Con una ventilazione limitata, spazi ristretti, suoni echeggianti di origine non rintracciabile e l’incapacità di ritirarsi, i prossimi scontri nei tunnel sotto Gaza faranno sembrare le battaglie di strada “come una passeggiata nel parco”.
Fonte: English version
Raseef – 22 ottobre 2023
Nel corso della storia, le città sotterranee e i tunnel sono stati spesso collegati all’oppressione. Molte antiche città furono costruite nascoste ai raggi del sole e lontane dalle ombre della tirannia. Nelle epoche storiche successive, le città sotterranee furono utilizzate come rifugio durante i periodi di guerra. Un esempio è la Cappadocia in Turchia, scoperta nel 1963, che inizialmente fu utilizzata dai musulmani in cerca di rifugio dai bizantini e successivamente dai cristiani che fuggivano dagli ottomani. Tunnel e reti urbane sotterranee si trovano sotto Berlino mentre sotto Napoli vi è un vasto labirinto di tunnel e catacombe.
Oltre al loro ruolo di vie di fuga dagli oppressori, ciò che unisce tutte queste città sotterranee è che sono rimaste segrete fino alla loro riscoperta. Ciò si applica oggi alla rete di tunnel sotto Gaza, chiamata dalla gente del posto “Gaza Underground”, mentre Israele la definisce come “l’arma più potente della resistenza”.
Quando è iniziata la costruzione dei tunnel e quali sfide comportavano?
La costruzione dei tunnel è iniziata nel 2007, a seguito dell’imposizione del blocco sulla striscia di Gaza. I primi tunnel furono diretti verso l’Egitto e miravano a bypassare le restrizioni economiche del blocco. Da allora, l’espansione e la costruzione dei tunnel sono continuate senza sosta.
L’architetto Raed Wahba, in un’intervista con Raseef22, elabora le varie sfide associate alla costruzione del tunnel: “Ci sono numerose sfide che qualsiasi ingegnere potrebbe può prevedere durante la pianificazione della costruzione del tunnel. La sfida principale è la natura del suolo, che pone uno degli ostacoli più significativi. Durante lo scavo del tunnel, il terreno deve essere coeso, in quanto il terreno sciolto, sabbioso o fangoso potrebbe portare a collassi durante il processo di scavo. Inoltre, è fondamentale per la costruzione mantenere la sua integrità strutturale mentre si appresta un’infrastruttura per trasportare il terreno scavato sopra il tunnel. ”
“La mappa dei tunnel è un segreto militare. Alcuni rapporti affermano che le persone che usano questi tunnel e non sono considerate affidabili, sono bendati all’ingresso e all’uscita per impedire loro di riconoscere le posizioni degli ingressi e delle uscite del tunnel”
L’architetto continua evidenziando ulteriori sfide: “Un’altra sfida potrebbe essere lo smaltimento delle abbondanti quantità di terreno generato durante lo scavo, che non è affatto un compito semplice, specialmente per i tunnel più grandi destinati a camion e auto. Ci sono le quantità di cemento e ferro necessarie per la costruzione e il rinforzo strutturale, la ventilazione e l’illuminazione. La verità è che questo lavoro è stato svolto a livelli eccezionalmente elevati, impiegando macchinari pesanti per superare le distanze e operare nelle condizioni di un deserto caldissimo. Credo che questo sia ciò che ha fatto impazzire Israele. Come è stato possibile costruire questi tunnel così facilmente, con tale segretezza, oltre alla progettazione, alla distribuzione e ala capillarità di questi tunnel? ”
Segreto totale
Khaled Al-Sayed, nome fittizio di un esperto militare che desidera rimanere anonimo, dichiara: “Affermare che qualsiasi agenzia di intelligence, sia israeliana che altro, possiede la mappa completa di questa città (sotterranea) è un’affermazione illogica dal punto di vista militare. La mappa di questa città è classificata come informazioni altamente riservate all’interno delle agende strategiche sia di Hamas che della Jihad islamica, che condividono la proprietà dei tunnel e il loro utilizzo “.
Nel 2021, Israele dichiarò di aver distrutto oltre 100 chilometri di tunnel, soprannominato “il ragno con molte zampe”. Ma “la resistenza” ha confutato questa affermazione, affermando che il danno inflitto non ha superato il 5% della vasta rete che copre 500 chilometri.
Khaled aggiunge: “Ciò che si intende per segretezza è che anche la maggior parte dei giovani coinvolti nella resistenza non conoscono la mappa del tunnel, anche se sono a conoscenza di un tunnel qua o là. Ci sono guide affidabili, pochi eletti tra le fila della resistenza, incaricate di guidare i combattenti all’interno dei passaggi labirintici. Alcuni rapporti dicono che le persone che usano questi tunnel e non sono ritenute affidabili, vengono bendate all’entrata e all’uscita per impedire loro di riconoscere la posizione degli ingressi e delle uscite”.
“Il ragno dalle molte zampe”
Questa è una delle etichette utilizzate dall’esercito israeliano per la rete di tunnel. Il portavoce dell’IDF Jonathan Conricus ha dichiarato durante un’intervista alla CNN: “Pensate a Gaza come uno strato per i civili e poi un altro strato per Hamas. Stiamo cercando di arrivare a quel secondo strato costruito da Hamas. Questi a Gaza non sono nascondigli per civili “.
