l Genocidio di Gaza è la fase finale di un processo iniziato da Israele decenni fa. Chiunque non se ne fosse accorto si è reso cieco di fronte al carattere e agli obiettivi finali dello Stato di Apartheid Sionista.
Fonte: English version
Di Chris Hedges – 30 marzo 2024
A Gaza non ci sono dubbi. Ogni atto orribile del Genocidio di Israele è stato pianificato in anticipo. Lo è da decenni. L’espropriazione dei palestinesi della loro terra è il cuore pulsante del progetto coloniale israeliano. Questa espropriazione ha avuto momenti storici drammatici, nel 1948 e nel 1967, quando vaste parti della Palestina storica furono conquistate e centinaia di migliaia di palestinesi furono sottoposti a Pulizia Etnica. Anche l’espropriazione è stata condotta in modo crescente: il lento furto delle terre e la costante Pulizia Etnica in Cisgiordania, inclusa Gerusalemme Est.
L’incursione del 7 ottobre in Israele da parte di Hamas e altri gruppi di Resistenza, che ha provocato la morte di 1.154 israeliani, turisti e lavoratori migranti e visto la presa in ostaggio di circa 240 persone, ha dato a Israele il pretesto per ciò che desiderava da tempo: la totale cancellazione dei palestinesi.
Israele ha raso al suolo il 77% delle strutture sanitarie di Gaza, il 68% delle infrastrutture di telecomunicazione, quasi tutti gli edifici municipali e governativi, i centri commerciali, industriali e agricoli, quasi la metà di tutte le strade, oltre il 60% delle 439.000 case di Gaza, il 68% degli edifici residenziali, il bombardamento della torre residenziale Al-Taj a Gaza Città il 25 ottobre, ha ucciso 101 persone, tra cui 44 bambini e 37 donne, e ne ha ferite centinaia, e ha distrutto i campi profughi. L’attacco al campo profughi di Jabalia il 25 ottobre ha ucciso almeno 126 civili, tra cui 69 bambini, e ne ha feriti 280. Israele ha danneggiato o distrutto le università di Gaza, che ora sono tutte chiuse, e il 60% di altre strutture educative, tra cui 13 biblioteche. Ha inoltre distrutto almeno 195 siti del patrimonio culturale, tra cui 208 moschee, chiese e gli archivi centrali di Gaza che conservavano 150 anni di documenti e testimonianze storiche.
Gli aerei da guerra, i missili, i droni, i carri armati, i proiettili di artiglieria e i cannoni navali israeliani polverizzano quotidianamente Gaza, che misura solo 45 chilometri quadrati, in una campagna di terra bruciata diversa da qualsiasi cosa vista dai tempi della guerra in Vietnam. Ha sganciato 25.000 tonnellate di esplosivo, l’equivalente di due bombe atomiche, su Gaza, molti obiettivi selezionati dall’Intelligenza Artificiale. Sgancia munizioni non guidate (“bombe stupide”) e bombe a penetrazione (“bunker buster”) da 2.000 libbre (900 kg) sui campi profughi e sui centri urbani densamente affollati, nonché sulle cosiddette “zone sicure”: il 42% dei palestinesi sono stati uccisi in queste “zone sicure” dove Israele aveva ordinato loro di fuggire. Oltre 1,7 milioni di palestinesi sono stati sfollati dalle loro case, costretti a trovare rifugio nei sovraffollati rifugi dell’UNRWA, nei corridoi e cortili degli ospedali, nelle scuole, nelle tende o all’addiaccio nel Sud di Gaza, spesso vivendo accanto a pozze fetide di liquami.
Israele ha ucciso almeno 32.705 palestinesi a Gaza, tra cui 13.000 bambini e 9.000 donne. Ciò significa che Israele sta massacrando ben 187 persone al giorno, tra cui 75 bambini. Ha ucciso 136 giornalisti, molti, se non la maggior parte, presi di mira deliberatamente. Ha ucciso 340 medici, infermieri e altri operatori sanitari, il 4% del personale sanitario di Gaza. Questi numeri non riflettono il reale bilancio delle vittime poiché vengono conteggiati solo i morti registrati negli obitori e negli ospedali, la maggior parte dei quali non funziona più. Il bilancio delle vittime, se si contano i dispersi, supera abbondantemente i 40.000.
