“È necessaria un’indagine imparziale e urgente per fare luce sulla tortura e l’assassinio di civili palestinesi detenuti in diverse zone della Striscia di Gaza da parte dell’esercito israeliano”
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Euro-Med Monitor – 18 dicembre 2023
Ginevra – “È necessaria un’indagine imparziale e urgente per fare luce sulla tortura e l’assassinio di civili palestinesi detenuti in diverse zone della Striscia di Gaza da parte dell’esercito israeliano”, ha affermato l’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani in una dichiarazione rilasciata lunedì.
Le testimonianze raccolte confermano i rapporti pubblicati dal quotidiano israeliano Haaretz sulle esecuzioni sommarie israeliane di detenuti di Gaza. Altri detenuti sono morti dopo essere stati sottoposti a torture e maltrattamenti estremi nel campo di prigionia dell’esercito israeliano “Sde Teman”, situato tra Beersheba e Gaza.
Il suddetto campo è stato trasformato in una prigione simile a Guantánamo, ha affermato il gruppo per i diritti umani con sede a Ginevra, dove i detenuti sono rinchiusi in condizioni disumane; l’Osservatorio ha citato l’uso da parte dell’esercito israeliano di recinti all’aperto per ospitare i detenuti e il rifiuto di fornire cibo e acqua per lunghi periodi di tempo.
Nel campo di Sde Teman sono detenuti palestinesi di tutte le età, dai bambini agli anziani. All’interno dei complessi recintati, i detenuti vengono bendati e sottoposti a duri interrogatori con le mani legate. Secondo le testimonianze, di notte venivano lasciate accese delle forti luci, con l’intento di sfinirli e torturarli psicologicamente.
Le testimonianze raccolte dall’Osservatorio Euro-Mediterraneo tra i detenuti appena rilasciati del campo di Sde Teman denunciano che lì i detenuti hanno subito varie forme di tortura e maltrattamenti, non gli è stato permesso di usare i telefoni e impedito loro di incontrare gli avvocati e di ricevere visite dal Comitato Internazionale della Croce Rossa.
Le testimonianze affermano inoltre che diversi prigionieri anziani hanno subito violente percosse e trattamenti umilianti, ha affermato l’organizzazione per i diritti umani. I detenuti venivano bendati e legati, con entrambe le mani e i piedi ammanettati, e se cercavano di chiedere qualcosa, subivano abusi e minacce.
Uno dei detenuti rilasciati, che ha richiesto l’anonimato per timore di ritorsioni, ha affermato di aver visto i soldati israeliani sparare direttamente e uccidere cinque detenuti in episodi separati. Da parte sua, Haaretz ha riferito che due detenuti di Gaza sono morti nel campo dell’esercito israeliano. Ma a differenza di casi simili riguardanti la morte di prigionieri nelle carceri israeliane, l’esercito israeliano ha scelto di non dare notizia dei decessi.
Secondo Haaretz, uno dei prigionieri, un palestinese che in passato aveva lavorato in Israele, ha chiesto cure mediche prima di morire, ma l’esercito ha ignorato la sua richiesta e lo ha tenuto in condizioni spaventose, che alla fine hanno causato la sua morte.
Solo 71 dei 500 detenuti arrestati durante le violenze in corso sono stati portati dall’esercito davanti ai tribunali israeliani, ha osservato Haaretz; i restanti detenuti sono stati trasferiti in carceri gestite dal Servizio Carcerario Israeliano o in strutture di detenzione gestite dal servizio di sicurezza Shin Bet.
L’Osservatorio ha riferito della morte del lavoratore palestinese Mansour Nabhan Muhammad Warsh il 3 novembre, solo 24 ore dopo il suo arresto. Il suo corpo era ricoperto di lividi, prova di maltrattamenti che probabilmente hanno contribuito al suo fatale attacco di cuore.
Il lavoratore palestinese Majed Ahmed Zaqul, 32 anni, è stato dichiarato morto il 7 novembre nella prigione israeliana di Ofer dopo essere stato sottoposto a gravi torture. Il destino di centinaia di altri lavoratori della Striscia di Gaza rimane sconosciuto.
Le squadre sul campo dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo hanno precedentemente documentato la detenzione di oltre 1.200 civili palestinesi in campagne di arresti israeliani casuali in diverse aree della Striscia di Gaza durante l’attuale Campagna Genocida di Israele. Questi arresti sono avvenuti dopo l’assalto ad abitazioni e scuole che ospitavano migliaia di sfollati.
Dopo il loro rilascio dalla detenzione, l’esercito israeliano ha volutamente lasciato i prigionieri palestinesi bendati, spogliati, e inginocchiati a terra, dopo averli sottoposti ad ogni forma di percosse e maltrattamenti. Inoltre, l’Osservatorio ha dichiarato di non essere stato in grado di accertare l’arresto di un singolo combattente della Resistenza Palestinese al momento di questo rapporto, sia perché le famiglie dei combattenti non sono state disposte a denunciare tali casi, sia perché l’esercito israeliano non ha rivelato l’identità dei detenuti o addirittura potuto confermare la cattura di nessun membro della Resistenza.
Infatti, membri dell’esercito israeliano hanno costretto alcuni detenuti a portare armi, in modo che possano essere filmati per supportare le propaganda israeliana. Gli arrestati sono stati sottoposti a torture, percosse violente e altri abusi, secondo le testimonianze ottenute recentemente da detenuti rilasciati. Allo stesso tempo, l’esercito israeliano ha deliberatamente pubblicato filmati e foto scioccanti che mostrano detenuti palestinesi bendati e seminudi, inginocchiati a terra sorvegliati da soldati israeliani, o trasportati su autobus militari verso destinazioni sconosciute.
Queste campagne di arresto casuali hanno preso di mira medici, infermieri, giornalisti e anziani, tra cui decine di donne, come Hadeel Youssef Issa Al-Dahdouh. In una scena disumana, Al-Dahdouh appare in una foto insieme a un gruppo di uomini nudi in un camion militare israeliano.
L’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani ha esortato il Comitato Internazionale della Croce Rossa e il Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria a fare pressione sulle autorità israeliane affinché rivelino la sorte di tutti i palestinesi fatti prigionieri nella Striscia di Gaza, rilascino ogni civile arrestato e si indaghi sulle orribili violazioni a cui sono sottoposti questi civili detenuti.
Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org