In un villaggio libanese al confine con Israele, dove i residenti non temono la guerra

“Non abbiamo più paura di niente, siamo abituati, la nostra vita è instabile. Non abbiamo più infrastrutture, né elettricità, né niente in ogni caso”, dice un residente di Kfar Chouba.

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AFP / 8 ottobre 2023

Immagine di copertina: Caschi blu dell’UNIFIL nel villaggio libanese di Kfar Chouba, 8 ottobre 2023, vicino al confine israeliano. Foto REUTERS/Aziz Taher

Nel sud del Libano, da dove domenica Hezbollah ha lanciato razzi contro le posizioni israeliane, i residenti dichiarano il loro sostegno all’offensiva palestinese di Hamas, nonostante le innumerevoli guerre con Israele che hanno stremato questa regione.

Seduto sul suo balcone a Kfar Chouba, villaggio al confine con Israele, Abou Rami Abdel Aal guarda le colline avvolte nella nebbia, bersaglio dei bombardamenti del potente movimento armato Hezbollah che domina la vita politica del Libano.

“Sosteniamo la Palestina e siamo solidali con la resistenza”, assicura questo funzionario quarantenne, alludendo a Hezbollah, mentre fuma la sua shisha. “Non abbiamo più paura di niente, siamo abituati, la nostra vita è instabile. Non abbiamo più infrastrutture, né elettricità, né comunque niente”, aggiunge,  con un Libano sprofondato in una terribile crisi economica che ha ridotto nella povertà la maggioranza della popolazione.

Al mattino presto, Hezbollah ha annunciato di aver lanciato proiettili e missili guidati da questo settore contro le vicine posizioni israeliane al confine. Ha dichiarato di aver agito “in segno di solidarietà” con “la resistenza e il popolo palestinese”, dopo il lancio, sabato, da parte di Hamas, il movimento al potere a Gaza, di un’offensiva a sorpresa di portata senza precedenti contro Israele, che ha portato ad una controffensiva israeliana con centinaia di morti da entrambe le parti.

“Tutte le guerre”

Hezbollah mantiene stretti rapporti con Hamas, che ha invitato i suoi alleati a sostenerlo. Hezbollah, Hamas e il loro alleato iraniano sono le bestie nere di Israele. L’intervento di Hezbollah, tuttavia, è rimasto limitato alle posizioni israeliane in un settore conteso del confine e non ha raggiunto il territorio israeliano.

La risposta dall’altra parte del confine non è stata rapida. L’esercito israeliano ha annunciato di aver colpito con un drone una “infrastruttura terroristica di Hezbollah” nella zona di confine.

Secondo l’Agenzia nazionale di stampa libanese (ANI), un neonato e un bambino sono rimasti feriti da vetri rotti.

Altrettanto risoluto è Ismaïl Abdel Aal, soldato in pensione e parente di Abou Rami Abdel Aal. “Abbiamo vissuto tutte le guerre”, dice il settantenne mentre passeggia per la città. “La vita nel villaggio è normale, non abbiamo paura.»

Il villaggio di Kfar Chouba è stato occupato da Israele  per 22 anni, fino al 2000, quando le  truppe israeliane si ritirarono dal Libano meridionale, un’area che era diventata una roccaforte di Hezbollah.

” Siamo pronti “

Dopo il ritiro israeliano, l’ONU ha tracciato una “Linea Blu” che stabilisce il confine tra i due paesi, ma diversi settori sono contesi, tra cui le fattorie di Chebaa, vicino a Kfar Chouba.

Nel 2006, una guerra devastante contrappose Hezbollah a Israele, provocando più di 1.200 morti sul lato libanese, per lo più civili, e 160 sul lato israeliano, per lo più soldati. Ma la violenza a Kfar Chouba risale a tempi ancora più antichi: fin dagli anni ’70, i commando palestinesi avevano fatto di questa regione una base per lanciare attacchi contro Israele, che regolarmente rispondeva.

“Raccomandiamo che Hezbollah non intervenga. Se lo farà, saremo pronti”, ha avvertito domenica il portavoce dell’esercito israeliano Richard Hecht.

In una manifestazione organizzata nella periferia sud di Beirut, roccaforte di Hezbollah, per sostenere l’offensiva palestinese, un alto funzionario del movimento libanese, Hachem Safieddine, ha reso omaggio “agli eroi di Gaza” e ha affermato che “è tempo di vendetta “. “La resistenza islamica ha inviato questa mattina un messaggio: bombardando le postazioni israeliane  affermiamo che è nostro diritto e nostro dovere prendere di mira il nemico che continua ad occupare la nostra terra”.

Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” -Invictapalestina.org