L’idea, come sempre, è quella di raccogliere sostegno per i suoi pesanti bombardamenti e per l’invasione di terra di Gaza e, in cambio, giustificare le vittime civili e lo sfollamento di milioni di abitanti di Gaza”
Fonte: English version
Maliha Khan – 1° novembre 2023
Immagine di copertina: circa 500 persone sono state uccise nel bombardamento israeliano dell’ospedale Al Ahli a Gaza (Foto dell’AFP)
Dal 7 ottobre, la squadra israeliana dell'”hasbara”*, è andata a gonfie vele. Con un miscuglio di disinformazione, inganno e menzogne, i social media israeliani sfruttano gli stereotipi su arabi e musulmani per giustificare i crimini a Gaza.
“Hamas è una piaga che si nasconde in un ospedale”.
Questo è uno dei tanti post sull’account delle Forze di Difesa Israeliane (IDF) sulla popolare piattaforma di social media X (ex Twitter).
La dichiarazione è accompagnata da un video in cui si chiede retoricamente se il quartier generale di Hamas si trovi sotto una scuola, un’università, una moschea o un ospedale.
Alla domanda a scelta multipla si risponde successivamente con “Tutti quelli citati sopra” mentre il video prosegue identificando l’ospedale Al-Shifa, la più grande struttura medica di Gaza, come il quartier generale principale di Hamas.
Si accusa Hamas di usare i propri civili come scudi umani e di abusare di fonti energetiche vitali a spese della popolazione di Gaza.
Il video termina con il narratore che dice: “Questa è una tragica realtà per gli abitanti di Gaza. E Hamas ne è responsabile”.
“L’idea, come sempre, è quella di raccogliere sostegno per i suoi pesanti bombardamenti e per l’invasione di terra di Gaza per ‘smantellare’ Hamas e riportare gli ostaggi a casa e, in cambio, giustificare le vittime civili e lo sfollamento di milioni di abitanti di Gaza”
Su X questo non è l’unico post su Hamas, che nasconderebbe e porterebbe avanti le sue operazioni da sotto l’ospedale Al-Shifa, così come riportato da diversi account ufficiali dello stato israeliano.
Che si tratti dell’account delle Forze di Difesa Israeliane (@IDF), dell’account ufficiale del Ministero degli Esteri israeliano (@IsraelMFA) o dell’Ufficio del Primo Ministro israeliano (@IsraeliPM), tutti sono pieni di post sul più grande ospedale di Gaza identificato come quartier generale di Hamas.
Anche il Primo Ministro israeliano Netanyahu ha scritto un post sul suo account X, dicendo: “Hamas-ISIS è malvagio. Trasformano gli ospedali in quartier generali per il loro terrore. Abbiamo appena rilasciato informazioni di intelligence che lo dimostrano”. Ha condiviso quindi un video illustrativo “basato sull’intelligence” riguardante il presunto utilizzo da parte di Hamas dell’ospedale Al-Shifa sia sopra che sotto terra.
Sia Israele che Hamas hanno utilizzato i social media per comunicare e sostenere le loro azioni al pubblico internazionale.
In passato, ciascuna parte ha utilizzato i social media per tentare di inserire le proprie azioni in un contesto positivo e denigrare l’opposizione.
Nel conflitto di Gaza del 2012, Israele e Hamas fecero ampio uso di hashtag, parole specifiche o frasi per evidenziare i loro messaggi e ottenere sostegno per le loro azioni, oltre a consentire ad altri utenti di Twitter di estendere la solidarietà condividendo quegli hashtag sui loro feed Twitter.
All’epoca, gli hashtag più importanti e in competizione furono l’hashtag #GazaUnderAttack per aumentare la consapevolezza sulla causa palestinese e l’hashtag #IsraelUnderFire per generare sostegno a Israele.
Tuttavia dopo il 7 ottobre l’uso estensivo dei social media, in particolare di X, da parte di Israele, non ha precedenti.
Durante la guerra del 2008-2009, l’IDF aprì un blog ufficiale, diffuse comunicati stampa e utilizzò altre fonti mediatiche più tradizionali per giustificare la sua offensiva.
All’epoca la percezione tra i critici delle azioni israeliane era che l’IDF prendesse di mira in modo sproporzionato i civili palestinesi, con il numero delle vittime citato come prova del palese disprezzo dell’IDF per i civili. Pertanto, per tentare di contrastare quell’opinione pubblica internazionale, durante il conflitto di Gaza del 2012 le forze di difesa israeliane furono estremamente attive sul proprio feed Twitter.
L’IDF tentò sia di collocare le azioni di Hamas in un contesto negativo, sia di dare una svolta positiva alle azioni dell’IDF e di giustificare la sua offensiva militare a Gaza come imperativa per porre fine ad Hamas e ripristinare la pace nella regione.
E questo è esattamente ciò che Israele sta facendo attualmente, anche se in modo molto più intenso.
Dall’attacco di Hamas tre settimane fa, Israele ha attivato al massimo i suoi strumenti di social media pubblicando numerosi annunci online su piattaforme come X e YouTube, includendo foto e video grafici.
L’idea, come sempre, è quella di raccogliere sostegno per i pesanti bombardamenti e l’invasione di terra di Gaza per “smantellare” Hamas e riportare gli ostaggi a casa e, in cambio, giustificare le vittime civili e lo sfollamento di milioni di abitanti di Gaza.
