Chi sono i Refusenik israeliani che scelgono la galera anziché partecipare alla guerra di Gaza?

L’adolescente di Tel Aviv Tal Mitnick è l’ultimo israeliano a rifiutarsi di combattere contro i palestinesi, ed è disposto a pagarne il prezzo.

Fonte: English version

AlJazeera – 27 dicembre 2023

È un diciottenne dal viso da bambino con un cuore pieno di idealismo. Quando l’adolescente di Tel Aviv Tal Mitnick si è rifiutato di arruolarsi nell’esercito israeliano, è stato processato: martedì è stato portato in una prigione militare per scontare una pena di 30 giorni.

Stare da soli in un Paese sul piede di guerra è una decisione angosciante. Ma, parlando a Tel Hashomer, una base vicino alla recinzione di Gaza, nel centro di Israele, Mitnick ha difeso fermamente la sua decisione.

“Credo che il massacro non possa risolvere il massacro”, ha detto. “L’attacco criminale a Gaza non risolverà l’atroce massacro compiuto da Hamas. La violenza non risolverà la violenza. Ed è per questo che rifiuto di arruolarmi”.

La dichiarazione è apparsa sull’account X-Twitter di Mesarvot, una rete di supporto che unisce gli obiettori in una campagna contro l’Occupazione israeliana dei Territori Palestinesi. In una precedente intervista pubblicata sull’account, Mitnick ha esposto la sua posizione universalista sul conflitto.

La soluzione, ha detto, non arriverà dai politici corrotti in Israele o da Hamas. “Verrà da noi, figli e figlie delle due nazioni”, ha detto.

Gli amici si sono espressi a sostegno di Mitnick, esponendo cartelli con frasi come: “Non si può costruire il paradiso con il sangue”, “Occhio per occhio e diventeremo tutti ciechi” e “Non esiste una soluzione militare”.

Il servizio militare è obbligatorio per la maggior parte degli ebrei israeliani, visto come un rito di passaggio. Nella società altamente militarizzata del Paese, i cosiddetti Refusenik (Obiettori) rischiano di essere etichettati come traditori.

Le obiezioni sono comuni?

No. In generale, gli obiettori possono finire per scontare ripetute pene carcerarie, con l’ordine di tornare più e più volte nei centri di reclutamento. Alcuni finiscono per trascorrere mesi dietro le sbarre prima di essere rilasciati.

L’esercito israeliano dispone di una Commissione per gli obiettori di coscienza, ma le esenzioni vengono solitamente concesse solo per motivi religiosi: gli ebrei Haredi ultraortodossi, ad esempio, sono legalmente esentati. Rifiutarsi di prestare servizio per una questione di principio politico non è considerata un’obiezione valida.

Un ebreo ultra-ortodosso cammina dietro i soldati israeliani all’ingresso di un ufficio di reclutamento militare a Gerusalemme il 4 luglio 2012. Il principale alleato della coalizione del Primo Ministro Benjamin Netanyahu aveva minacciato velatamente di dimettersi dal governo a causa di una disputa sulla modifica politica della leva obbligatoria di Israele, che concede esenzioni agli uomini ultra-ortodossi che studiano la Torah nelle università religiose (Credito fotografico: Baz Ratner/Reuters)

All’inizio di quest’anno, Amnesty International ha pubblicato un rapporto su Yuval Dag, un ventenne che aveva espresso chiaramente i motivi politici della sua obiezione prima della sua convocazione. L’esercito ha classificato il suo rifiuto come disobbedienza e lo ha condannato a 20 giorni di detenzione nel carcere militare di Neve Tzedek a Tel Aviv.

Il gruppo per i diritti ha nominato altri quattro obiettori: Einat Gerlitz, Nave Shabtay Levin, Evyatar Moshe Rubin e Shahar Schwartz, che sono stati ripetutamente incarcerati nel 2022. Gli obiettori di coscienza solitamente scontano cinque mesi o più in carcere, un prezzo elevato da pagare per i giovani che fanno ciò che ritengono giusto.

Molti obiettori giungono alla loro decisione dopo aver partecipato a movimenti di protesta, sia sui diritti LGBTQ, sul cambiamento climatico o sull’Occupazione israeliana, sulla violenza e sulla discriminazione contro i palestinesi, un sistema che molti gruppi per i diritti hanno definito un Regime di Apartheid.

Esistono degli obiettori famosi?