Secondo il Rapporto strategico palestinese del 2020-2021, i funzionari israeliani hanno ripetutamente messo in guardia sui pericoli dei tunnel e sulla capacità di Hamas di “emergere dal sottosuolo”. Ogni volta che Israele dichiarava la distruzione dei tunnel, Hamas rispondeva prontamente, sottolineando la natura segreta di questi siti, dove nasconde le sue armi e i suoi centri operativi, che funzionano come rifugi per leader e combattenti durante i bombardamenti.
In seguito all’accordo di cessate il fuoco seguito al conflitto del 2021, l’esercito israeliano affermò di aver distrutto più di 100 chilometri di tunnel attraverso attacchi aerei. Ma “la resistenza” confutò questa affermazione, affermando che i danni inflitti non superavano il 5% della vasta rete di tunnel, che si estende per ben 500 chilometri.
Per comprendere l’estensione sulla rete di tunnel, conosciuta in Israele con vari nomi come “metropolitana di Gaza”, possiamo equipararla alla lunghezza della metropolitana di Parigi, che copre un’area di 219 chilometri , ovvero la distanza tra La Mecca e Medina, che si estende per 400 chilometri.
I tunnel dal lato egiziano
La situazione dei tunnel non è una preoccupazione esclusiva di Israele. Giordania ed Egitto sono alle prese con problemi di sicurezza legati ai tunnel a causa dei ripetuti bombardamenti del gasdotto egiziano-giordano, che fornisce al Regno energia dall’Egitto, avvenuti nel 2012. Tuttavia, in termini di sovranità rimane principalmente una questione egiziana.
Durante il mandato del defunto presidente egiziano Mohamed Morsi, il consiglio militare egiziano accusò Hamas dell’uccisione di 20 soldati egiziani a Rafah nell’agosto 2012.
Le guerre nei tunnel sono molto più dure di quelle di strada. Con una ventilazione limitata, spazi ristretti, suoni echeggianti di origine non rintracciabile e l’incapacità di ritirarsi, i prossimi scontri nei tunnel sotto Gaza faranno sembrare le battaglie di strada “come una passeggiata nel parco”.
Nel marzo 2013, il consiglio militare egiziano avviò una vasta campagna per sigillare i tunnel che collegavano Gaza al Sinai, impiegando metodi come riempirli o inondarli con acque reflue. Questa operazione continuò nonostante la richiesta del presidente Mohamed Morsi all’allora ministro della Difesa Abdel Fattah El-Sisi di non prendere di mira i tunnel. Tutto questo avvenne nonostante le richieste di Hamas all’Egitto di non distruggere i tunnel finché il valico di frontiera non fosse stato riaperto, e dopo che Mohamed Badie, la Guida Generale dei Fratelli Musulmani, aveva assicurato l’allora Primo Ministro del governo di Hamas, Ismail Haniyeh, che le demolizioni dei tunnel sarebbero cessate.
Dopo il trasferimento del potere al consiglio militare, l’esercito egiziano ha istituito una zona cuscinetto e ha intensificato gli sforzi per riempire e demolire i tunnel che collegano Gaza al Sinai per controllare “l’infiltrazione terroristica”, secondo le dichiarazioni ufficiali dell’esercito.
Assisteremo ad una guerra nei tunnel?
In una recente dichiarazione riguardante la possibilità di una guerra nei tunnel, Colin Clarke, direttore del Soufan Center for Research di New York, afferma che Hamas “conosce a fondo i suoi tunnel”, sottolineando che “alcuni di essi sono dotati di trappole esplosive” e che i miliziani sono “preparati a combattere in tali ambienti”. Aggiunge che Israele non possiede l’intelligence di cui ha bisogno per questa battaglia.
I VietCong utilizzarono i tunnel nella loro resistenza contro le forze statunitensi durante la guerra del Vietnam. Questi passaggi sotterranei furono costruiti dalle forze comuniste negli anni ’40 durante la loro lotta di indipendenza dal dominio coloniale francese
Da parte sua, Khaled Al-Sayed afferma: “La guerra nei tunnel è significativamente più impegnativa del combattimento convenzionale di strada, aereo o terrestre. Il tuo compagno potrebbe essere a soli due metri da te, ma potresti non sapere dove si trova, e potresti non sapere se la persona dietro di te è dalla tua parte o dalla parte del nemico. L’oscurità visiva, la ventilazione limitata, gli spazi ristretti, l’eco di suoni di origine non rintracciabile e l’impossibilità di fuggire o ritirarsi, tutto ciò riaccenderebbe l’incubo vissuto dall’esercito americano in Vietnam, ma questa volta con gli israeliani”.
I VietCong utilizzarono i tunnel nella loro resistenza contro le forze statunitensi durante la guerra del Vietnam. Questi passaggi sotterranei, costruiti dalle forze comuniste negli anni ’40 durante la loro lotta di indipendenza dal dominio coloniale francese, si rivelarono molto efficaci negli anni ’50 e ’60 durante la guerra americana in Vietnam. L’abile utilizzo di questi tunnel da parte dei VietCong svolse un ruolo fondamentale nell’infliggere perdite sostanziali alle forze statunitensi, guadagnando a questo conflitto il soprannome di “Pantano del Vietnam”.
In chiusura, Khaled Al-Sayed dice: “Non riesco a immaginare che le guerre dei tunnel finiscano tra una settimana o un mese. Se ciò accadrà, le battaglie di strada sembreranno una passeggiata nel parco”.
Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” -Invictapalestina.org