Le mestruazioni, uno stress aggiuntivo per le donne di Gaza

“Taglio i vestiti dei miei figli o qualsiasi pezzo di stoffa che trovo e lo uso come assorbente”.

Fonte: versión española

Afp – 12 dicembre 2023

Immagine di copertina: Due donne camminano tra le macerie a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza afp_tickers

Oltre all’angoscia della guerra, le donne di Gaza devono affrontare lo stress aggiuntivo delle mestruazioni, costrette a indossare pannolini o ritagli di stoffa e affrontare infezioni e condizioni umilianti.

Il territorio palestinese soffre di carenza di cibo, acqua e prodotti sanitari, con l’80% dei suoi 2,4 milioni di abitanti sfollati a causa del conflitto tra Israele e Hamas.

“Taglio i vestiti dei miei figli o qualsiasi pezzo di stoffa che trovo e lo uso come assorbente”, spiega Hala Ataya, 25 anni, nella città meridionale di Rafah, dove molti sono fuggiti.

“Faccio il bagno solo ogni due settimane”, aggiunge.

Costretta a lasciare la sua casa nel campo profughi di Jabaliya, nel nord di Gaza, si è stabilita in una scuola gestita dalle Nazioni Unite dove condivide bagno e doccia con centinaia di persone.

La puzza è nauseante, nel bagno pieno di mosche.

Le strade di Rafah, città adiacente al confine con l’Egitto, sono state trasformate in latrine a cielo aperto.

 “Siamo tornati all’età della pietra” –

La città, ricoperta di spazzatura, è diventata un immenso campo profughi a causa dell’arrivo di gran parte della popolazione, a cui viene impedito di lasciare il territorio.

“Siamo tornati all’età della pietra. Non c’è sicurezza, né cibo, né acqua, né igiene. Mi vergogno, mi sento umiliata”, dice Samar Shalhoub, 18 anni, una sfollata di Gaza City.

È passata da diversi rifugi, pieni di “sporcizia”, ​​come racconta.

La guerra è stata scatenata dall’attacco senza precedenti del 7 ottobre da parte dei combattenti di Hamas, che hanno ucciso circa 1.200 persone in Israele,secondo le autorità israeliane.

La risposta dell’esercito israeliano ha provocato la morte di circa 18.200 palestinesi, per lo più civili, secondo gli ultimi dati del Ministero della Sanità di Hamas a Gaza.

Non potendo procurarsi prodotti sanitari, Shalhoub quando le vengono le mestruazioni usa degli stracci, che le hanno causato “irritazioni e infezioni alla pelle”.

Le richieste di contraccettivi sono quadruplicate da parte delle donne, che cercano di controllare il loro ciclo mestruale, afferma Marie-Aure Perreaut Revial ​​di Medici Senza Frontiere (MSF).

“Assolutamente niente” 

L’organizzazione ActionAid avverte che c’è poca acqua per lavarsi e che alcuni rifugi hanno solo una doccia ogni 700 persone e un bagno ogni 150.

“Non c’è assolutamente nulla: privacy, sapone per pulirsi, prodotti mestruali”, avverte la Ong.

Per Ahlam Abu Barika, al terzo mese di sfollamento, l’igiene personale è come una “battaglia quotidiana”.

“Le donne usano pannolini o salviette per avvolgere i bambini. Non c’è abbastanza acqua”, lamenta Abu Barika.

Ha mangiato e bevuto di meno per dare di più ai suoi cinque figli e limitare le visite al bagno.

“Ho perso 15 chili”, dice.

La ONG “Azione contro la Fame” afferma che molte donne indossano abiti macchiati di sangue mestruale e utilizzano “gli stessi assorbenti più a lungo del previsto, aumentando il rischio di infezione”.

In un’aula dove dormono gli sfollati di Gaza, Umm Saif racconta che le sue cinque figlie utilizzano pannolini.

Dall’inizio della guerra i prezzi dei pannolini usa e getta sono quasi raddoppiati, così li hanno divisi a metà, , ma una delle figlie, la più piccola,  deve comunque utilizzare un pezzo di stoffa.

“Si è messa a piangere, ma non posso fare niente”, spiega impotente Umm Saif. “Ho comprato una crema in farmacia, per curare le infezioni dopo il ciclo.”

 

Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” -Invictapalestina.org