida centrale, e ricercatrice in visita presso il Centro per la Salute e i Diritti Umani intitolato a François-Xavier Bagnoud presso l’Università di Harvard e detentrice di una borsa di studio Fulbright in Cisgiordania.
Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org