Nel 2003, un gruppo di piloti dell’aeronautica israeliana provocò l’ira nazionale quando si rifiutarono di prendere parte alle operazioni in Cisgiordania e Gaza. Inviando una lettera ai media, hanno bollato gli attacchi contro i Territori come “illegali e immorali”.

Il caso fu degno di nota, coinvolgendo alti membri dell’esercito come il Generale di Brigata Yiftah Spector, considerato una leggenda nelle forze armate per il suo attacco al reattore nucleare iracheno nel 1982. Il governo ha accusato i piloti di “piagnucolio pretenzioso”.

Nello stesso anno, anche le Forze Speciali del Paese sfidarono l’ordine di effettuare attacchi contro i Territori Occupati. Esponendo la loro posizione in una lettera, 15 riservisti dell’Unità Sayeret Matkal, spesso paragonata alla SAS dell’esercito britannico, hanno affermato: “Non corromperemo più l’impronta di umanità che è in noi portando a termine le missioni di un Esercito di Occupazione”.

“In passato, abbiamo combattuto per una causa giustificata ma oggi, abbiamo raggiunto il limite di oppressione di un altro popolo”.

Nel 2007, la modella di costumi da bagno Bar Refaeli ha sposato un amico per evitare il servizio militare, in seguito dicendo alla stampa che “le celebrità hanno altri bisogni”. Successivamente, per evitare danni alle aziende per cui lavorava, accettò di partecipare ad una campagna di arruolamento. Il caso ha acceso un dibattito su quanto sia facile evitare la coscrizione.

Quest’anno non c’è stato dissenso tra i ranghi dell’esercito?

Sì, ma non era legato all’Occupazione. All’inizio di marzo, circa 700 soldati riservisti, tra cui alcuni alti ufficiali, si sono dimessi in massa durante le diffuse proteste contro la riforma giudiziaria del Primo Ministro Benjamin Netanyahu. I critici lo hanno accusato di voler limitare i poteri della Corte Suprema per proteggersi dalle accuse di corruzione.

 Una manifestazione popolare contro il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu e la riforma giudiziaria del suo governo di coalizione nazionalista, a Tel Aviv, Israele, il 22 luglio 2023 [File: Corinna Kern/Reuters]
Spiegando il suo rifiuto di servire nell’esercito, Dag disse che i riservisti si erano dimessi perché avevano paura di vivere in una dittatura. Ma, ha sottolineato: “Dobbiamo ricordare che nei Territori Occupati non c’è mai stata democrazia. E l’istituzione antidemocratica che governa lì è l’esercito”.

In risposta alla ribellione nei ranghi, Netanyahu ha detto: “Non c’è spazio per l’obiezione. Il servizio militare è stato il primo e più importante fondamento della nostra esistenza nella nostra terra. Le obiezioni minacciano il fondamento della nostra esistenza”.

Il punto di vista di Netantahu non è insolito. In tutto lo spettro politico, ad eccezione di alcuni gruppi di sinistra e arabi, i partiti condannano il rifiuto di prestare servizio per una serie di ragioni. Gli esponenti della sinistra temono la polarizzazione, sostenendo che il rifiuto di prestare servizio incoraggerà la resistenza della destra alla rimozione degli insediamenti. Gli esponenti della destra credono che il rifiuto del servizio aiuti i nemici di Israele.

Che cosa dice la legge?

Il diritto all’obiezione di coscienza al servizio militare è protetto dal diritto internazionale, sancito dall’articolo 18 del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici. La Commissione delle Nazioni Unite per i Diritti Umani ha affermato che gli Stati devono “astenersi dal sottoporre gli obiettori di coscienza alla reclusione e a punizioni ripetute per il mancato servizio militare”.

Tuttavia, è pratica comune in Israele non solo imprigionare gli obiettori, ma processarli ripetutamente. Nel 2003, la Commissione delle Nazioni Unite sulla Detenzione Arbitraria ha affermato che il diritto internazionale vieta la “doppia condanna”.

L’obiezione selettiva non è un’opzione. Nel 2002, l’Alta Corte di Giustizia israeliana ha stabilito che consentire ai soldati di non prestare servizio nei Territori Occupati: “Allenterebbe i legami che ci tengono insieme come popolo”.

Il caso era stato portato avanti da un gruppo chiamato Courage to Refuse (Coraggio di Rifiutare), che ha affermato che i loro compiti includerebbero: “Dominare, Espellere, Affamare e Umiliare un intero popolo”.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org