La Resistenza Palestinese comprende il suo nemico. Ha imparato attraverso l’esperienza come combatterlo. Questa non è una buona notizia per Israele.
Fonte: English version
Di Chris Hedges – 13 novembre 2023
IL CAIRO, Egitto: Basel al-Araj, un leader della Resistenza Palestinese, poco prima dell’invasione israeliana di Gaza nel 2014, stabilì le regole fondamentali per la guerra contro Israele.
Le regole di al-Araj, non un membro di Hamas, forniscono l’ottica palestinese per l’aumento delle forze israeliane a Gaza. Mentre la superiore potenza di fuoco di Israele, la sua forza aerea, i missili, i carri armati, i veicoli corazzati, i droni, le forze navali, le unità meccanizzate e di artiglieria, rendono possibile infliggere un numero enorme di vittime palestinesi, la maggior parte delle quali civili, mentre Israele può radere al suolo interi quartieri e trasformare ospedali, scuole, centrali elettriche, impianti di trattamento delle acque, panifici, moschee e chiese in cumuli di macerie, ciò non si traduce in una sconfitta dei gruppi di Resistenza palestinesi.
Al-Araj ha sostenuto che la lotta con Israele non può essere misurata con il conteggio delle vittime. Gli israeliani saranno in grado di uccidere un numero molto maggiore di palestinesi. I movimenti resistenti, scriveva, subiscono sempre perdite sproporzionate. Nella guerra d’indipendenza in Algeria, tra il 1954 e il 1962, più di 1,5 milioni di algerini, ovvero circa il 10% della popolazione, furono uccisi dai francesi. Nell’aeroporto di Algeri, la capitale del Paese, c’è un enorme targa che recita: “Benvenuti in Algeria. Terra di un milione di martiri”.
“Siamo molto più capaci di sostenere i costi, quindi non c’è bisogno di fare confronti o di allarmarsi per l’entità dei numeri”, ha scritto.
Al-Araj, che ha guidato gli scioperi della fame mentre era nelle carceri dell’Autorità Palestinese, è stato a lungo nel mirino di Israele. L’unità antiterrorismo israeliana, Yamam, lo ha inseguito per mesi prima di fare irruzione nella sua casa il 6 marzo 2017 a el-Bireh. Dopo uno scontro a fuoco durato due ore, le forze israeliane, che hanno lanciato razzi contro l’edificio, fecero irruzione all’interno e lo giustiziarono sparandogli a distanza ravvicinata. Aveva 31 anni.
“La lotta con Israele”, ha ricordato al-Araj ai palestinesi, “deve seguire la logica della guerriglia o della guerra ibrida, di cui arabi e musulmani sono diventati maestri attraverso le nostre esperienze in Afghanistan, Iraq, Libano e Gaza”. “Non difendere mai punti fissi e confini. Attira il nemico in un’imboscata, realizzata con una leggera resistenza e ritirate tattiche. Colpisci i fianchi e le retrovie”. Il calcolo della guerra asimmetrica è molto diverso da quello della guerra convenzionale. E ciò che Israele definisce un successo, inclusa la conquista del territorio, numerose morti e la distruzione di infrastrutture ed edifici, conta poco per il combattente della Resistenza. L’obiettivo dei combattenti palestinesi è quello di rimanere elusivi, di effettuare azioni fulminee e retrocedere tra gli edifici bombardati o nella vasta rete di tunnel sotto Gaza.
Le Brigate Al-Qassam, l’ala armata di Hamas, affermano di aver parzialmente distrutto più di 160 obiettivi militari israeliani a Gaza, inclusi più di 27 carri armati e veicoli, negli ultimi due giorni. L’11 novembre, la Brigata Al-Qassam afferma di aver attirato i soldati israeliani verso un’auto in fiamme in Cisgiordania e di aver fatto saltare in aria i loro veicoli con un ordigno improvvisato. Il 10 novembre le Brigate Al-Qassam, Saraya Al-Quds e le Brigate dei Martiri di Al-Aqsa affermano di aver permesso agli israeliani di avanzare senza significativa opposizione durante il giorno. In serata hanno teso un’imboscata alle forze israeliane a Ovest di Tal al-Hawa, nelle aree intorno all’Ospedale Al-Shifa, a Ovest del campo profughi di Al-Shati e di Beit Lahia, nella parte settentrionale della Striscia di Gaza. Israele ha scatenato un pesante bombardamento, hanno detto i combattenti palestinesi, nel tentativo di salvare i suoi soldati. Secondo quanto riferito, Israele ha subito un elevato numero di vittime. Il 9 novembre, le Brigate Al-Qassam affermano di aver teso un’imboscata ai soldati israeliani a Juhr al-Dik, colpendoli con un razzo antiuomo. I soldati israeliani sono stati uccisi, hanno detto, “sul colpo”. Il 6 novembre, le Brigate Al-Qassam affermano di aver distrutto cinque carri armati israeliani con i razzi Yassin 105 nella parte nordoccidentale della città di Gaza. Il 2 novembre le Brigate Al-Qassam hanno affermato di aver distrutto sei carri armati e due veicoli militari in un’ora a Nord-Ovest della città di Gaza. “Il numero delle vittime è significativamente più alto di quanto annunciato dai vertici del nemico”, ha detto Abu Obeida, portavoce delle Brigate Al Qassam.
