Israele nasconde importanti dati demografici sulla natalità palestinese

Per decenni, Israele ha nascosto importanti dati demografici sulla natalità palestinese per ritrarre i palestinesi come una minoranza insignificante e in diminuzione.

Di Khaled Amayreh – 30 settembre 2023

Per decenni, Israele ha nascosto importanti dati demografici sulla natalità palestinese a Ovest del fiume Giordano (l’attuale Israele, la Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, e la Striscia di Gaza). Durante questo periodo, i succedutesi governi israeliani cercarono costantemente di gonfiare il numero degli ebrei sminuendo deliberatamente il numero dei palestinesi. Lo scopo di questa politica manifestamente razzista e tuttora in corso è quello di ritrarre i palestinesi come una minoranza insignificante e in diminuzione.

Realtà demografica palestinese: “La natalità palestinese sta travolgendo Israele”

I dati demografici sono considerati i segreti di Stato meglio custoditi di Israele.

Tuttavia, di tanto in tanto, i funzionari israeliani fanno dichiarazioni razziste che riflettono l’ansia israeliana nei confronti della crescente popolazione palestinese e dei dati demografici sulla natalità palestinese.

Inoltre, i media israeliani tossico-razzisti normalmente ricorrono alla “manipolazione statistica” per garantire ai cittadini ebrei patologicamente insicuri che gli ebrei costituiscono ancora una maggioranza numerosa e in crescita della popolazione.

Questa settimana, un medico esperto dell’Ospedale Soroka di Beir Sheva, nel Sud della Palestina, avrebbe affermato che ” la natalità araba sta travolgendo la demografia ebraica” nel Paese.

Il medico, Gideon Saar, un cardiochirurgo, è stato ripreso in video, mentre pronunciava le sue osservazioni durante un comizio elettorale per promuovere l’ex Ministra della Giustizia, notoriamente razzista, Ayelet Shaked.

Dati demografici importanti sulla natalità palestinese: Le bugie hanno le gambe corte!

Come tutti sappiamo, la menzogna è sempre stata e continua ad essere il modus operandi di Israele e la sua ancora di salvezza. Israele mente su quasi tutto, da come è nato al possesso di armi nucleari. Quindi, non dovremmo sorprenderci minimamente di scoprire gli sforzi israeliani per nascondere dati demografici importanti sulla natalità nella Palestina Occupata.

Infatti, mentire spudoratamente è semplicemente parte integrante dell’essere sionisti.

L’onestà e l’essere sionisti sono contraddizioni eterne e non dovrebbero essere usati nella stessa frase. Israele mente tanto spesso quanto gli israeliani respirano.

Rare ammissioni:

Nel 2014,  il capo dell’Amministrazione Militare in Cisgiordania, eufemisticamente chiamata Amministrazione Civile, ha fatto una rara ammissione quando ha sottolineato che il numero di palestinesi tra il fiume Giordano e il Mediterraneo superava il numero degli ebrei.

L’ammissione è stata poi confermata da molti studiosi israeliani, tra cui Sergio Della Pergola, esperto di demografia e statistica italo-israeliano.

Alcuni funzionari di destra arrabbiati hanno respinto le scioccanti rivelazioni demografiche sui palestinesi come “false e distorte”. Ma Della Pergola, professore all’Università Ebraica, ha liquidato questi esponenti della destra definendoli “deliranti”.

Tre immigrati russi su quattro sono “non ebrei”

Secondo i media israeliani, è stato rivelato da circoli ufficiali israeliani che centinaia di migliaia di immigrati “ebrei” provenienti dall’ex Unione Sovietica sono in realtà “non-ebrei” secondo la cosiddetta “Legge del Ritorno”. Il 17 novembre 2002 il sito web inglese della testata giornalistica Ynet ha riferito che nel 2020, tre immigrati russi su quattro erano effettivamente non ebrei.

