Israele non ha risparmiato nemmeno i morti nella sua guerra genocida contro gli abitanti di Gaza

L’esercito israeliano profana centinaia di tombe nella Striscia di Gaza e ruba i corpi.

Fonte: English version

Dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 7 gennaio 2024

Ginevra – L’esercito israeliano ha fatto irruzione in almeno 12 cimiteri nella Striscia di Gaza devastando e profanando deliberatamente centinaia di sepolture e rubando decine di corpi come parte della sua guerra genocida contro i palestinesi nella Striscia, iniziata il 7 ottobre 2023.

Secondo le testimonianze preliminari raccolte dal personale dell’Osservatorio diversi cimiteri della Striscia di Gaza sono stati presi di mira dall’esercito israeliano. Uno di questi cimiteri, Al-Batsh, è stato preso di mira venerdì 5 gennaio e sottoposto a estese operazioni di livellamento che includevano la profanazione di tombe e lo smembramento di salme avvolte in sudari.

I residenti locali hanno riferito che il cimitero era stato inizialmente allestito il 22 ottobre 2023 per seppellire corpi di decine di vittime non identificate che erano stati lasciati per giorni nel complesso medico dell’Ospedale al-Shifa, spiegando che il cimitero di Al-Batsh aveva accolto un gran numero di corpi a causa dell’impossibilità per le famiglie delle vittime di raggiungere le aree orientali di Gaza City e di seppellire i propri cari nei cimiteri principali della zona.

Durante l’incursione dell’esercito israeliano della scorsa settimana, il cimitero di Al-Batsh è stato completamente devastato e le tombe scavate al punto che la maggior parte dei corpi sono stati disseppelliti, smembrati e portati via, insieme ad alcune lapidi che identificavano le persone sepolte.

Nour Nasser, residente a Gaza City che è stata costretta a trasferirsi nel Sud della Striscia di Gaza, ha detto che suo fratello Muhammad, di vent’anni, era stato ucciso e sepolto nel cimitero di Al-Batsh. La sua famiglia rimase scioccata nell’apprendere che il cimitero era stato distrutto e che i resti del fratello erano scomparsi. “L’esercito israeliano non solo ha ucciso mio fratello, ma si è spinto fino a negare alla mia famiglia ogni possibilità di visitare la sua tomba”, ha dichiarato Nasser.

In un altro episodio, l’esercito israeliano ha preso d’assalto il cimitero del quartiere di Al-Tuffah, a Est di Gaza City, profanando più di 1.000 tombe e rimuovendo dal cimitero oltre 150 corpi appena sepolti.

L’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha anche ricevuto diverse testimonianze il 25 dicembre 2023 secondo cui l’esercito israeliano ha devastato il cimitero di Beit Hanoun, nel Nord della Striscia di Gaza, e deturpato le tombe. Muhammad Abu Awad, residente a Beit Hanoun, ha riferito che l’irruzione nel cimitero da parte dell’esercito israeliano ha provocato la distruzione delle sue tombe con l’uso di veicoli militari e la completa devastazione del cimitero.

Abu Awad ha riferito di aver visto l’esercito israeliano scavare alcune tombe all’interno del cimitero e rimuovere i corpi delle persone recentemente sepolte; alla fine, i corpi rimanenti furono sparsi a causa delle attività di distruzione e scavo, rendendone impossibile l’identificazione.

Durante un’incursione nel cimitero di Sheikh Shaaban nel quartiere di Palestine Square a Gaza City, dal 17 al 20 dicembre 2023, l’esercito israeliano ha distrutto decine di tombe e deturpato i corpi.

È stata inoltre segnalata la massiccia distruzione in un cimitero situato a circa 1.700 metri a Est della zona centrale di Khan Yunis, nel Sud della Striscia di Gaza, avvenuta il 20 dicembre. Le operazioni di demolizione israeliane hanno comportato la distruzione di tombe su un’area di circa 2.500 metri quadrati. All’inizio dello stesso mese, l’esercito israeliano ha fatto irruzione anche nel cimitero di Al-Fallujah a Jabalia, nel Nord della Striscia di Gaza, vandalizzando tombe e lapidi e rubando diversi corpi.

Secondo la documentazione raccolta sul campo, l’esercito israeliano ha preso di mira la maggior parte dei cimiteri della Striscia di Gaza, compresi i cimitero di Al-Fallujah nel Nord della Striscia di Gaza; Ali bin Marwan; Sheikh Radwan; Al-Shuhada; e il cimitero di Sheikh Shaaban; oltre al cimitero della chiesa di San Porfirio nella città di Gaza e al cimitero di Al-Shuhada nella città settentrionale di Beit Lahia; distruggendo decine di tombe nel totale disprezzo della santità dei morti. Grandi voragini sono state create in questi cimiteri a seguito dei frequenti attacchi israeliani, che hanno inghiottito numerose tombe, e i resti di alcuni corpi sono stati sparsi o sono scomparsi. Decine di tombe sono gravemente danneggiate.

Fosse comuni sono state istituite casualmente in tutta la Striscia di Gaza per seppellire le vittime palestinesi del Genocidio israeliano in corso nella Striscia da parte di Israele, data la difficoltà di accedere ai principali e regolari cimiteri nel mezzo degli incessanti attacchi israeliani. Le famiglie nella Striscia di Gaza sono ricorse allo scavo di fosse comuni di emergenza nei quartieri residenziali, nei cortili, nelle strade, nelle sale cerimoniali e negli stadi. Finora sono state allestite più di 120 fosse comuni di emergenza.

Considerata la ripugnante e ingiustificabile complicità internazionale, l’Osservatorio Euro-Mediterraneo sottolinea che Israele non ha risparmiato nemmeno i morti nella sua guerra genocida contro gli abitanti di Gaza. Israele viola sistematicamente la sacralità dei defunti e dei cimiteri, in flagrante violazione dei principi del diritto umanitario internazionale e delle regole di guerra in relazione alla protezione dei cimiteri durante i conflitti armati, comprese le Convenzioni dell’Aja e le Convenzioni di Ginevra del 1949.

L’Osservatorio Euro-Mediterraneo sottolinea che Israele, come qualsiasi altro Paese, deve rispettare i principi del diritto internazionale, che stabiliscono che le sepolture devono essere rispettate e protette durante i conflitti armati e che le parti coinvolte devono adottare tutte le misure ragionevoli per impedire la confisca e la distruzione delle salme.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org