Il gruppo estremista cristiano conta solo circa 150 persone, ma è noto per la sua propensione alla violenza.
Fonte: English version
William Christou – 25 agosto 2023
Immagine di copertina: Un senzatetto sotto un ponte vicino alla zona di Achrafieh a Beirut [Getty]
Lo scorso mercoledì la milizia estremista cristiana, “Soldati di Dio”, ha attirato l’attenzione su di sé dopo che circa 20 dei suoi membri hanno attaccato un bar LGBTQI+ friendly a Beirut, ferendo diversi occupanti.
Si stima che il gruppo paramilitare, noto per le sue opinioni di estrema destra, sia composto da circa 150 persone.
I membri sono per lo più uomini barbuti e tatuati i cui profili sui social media sono costellati di iconografia e simboli cristiani. Il logo del gruppo è l’immagine delle ali di un angelo e di uno scudo decorato con una croce rossa, il tutto posizionato sopra a una Bibbia.
La milizia ha costantemente perseguito la comunità LGBTQ+ libanese, accusandola di “promuovere l’omosessualità” e di mettere in pericolo i valori della famiglia in Libano.
“Sono un gruppo cristiano marginale… sono fondamentalmente degli hooligan. La loro missione nella vita è quella di andare contro le persone LGBTQI+”, ha detto a The New Arab Lea Z, un’attivista LGBTQI+.
La polizia morale di Achrafieh
La prima apparizione dei Soldati di Dio, o Junoud al-Rub, in arabo, è avvenuta come gruppo di guardia di quartiere ad Achrafieh, Beirut, più di un anno fa.
Il gruppo afferma di condurre pattugliamenti per garantire la sicurezza nell’area, soprattutto sulla scia del tracollo economico del Libano del 2019.
Le pattuglie ricordano la pratica delle milizie auto-organizzate durante la guerra civile libanese, dove le divisioni settarie del paese erano rafforzate da gruppi armati.
I Soldati di Dio hanno rapidamente iniziato a usare la violenza contro coloro che, a loro avviso, minacciavano i valori tradizionali libanesi.
Nel giugno 2022, il gruppo ha deturpato un cartellone pubblicitario ad Achrafieh, decorato con fiori e una bandiera arcobaleno LGBTQI+. I membri hanno poi accusato la comunità LGBT di promuovere il “satanismo” e di rapire bambini.
I membri del gruppo hanno fatto affermazioni simili durante l’attacco di mercoledì 23 agosto, urlando che il bar LGBTQI+ friendly era un luogo “satanico” e che “l’omosessualità era proibita su questa terra”.
“La loro crociata nella vita è ‘ripulire’ Achrafieh e questa zona da ogni tipo di omosessualità. E hanno armi, sono armati”, ha spiegato Lea Z.
L’insistenza del gruppo sul fatto che la comunità LGBTQI+ sia collegata a una sinistra cospirazione pedofila fa eco alla retorica dei gruppi di estrema destra in altri paesi, come gli Stati Uniti.
Il gruppo è anche in prima linea nel movimento no vax libanese ed è violentemente anti-rifugiati, sostenendo di proteggere la sua comunità dai rifugiati siriani e palestinesi.
L’ideologia di estrema destra sposata dai Soldati di Dio e da altri estremisti religiosi in Libano, dovrebbe essere considerata come “connessa alla minaccia globale della destra, simile a ciò che sta accadendo in Europa e negli Stati Uniti”, ha detto a TNA Ghassan Makarem, un attivista indipendente.
“Il gruppo fa parte di una crescente campagna globale di destra contro le persone LGBT che vedi ovunque. Ma qui c’è un certo tipo di illegalità che permette a gruppi come Junoud al-Rub di esistere, attaccare le persone e agire come delinquenti senza che nessuno intervenga “, ha detto Makarem.
Gli attivisti si sono chiesti chi finanzia il gruppo paramilitare e come il gruppo possa operare ad Achrafieh, dove i partiti cristiani generalmente controllano la zona.
Dopo l’attacco di mercoledì, membri dei partiti cristiani di Achrafieh, come Nadim Gemayel del partito libanese Kataeb, si sono affrettati a prendere le distanze dal gruppo.
“Condanniamo e respingiamo l’aggressione avvenuta ieri a Mar Mikhayel… La nostra società deve rimanere una società libera e aperta che rispetta le libertà individuali”, ha detto giovedì Gemayel.
Incoraggiati dallo Stato
Negli ultimi mesi, funzionari statali e figure religiose libanesi hanno dato vita a un’ondata crescente di incitamenti all’odio contro le persone LGBTQI+.
Hassan Nasrallah, capo del gruppo filo-iraniano Hezbollah, ha affermato che le persone LGBTQI+ rappresentano un “pericolo per la società” e nei discorsi alla fine di luglio ha chiesto che venissero uccise
Il Ministro della Cultura libanese ha risposto all’attacco di mercoledì chiedendosi perché i servizi di sicurezza non abbiano impedito al bar di “promuovere l’omosessualità”, invece di chiedere che gli aggressori fossero ritenuti responsabili.
Il ministro ha accompagnato la sua dichiarazione con un dipinto biblico dell’Arcangelo Michele che abbatte un demone.
Tarek Zeidan, capo dell’organizzazione per i diritti LGBTQI+ Helem, ha affermato che è questo tipo di retorica che ha “incoraggiato” gruppi come Junoud al-Rub.
Ha spiegato che i gruppi vedono le dichiarazioni delle entità politiche come un segno che “non ci saranno ripercussioni da parte della legge” se prendono di mira la comunità LGBTQI+.
“Riteniamo che il recente aumento della retorica e degli attacchi provocatori contro la comunità LGBTQ da parte di diverse entità politiche sia uno dei motivi principali per cui le persone si sentono incoraggiate a farlo”, ha detto Zeidan.
Secondo una dichiarazione diffusa da Amnesty International, anche se mercoledì le forze di sicurezza interna libanesi (ISF) hanno impedito ai miliziani di entrare nel bar, non hanno però fermato l’attacco né arrestato nessuno degli assalitori.
La TNA ha contattato le ISF per un commento su come hanno risposto all’attacco di mercoledì, e se avessero arrestato qualche membro della milizia dei Soldati di Dio, ma non ha ricevuto risposta.
“Idealmente, lo Stato libanese dovrebbe arrestare ogni singola persona che ha partecipato a questo attacco pubblico estremamente preoccupante. Questo è ciò che accade di solito quando c’è un attacco non provocato contro persone disarmate da parte di persone armate”, ha spiegato Zeidan.
Ha aggiunto che se ai fanatici religiosi come Soldati di Dio sarà permesso di compiere attacchi impunemente, ciò potrebbe minacciare lo stesso pluralismo religioso e sociale di cui il Libano fa tesoro.
“Se pensano che tutto finirà solo con le persone LGBTQ, si sbagliano. Ora potrebbe essere presa di mira solo la comunità LGBTQ , ma questo è un attacco alla libertà di espressione e alla diversità in questo paese”, ha detto Zeidan.
Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” -Invictapalestina.org