Lo “scioccante” rapporto è arrivato dopo che i capi dei partiti religiosi e di estrema destra ebrei, che hanno vinto le recenti elezioni in Israele, hanno espresso l’intenzione di modificare la Legge del Ritorno e riaprire la delicata questione di chi è considerato ebreo secondo la legge ebraica o Halacha. Secondo il Jerusalem Post, solo il 28% degli immigrati ebrei dall’ex Unione Sovietica erano effettivamente ebrei. La stessa fonte ha riferito che tra il 1990 e il 2020, la percentuale di immigrati veramente ebrei non ha superato il 36%.

I palestinesi sono una netta maggioranza

Oggi, i dati mostrano che l’esistenza di una maggioranza demografica palestinese ad Ovest del fiume Giordano (Israele e i Territori Occupati) è un fatto lampante che solo i ciechi ostinati si rifiutano di vedere. Infatti, se dalla popolazione ebraica prevista sottraiamo circa 500-600.000 immigrati non ebrei provenienti dall’ex Unione Sovietica, la maggioranza palestinese diventa un fatto indiscutibile che nemmeno i politici israeliani più disonesti negherebbero.

Secondo esperti palestinesi e israeliani, i numeri della demografia palestinese oggi superano quelli della popolazione ebraica di almeno 300.000 persone.

Tuttavia, alcuni dirigenti israeliani irascibili e circoli pro-coloni continuano a indulgere in prevaricazioni, cavilli statistici e vere e proprie bugie per produrre una prospettiva altrimenti rosea.

Dati demografici palestinesi: Apartheid per allontanare “loro” dalla vista e dalla mente”!

Israele, in particolare il cosiddetto “Stato Profondo”, ovvero,  l’intransigente apparato di sicurezza, ha utilizzato una varietà di tattiche criminali per eludere il problema. Queste tattiche includono quanto segue:

1- Negazione e occultamento di dati demografici cruciali sulla natalità palestinese, classificati come di “massima segretezza” al grande pubblico, rendendo i dati classificati disponibili solo ai politici di alto livello, come il Primo Ministro, il Presidente e il direttore del Mossad. Inoltre, la censura militare ha impedito ai media israeliani normalmente liberali di discutere la questione o di fare rivelazioni “dannose”.

2- Massimizzare la persecuzione sistemica, la repressione e il terrorismo sponsorizzato dallo Stato contro i palestinesi allo scopo di costringerli a emigrare come fecero le bande sioniste nel 1948, quando 750.000 palestinesi furono costretti a fuggire dal Paese in seguito alla perpetrazione da parte di terroristi ebrei di massacri genocidi come quelli di Deir Yasin, Tantura, Dawaymeh, e altri. Infatti, per decenni, Israele ha affermato che i profughi non venivano espulsi ma se ne andavano volontariamente.

3- Confinare il maggior numero possibile di palestinesi nel minore territorio possibile.

4. Rifiuto di concedere licenze edilizie a non ebrei per costruire una casa nell’Area C della Cisgiordania, che costituisce più del 65% del Territorio Occupato.

5- Demolire le case palestinesi nella contiguità delle colonie ebraiche o in aree ambite o destinate all’espansione degli insediamenti. Si stima che dal 1967 Israele abbia demolito più di 50.000 case palestinesi a Gaza e in Cisgiordania.

6- Applicare due serie di leggi, una indulgente, l’altra dura e draconiana, agli ebrei e agli arabi che vivono nella stessa zona, addirittura nello stesso quartiere.

Eppure gli ebrei sionisti abbaiano furiosamente e in modo incontrollabile come rabbiosi cani da guardia ogni volta che qualcuno chiama l’entità razzista sionista Stato di Apartheid. Vogliono che il mondo celebri con essi il loro “egualitarismo esemplare” e la ferocia kosher inflitta ai palestinesi indifesi e praticamente abbandonati il ​​cui unico “crimine” è essere goyem e quindi non kosher. È questo il modo in cui gli ebrei dovrebbero ripagare la protezione musulmana di cui hanno goduto per molti secoli in Medio Oriente, Nord Africa, Turchia e in molti altri luoghi?