Mentre Israele bombardava senza sosta le aree residenziali, il 17 ottobre si è verificato un attacco mortale all’ospedale arabo Al-Ahli di Gaza City, che ha ucciso più di 470 civili, rendendolo di gran lunga il singolo attacco con il più alto numero di vittime, con centinaia di feriti e di persone intrappolate sotto le macerie.
Lo stesso giorno, c’è stato un attacco contro una scuola dell’UNRWA situata nel campo profughi di Al Maghazi, che ospita circa 4.000 sfollati, e ad altri due campi profughi densamente popolati.
“Con la maggior parte delle linee di comunicazione interrotte a causa dei continui bombardamenti che hanno distrutto cavi e ripetitori cellulari, non si può dire fino a che punto lo stato e l’esercito israeliani si spingeranno per portare a termine il genocidio a Gaza”
Israele ha rifiutato di assumersi la responsabilità dell’attacco all’ospedale Al-Ahli, affermando che è stato causato da un razzo lanciato male dalla Jihad islamica palestinese, che ha però negato l’accusa.
Ora, Israele ha minacciato di prendere di mira il più grande complesso sanitario di Gaza, Al-Shifa, sostenendo che viene utilizzato come quartier generale principale e come “scudo” per le “operazioni di Hamas”.
Gli aerei da guerra israeliani hanno già bombardato le aree vicine ad Al-Shifa e gli ospedali indonesiani a Gaza.
Non solo, ma la Mezzaluna Rossa Palestinese ha affermato che l’ospedale Al-Quds di Gaza ha ricevuto serie minacce da parte delle autorità di occupazione di evacuare immediatamente, poiché anch’esso verrà bombardato.
L’ Al Quds News Network ha anche riferito che aerei israeliani hanno bombardato un obiettivo nelle vicinanze dell’ospedale Al-Quds, dove si stanno rifugiando 14.000 civili sfollati.
In precedenza, il portavoce dell’esercito israeliano, il contram miraglio Daniel Hagari, aveva dichiarato: “In questa guerra, tutte le opzioni sono sul tavolo”, lasciando intendere che, se necessario, avrebbero effettuato attacchi aerei anche sugli ospedali, in particolare su Al-Shifa.
In una conferenza stampa di venerdì 27 ottobre, Hagari ha affermato che “Hamas ha trasformato gli ospedali in centri di comando e controllo e nascondigli per terroristi e comandanti di Hamas”. Ha anche condiviso alcuni diagrammi e registrazioni audio come “prova” acquisita dall’intelligence israeliana a sostegno di questa accusa.
Da allora, Israele ha inondato i social media, in particolare i suoi vari account su X, con video di intelligence, registrazioni audio e video di presunti combattenti di Hamas catturati, affermando che Hamas sta utilizzando l’ospedale Al-Shifa per ospitare esplosivi. armi, cibo e attrezzature mediche.
“Te l’avevo detto. Shifa è un posto sicuro. Non verrà colpito. Per loro (Hamas) è sicuro. Questo è quello che sappiamo”, dice uno degli uomini interrogati nel video condiviso sugli account ufficiali dello stato di Israele su X.
Tutti questi post che mostrano “prove” a sostegno della loro affermazione secondo cui Hamas sta utilizzando l’ospedale Al-Shifa come base, sembrano costruire un caso per giustificarne il bombardamento.
“Non c’è alcuna prova per le affermazioni fatte dal [portavoce militare israeliano] sulla presenza dei comandi di Hamas sotto l’ospedale Al-Shifa”, ha detto l’alto funzionario di Hamas Izzat Rashaq in una dichiarazione su Telegram, affermando che ciò fa parte di un “una serie di bugie su cui [Israele] costruisce la sua narrativa”.
Ha aggiunto che Israele sta usando queste false accuse come un “preludio” per “commettere un nuovo massacro più grande di quello dell’ospedale Al-Ahli” e ha invitato i leader mondiali “ad agire per fermare il genocidio”.
Nel frattempo, è stato riferito che l’ospedale Al-Shifa funziona a malapena con generatori ad energia solare ed è sull’orlo del collasso, come tutto il sistema sanitario a Gaza.
L’ospedale ospita più di 50.000 palestinesi sfollati, stipati nelle sale d’attesa, nei corridoi e nei cortili.
Con la maggior parte delle linee di comunicazione interrotte a causa dei costanti bombardamenti che hanno distrutto cavi e ripetitori cellulari, non si può dire fino a che punto lo stato e l’esercito israeliani si spingeranno per portare a termine il genocidio a Gaza.
Nel momento in cui verrà riportato, sarà troppo tardi e gli alleati di Israele avranno già avuto una narrazione fornita da Israele attraverso la sua potente propaganda sui social media per difendere le proprie azioni.
*Hasbara: Hasbara (ebraico: הַסְבָּרָה) è una parola in lingua ebraica che indica gli sforzi di pubbliche relazioni per diffondere all’estero informazioni positive sullo Stato di Israele e le sue azioni. Il governo israeliano e i suoi sostenitori usano il termine per descrivere gli sforzi per spiegare le politiche del governo e promuovere Israele di fronte all’opinione pubblica, e per contrastare quelli che vedono come tentativi di delegittimazione di Israele . Hasbara è anche un eufemismo per propaganda
Maliha Khan è una scrittrice di Karachi, Pakistan. Scrive sia narrativa che saggistica e il suo lavoro è apparso su Tint Journal, The Remnants Archive e Enthucutlet, tra gli altri. È membro del South Asia Speaks 2022 e attualmente sta lavorando al suo primo libro sulle sue esperienze a Delhi, in India, dove ha vissuto diversi anni
Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” – Invictapalestina.org