Con l’aumento vertiginoso della violenza e l’appoggio del governo di estrema destra israeliano, i coloni stanno costringendo i palestinesi nella Cisgiordania Occupata ad abbandonare le loro residenze in massa.
Fonte: English version
Di Jessica Buxbaum – 26 settembre 2023
Nella suo ultimo Rapporto, il gruppo per i diritti umani B’Tselem afferma che Israele sta usando i Pogrom dei coloni per spingere il trasferimento forzato dei palestinesi nella Cisgiordania Occupata, un crimine di guerra secondo il diritto internazionale.
Secondo il Rapporto di B’Tselem, sei comunità nell’area C della Cisgiordania, controllata dall’esercito israeliano, sono state sfollate negli ultimi due anni e tre sono state espulse proprio l’estate scorsa: Ras a-Tin, ‘Ein Samia, al-Baq’ ah, al-Qabun, Khirbet Simri e Widady a-Tahta.
Negli ultimi anni intorno a queste comunità sono stati creati decine di avamposti agricoli di coloni. E nonostante siano considerati illegali secondo la legge israeliana, questi avamposti hanno ricevuto aiuti significativi da parte dello Stato, tra cui gli allacciamenti all’acqua, all’elettricità e alle infrastrutture stradali, l’immunità dalla demolizione e persino sovvenzioni.
“Questa è la politica israeliana, questa è la violenza di Stato. Le cose che i coloni stanno facendo sono sostenute dallo Stato, finanziate dallo Stato, e l’esercito li protegge e lo permette”, ha detto Dror Sadot, portavoce di B’Tselem.
“E questo perché è un altro braccio dello Stato che mira a raggiungere lo stesso obiettivo di impossessarsi del territorio”.
Con la creazione di questi avamposti, la violenza contro i vicini villaggi palestinesi è aumentata in modo significativo, ed è ulteriormente aumentata sotto l’attuale governo, osserva B’Tselem. I coloni hanno aggredito i residenti palestinesi, fatto irruzione nelle abitazioni durante la notte, distrutto i raccolti, bloccato le strade e fatto pascolare le loro greggi nei pascoli palestinesi.
Nel contesto della crescente violenza che ha devastato i mezzi di sussistenza dei pastori palestinesi, le comunità hanno ritenuto di non avere altra scelta se non quella di fuggire.
Insieme all’analisi di B’Tselem, la settimana scorsa anche le Nazioni Unite hanno pubblicato un rapporto in cui si afferma che la violenza dei coloni israeliani ha provocato lo sfollamento di oltre 1.100 palestinesi nella Cisgiordania Occupata dal 2022.
Sono stati documentati una media di tre incidenti violenti al giorno legati ai coloni.
“Si tratta della media giornaliera più alta di episodi legati ai coloni che hanno colpito i palestinesi da quando le Nazioni Unite hanno iniziato a registrare questi dati nel 2006”, hanno affermato le Nazioni Unite.
Coloni al potere
Il Rapporto di B’Tselem attribuisce il netto aumento della violenza dei coloni all’attuale governo, la coalizione più di destra nella storia dello Stato.
“Senza dubbio, l’aumento della violenza dei coloni è spinta dall’appoggio di questo governo razzista e molto pericoloso”, ha detto Sadot. “Perché quelle persone che erano i coloni violenti sono ora seduti al tavolo delle decisioni”.
Altri difensori dei diritti umani concordano sul fatto che la situazione in Cisgiordania è peggiorata sotto l’attuale governo.
“Tutte le tecniche a cui stiamo assistendo sono state utilizzate per anni e anni, ma non con questo livello di impunità, con così tanta mano libera concessa ai coloni, con così tanto sostegno e appoggio e a tali livelli”, ha detto il Rabbino Arik Ascherman, direttore dell’organizzazione israeliana per i diritti umani Torat Tzedek.
Coloni come Ze’ev Hever, capo dell’associazione di coloni Amana, stanno lavorando fianco a fianco con i ministri del governo per autorizzare queste aziende agricole.
Nell’ultimo anno, Israele ha legalizzato retroattivamente decine di avamposti agricoli perché situati su terreno statale, un termine fuorviante con cui Israele designa la terra palestinese che non è viene coltivata da diversi anni come appartenente allo Stato.
Secondo Ascherman, una particolare attenzione è rivolta allo sradicamento dei palestinesi che vivono tra l’Upper Allon Road, le autostrade 458, 508 e 578 in Cisgiordania, e l’autostrada 90 nella Valle del Giordano.
“I coloni stanno usando i loro avamposti di pastorizia per cacciare tutte le comunità di pastori palestinesi”, ha detto Ascherman. “E stanno riuscendo a ripulire questa vasta area dalla presenza palestinese”.
Un futuro cupo
Attualmente, le comunità palestinesi di Ein al-Rashash nella Valle del Giordano e Wadi-al-Seeq vicino a Ramallah sono in pericolo di espulsione a causa delle vessazioni dei coloni, con alcune famiglie che sono già fuggite da queste aree.
In risposta, gli attivisti sono ora presenti 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per proteggere questi villaggi e prevenire ulteriori sfollamenti.
Ascherman ha detto che, nonostante i diplomatici abbiano visitato alcuni dei villaggi colpiti, rimane deluso dalla risposta della comunità internazionale.
“Qualsiasi pressione al di fuori o minore del tipo che la comunità internazionale ha esercitato per preservare Khan al-Ahmar e Susiya, è quasi una perdita di tempo perché non salverà queste comunità e non farà ritornare le comunità fuggite”, ha detto Ascherman.
Khan al-Ahmar e Susiya sono villaggi palestinesi in Cisgiordania salvati dalla distruzione grazie alla pressione internazionale.
I gruppi per i diritti umani concludono che l’intervento internazionale è fondamentale per salvare questi villaggi palestinesi a rischio.
Senza interventi, Omar Shakir, direttore di Human Rights Watch per Israele e Palestina, prevede “espulsioni ancora più forzate, demolizioni di case, confisca di terre, violenza sanguinosa da parte dei coloni, uccisioni di palestinesi e continuazione della detenzione senza processo o imputazione”.
Il Rapporto di B’Tselem vuole essere un campanello d’allarme per la comunità internazionale.
“Il trasferimento forzato non significa solo mettere le persone sui camion. Il trasferimento forzato crea anche un ambiente coercitivo e costringe le persone ad andarsene presumibilmente di propria volontà”, ha detto Sadot di B’Tselem.
“Non aspettatevi di vedere le foto dell’esercito che carica le persone sui camion. Questo è come appare il trasferimento forzato e sta accadendo ora”.
Jessica Buxbaum è una giornalista corrispondente da Gerusalemme per MintPress News che copre Palestina, Israele e Siria. Il suo lavoro è apparso su Middle East Eye, The New Arab e Gulf News.
Traduzione di Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org