Consiglio agli ebrei dubbiosi di leggere “l’Ebreo e la Croce” per rendersi conto della differenza enorme nel trattamento che gli ebrei hanno ricevuto sotto l’Islam e la Cristianità.

Esercitare una certa onestà e rettitudine è sempre utile e gratificante.

7- Israele ha manipolato dati statistici e demografici cruciali per dare l’impressione che i palestinesi non siano in realtà una nazione, ma un insieme disarmonico di clan e tribù con pochissimi legami comuni.

Pertanto, gli esperti di statistica israeliani hanno diviso i palestinesi in musulmani, cristiani, beduini, gerosolimitani, cittadini arabi israeliani e circassi. Samariani, ecc.

A questa sorta di mutilazione statistica non si risponde con una reciproca sottocategorizzazione quando si ha a che fare con la comunità ebraica che presenta una ben maggiore eterogeneità etnica e religiosa. Ad esempio, il Rabbinato Capo ortodosso non considera la maggioranza degli ebrei americani (ebrei riformati e conservatori) come autentici ebrei. Gli ebrei ortodossi, che hanno il controllo in Israele, litigano e si scontrano abitualmente con ebrei riformisti e conservatori sulla spianata del Muro Occidentale, gridando loro oscenità e chiamandoli con epiteti offensivi come “Goyem” (non ebrei) e “Notsrim” (cristiani). .

Olocausto demografico

Ci si potrebbe chiedere come Israele affronterebbe il suo dilemma demografico nel medio e lontano futuro. Alcuni leader israeliani, soprattutto all’interno dei circoli religiosi messianici nazionalisti, non esitano a usare termini inverosimili ed esplosivi come “Olocausto demografico” per descrivere il vantaggio demografico palestinese.

L’analogia scandalosamente corrotta tra una delle più grandi tragedie nella storia dell’Umanità da un lato e la sopravvivenza e la crescita del popolo palestinese nella sua Patria ancestrale, dall’altro, sminuisce l’Olocausto e mina seriamente gli sforzi internazionali volti a combattere il vero è virulento antisemitismo. Inoltre espone il brutale orrore della mentalità sionista.

Sfortunatamente, noi palestinesi abbiamo imparato che nulla può essere considerato impensabile per quanto riguarda la depravata mentalità sionista. Infatti, uno Stato che sostiene spudoratamente che gli ebrei hanno il diritto intrinseco di essere razzisti “perché sono un popolo speciale” può fare qualsiasi cosa, per quanto macabra, da incubo o diabolica possa essere.

Ecco perché i Rabbini di Gush Emunim, che rappresentano il Sionismo Religioso, dichiarano apertamente che la soluzione al problema palestinese è una combinazione di tre misure: trasferimento o deportazione collettiva; un rigido e umiliante regime di Apartheid; e/o una guerra di sterminio. Francamente, preferisco credere a questi Rabbini malvagi piuttosto che a famigerati bugiardi patologici come Netanyahu, Lapid e Biden.

Khalid Amayreh è un giornalista pluripremiato che ha contribuito con centinaia di articoli al sito inglese di Al-Jazeera dalla Cisgiordania Occupata. Il suo campo comprende, tra l’altro, studi strategici con particolare attenzione al mondo arabo, l’Iran dopo lo Scià, il conflitto arabo-israeliano, movimenti islamici contemporanei, il sionismo religioso, la religione comparata, Islam sciita e fallimento della democratizzazione nel mondo arabo. Ha ricevuto la maggior parte della sua formazione formale negli Stati Uniti, dove ha conseguito due lauree in giornalismo, una laurea presso l’Università dell’Oklahoma e un dottorato nello stesso campo presso l’Università dell’Illinois di Carbondale. Ha pubblicato numerosi studi e articoli su una varietà di argomenti sia in inglese che in arabo. Ha anche scritto cinque libri. Il titolo della sua tesi di laurea magistrale negli Stati Uniti era “la stampa religiosa in America e la questione palestinese dal 1967-1983”.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org