Israele ha vietato alla stampa straniera di riferire da Gaza. Ha ucciso oltre 40 giornalisti e operatori dei media palestinesi. Ha inoltre istituito blocchi prolungati di Internet e del servizio di telefonia cellulare. Senza dubbio, questa pesante censura viene effettuata per limitare le immagini orribili delle vittime civili. Ma sospetto che serva anche a bloccare le immagini di un’offensiva di terra più dura, più prolungata e più costosa di quanto previsto da Israele.
Israele investe enormi risorse nella sua campagna di propaganda, inducendo reti come la CNN a ripetere le sue affermazioni. Jake Tapper dovrebbe essere un portavoce onorario delle Forze di Difesa Israeliane (IDF).
Al-Araj ha messo in guardia dal tentativo di Israele di demoralizzare i combattenti pubblicando foto e video di israeliani che occupano monumenti e spazi pubblici.
Un video condiviso sui social media mostra l’innalzamento della bandiera israeliana su una spiaggia di Gaza. Un gruppo di soldati circonda la bandiera e canta l’inno nazionale israeliano.
Nell’ottobre dello scorso anno, coloni ebrei occuparono la Moschea Ibrahimi nella città di Hebron, in Cisgiordania, dove un colono ebreo, Barach Goldstein, nel 1994 uccise 29 fedeli palestinesi riuniti in preghiera. I coloni hanno organizzato un festival musicale e una festa danzante nella moschea. Hanno appeso una bandiera israeliana sul tetto. Sono circolati video che denigravano e ridicolizzavano i palestinesi.
Al-Araj ha scritto che la propaganda israeliana è progettata per instillare il panico, demonizzare i palestinesi e diffondere il disfattismo.
“Stiamo ora lanciando la Nakba di Gaza”, ha detto Avi Dichter, membro del gabinetto di sicurezza israeliano e Ministro dell’Agricoltura, riferendosi alla Pulizia Etnica dei palestinesi dalle loro terre nel 1948, facilitata dai massacri, dallo stupro di donne e ragazze palestinesi e dalla razzia di interi villaggi da parte delle milizie sioniste. “Da un punto di vista operativo, non c’è modo di intraprendere una guerra, come l’IDF cerca di fare a Gaza, con le masse tra i carri armati e i soldati”. “Gaza Nakba 2023. È così che finirà”, ha concluso.
Israele equipara i palestinesi ai nazisti. Naftali Bennett, ex Primo Ministro israeliano, in un’intervista su Sky News il 12 ottobre ha dichiarato: “Stiamo combattendo i nazisti”. Il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha descritto Hamas in una conferenza stampa con il Cancelliere tedesco Olaf Scholz come “i nuovi nazisti”.
L’IDF ha pubblicato un tweet che diceva: “Mai più è ADESSO. Le forze dell’IDF hanno scoperto una copia del famigerato libro di Hitler Mein Kampf, tradotto in arabo, nella camera da letto di un bambino utilizzata come base terroristica di Hamas a Gaza. Il libro è stato scoperto tra gli effetti personali di uno dei terroristi, con annotazioni ed evidenziazioni. Hamas abbraccia l’ideologia di Hitler, il responsabile dell’annientamento del popolo ebraico”.
Il messaggio è chiaro. I palestinesi incarnano il male assoluto.
Israele diffonde immagini che mostrano palestinesi e prigionieri palestinesi denigrati e maltrattati dagli israeliani. Allo stesso tempo, Israele si presenta come compassionevole.
Recentemente è stato diffuso un video intitolato: “I soldati dell’IDF danno acqua ai civili di Gaza dopo il rifiuto di Hamas”. Il video, chiaramente messo in scena, mi ha ricordato il filmato del comandante serbo-bosniaco, Generale Ratko Mladic, che distribuì caramelle ai bambini a Srebrenica nel 1995 prima di supervisionare l’esecuzione di 8.000 uomini e ragazzi.
“Il nemico effettuerà operazioni tattiche e qualitative per assassinare alcuni simboli della Resistenza, e tutto questo fa parte della guerra psicologica”, ha scritto al-Araj. “Coloro che sono morti e coloro che moriranno non intaccheranno mai il sistema e la coesione della Resistenza perché la struttura e le formazioni della Resistenza non sono centralizzate ma orizzontali e diffuse. Il loro obiettivo è influenzare la base di appoggio della Resistenza e le famiglie dei combattenti della Resistenza, poiché sono gli unici che possono influenzare gli uomini della Resistenza”.
In ogni guerra, l’informazione viene utilizzata come arma. Ma fare affidamento esclusivamente sulla narrativa israeliana significa essere ingannati, non solo riguardo ai Crimini di Guerra commessi da Israele, ma anche sulla natura della guerra stessa. I palestinesi capiscono il loro nemico. Hanno avuto molta esperienza. Sapevano che sarebbe successo. Sospetto che i combattimenti a Gaza continueranno per molto tempo. Israele ha pagato un prezzo elevato il 7 ottobre, quando i combattenti palestinesi hanno sfondato i suoi confini. Pagherà un prezzo ancora più alto a Gaza.
Chris Hedges è un giornalista vincitore del Premio Pulitzer, è stato corrispondente estero per quindici anni per il New York Times, dove ha lavorato come capo dell’Ufficio per il Medio Oriente e dell’Ufficio balcanico per il giornale. In precedenza ha lavorato all’estero per The Dallas Morning News, The Christian Science Monitor e NPR. È il conduttore dello spettacolo RT America nominato agli Emmy Award On Contact.
Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org