Coloni all’attacco: in Cisgiordania la “stagione delle benedizioni” si tinge di sangue

Sebbene i coloni illegali pensino che le loro continue molestie e violenze contro i palestinesi alla fine li allontaneranno dalla loro terra, in realtà accadrà il contrario.

Fonte:English version

Di Fayha Shalash – Ramallah -29 ottobre 2023

Immagine di copertina: Lavoratori palestinesi partecipano alla raccolta delle olive.(Foto: Mahmoud Ajjour, The Palestine Chronicle)

Bilal Saleh, 40 anni, portava ogni anno la sua famiglia a raccogliere le olive nel suo uliveto situato nel villaggio di Al-Sawiya, a sud di Nablus.

Nelle altre stagioni, Saleh raccoglieva diversi tipi di verdure in foglia e le vendeva su un carretto per le strade di Ramallah per guadagnare un po’ di soldi.

Era un sostentamento intriso di fatica, un sostentamento che durante questa stagione si è coperto di sangue.

Bilal è stato ucciso sabato pomeriggio dai proiettili di un colono mentre raccoglieva le olive dai suoi alberi che amava e curava con grande amore.

La sua unica colpa è stata quella di voler raccogliere i frutti del suo lavoro nel suo piccolo uliveto, al quale gli era stato negato l’accesso dall’inizio della stagione.

Ahmed Saleh, uno dei suoi parenti, ha detto al Palestine Chronicle che la famiglia aveva provato più volte a raccogliere le olive nel loro uliveto situato  alla periferia della città, ma che l’esercito israeliano e i coloni aveva installato delle barriere in modo da negare l’accesso. L’esercito ha bloccato le strade secondarie e ha scacciato le famiglie che tentavano di raggiungere i frutteti attraverso percorsi alternativi.

“Abbiamo provato a raggiungere i nostri alberi, ma ogni volta siamo stati attaccati dai soldati o dai coloni. Questa volta abbiamo deciso di andare sabato perché pensavamo che i coloni avrebbero osservato la festività. Ma sembra che non si fermino mai dall’ucciderci!” Saleh ha detto al Palestine Chronicle.

Bilal e la sua famiglia sono riusciti a raggiungere i loro alberi dopo ore di tentativi. Hanno dovuto trasportare a braccia l’attrezzatura  e camminare a piedi, ma erano stati molto contenti di essere arrivati.

Poco prima che Bilal venisse ucciso, aveva scattato delle foto con la sua famiglia, mentre raccoglievano le  olive. Bilal è stato colpito da un proiettile al petto ed è caduto a terra. La sua famiglia ha lottato per trasportare il suo corpo senza vita, utilizzando una scala come barella, perché i soldati avevano bloccato le strade, impedendo l’accesso alle ambulanze.

“Il suo sangue si è mescolato con la terra. Tutti sono rimasti scioccati, non sapendo cosa fare. I coloni sparavano intensamente, l’esercito osservava da lontano, il villaggio ribolliva di rabbia e ore dopo i soldati hanno arrestato suo fratello con il pretesto di aver visto una bandiera di Hamas al suo funerale!” Ahmed ha aggiunto.

Il dolore ha colpito l’intera città. Nessuno voleva credere a quello che era successo alla famiglia di Bilal.

Stagione di benedizioni

Gli ulivi sono un simbolo profondo dell’identità palestinese. Molti degli ulivi in Palestina hanno migliaia di anni e i palestinesi si sono presi cura di loro, proprio come si prendono cura dei propri figli.

Aspettano la raccolta delle olive con grande impazienza, poiché significa bontà e benedizioni e li collega nuovamente alla loro terra. È una distrazione dalla loro vita di lotta.

Quando si attraversa qualsiasi villaggio, paese o città della Cisgiordania, si vedono colline e pianure ricoperte di ulivi, molti dei quali si trovano in terre classificate come C secondo gli accordi di Oslo, il che significa che sono sotto la piena sovranità israeliana. .

Sofferenza

La città di Nahalin, a ovest di Betlemme, è circondata da sette insediamenti israeliani, che formano un muro che avvolge completamente la città. Questi insediamenti sono configurati in modo tale da occupare la più ampia fascia di terreno possibile, terra che era stata coltivata per generazioni dai palestinesi con boschetti di alberi e colture.

Nonostante questi pericoli, i palestinesi insistono nel raccogliere le loro olive ogni stagione.

Il giornalista Ghassan Najajra, residente nella città, ha detto al Palestine Chronicle che dal 7 ottobre l’esercito israeliano ha chiuso gli ingressi di Nahalin, impedendo alle famiglie di raggiungere le loro terre.

Dall’inizio della stagione, le famiglie hanno subito numerosi attacchi, compreso il furto delle olive dopo il raccolto. Sono stati aggrediti dai coloni e colpiti con manganelli e pietre. Ciò avviene sotto gli occhi dell’esercito israeliano,  che non fa nulla per fermare gli atti di violenza e i furti commessi dai coloni.

“Diverse famiglie palestinesi hanno deciso di raggiungere in gruppi numerosi le loro terre attraverso strade secondarie, in modo da non essere esposte agli attacchi di coloni e soldati. Per fare ciò, sono stati costretti a percorrere a piedi una distanza di 1,5 km, portando con sé i prodotti raccolti e le attrezzature”, ha aggiunto Najajra.

Sebbene i coloni illegali possano pensare che le loro continue molestie e violenze contro i palestinesi alla fine li allontaneranno dalla loro terra, in realtà accadrà esattamente il contrario. Nonostante le difficoltà e gli   ostacoli quotidiani che la attende, la popolazione di Al-Sawiya, Nahalin e di numerose altre città e villaggi palestinesi è più impegnata che mai nella lotta per le proprie terre.

 

Fayha’ Shalash è una giornalista palestinese residente a Ramallah. Si è laureata all’Università di Birzeit nel 2008 e da allora lavora come reporter e conduttrice. I suoi articoli sono apparsi in diverse pubblicazioni online.

​Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” -Invictapalestina.org