I medici sono costretti ad amputare gli arti senza anestesia. Quelli con gravi condizioni mediche: cancro, diabete, malattie cardiache, malattie renali, sono morti per mancanza di cure o moriranno presto. Oltre un centinaio di donne partoriscono ogni giorno, con poca o nessuna assistenza medica. Gli aborti sono aumentati del 300%. Oltre il 90% dei palestinesi di Gaza soffre di grave insicurezza alimentare e le persone mangiano mangimi per animali ed erba. I bambini muoiono di fame. Scrittori, accademici, scienziati palestinesi e i loro familiari sono stati rastrellati e assassinati. Oltre 75.000 palestinesi sono stati feriti, molti dei quali rimarranno invalidi per tutta la vita.
“Il 70% delle morti registrate riguardano donne e bambini”, scrive Francesca Albanese, Relatrice Speciale sulla situazione dei diritti umani nei Territori Palestinesi Occupati dal 1967, nel suo rapporto pubblicato il 25 marzo. “Israele non è riuscita a dimostrare che il restante 30% dei maschi adulti fossero combattenti attivi di Hamas, una condizione necessaria affinché possano essere presi di mira legalmente. All’inizio di dicembre, i consiglieri per la sicurezza di Israele dichiararono l’uccisione di ‘7.000 terroristi’ in una fase della campagna in cui meno di 5.000 maschi adulti in totale erano stati identificati tra le vittime, implicando così che tutti i maschi adulti uccisi fossero ‘terroristi'”.
Israele usa stratagemmi linguistici per negare a chiunque a Gaza lo status di civile e a qualsiasi edificio, comprese moschee, ospedali e scuole, lo status di protetto. I palestinesi sono tutti etichettati come responsabili dell’attacco del 7 ottobre o liquidati come scudi umani di Hamas. Tutte le strutture sono considerate obiettivi legittimi da Israele perché presumibilmente sono centri di comando di Hamas o si dice che ospitino combattenti di Hamas.
Queste accuse, scrive Francesca Albanese, sono un “pretesto” usato per giustificare “l’uccisione di civili sotto un manto di presunta legalità, la cui la pervasività onnicomprensiva ammette solo intenti genocidi”.
Su scala non abbiamo visto un attacco contro i palestinesi di questa portata, ma tutte queste misure: l’uccisione di civili, l’esproprio di terre, la detenzione arbitraria, la tortura, le sparizioni, le chiusure imposte alle città e ai villaggi palestinesi, la demolizione di case, la revoca dei permessi di soggiorno , la deportazione, la distruzione delle infrastrutture che sostengono la società civile, l’Occupazione militare, il linguaggio disumanizzante, il furto delle risorse naturali, in particolare delle falde acquifere, caratterizzano da tempo la campagna di Israele per sradicare i palestinesi.
L’Occupazione e il Genocidio non sarebbero possibili senza gli Stati Uniti che danno a Israele 3,8 miliardi di dollari (3,5 miliardi di euro) in assistenza militare annuale e stanno ora inviando altri 2,5 miliardi di dollari (2,3 miliardi di euro) in bombe, comprese 1.800 bombe MK84 da 2.000 libbre (900 kg), 500 bombe MK82 da 500 libbre (225 kg) e aerei da combattimento a Israele. Questo è il nostro contributo al Genocidio.
Il Genocidio di Gaza è il culmine di un processo. Non è un atto. Il Genocidio è il prevedibile epilogo del progetto coloniale israeliano. È codificato nel DNA dello Stato di Apartheid Sionista israeliano. Era l’obiettivo finale Israele.
I leader sionisti sono espliciti riguardo ai loro obiettivi.
Il Ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, dopo il 7 ottobre, ha annunciato che Gaza non avrebbe più ricevuto “elettricità, cibo, acqua, carburante”. Il Ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha dichiarato: “Aiuti umanitari a Gaza? Non avranno ne elettricità ne acqua”. Avi Dichter, Ministro dell’Agricoltura, ha definito l’assalto militare di Israele “la Nakba di Gaza”, riferendosi alla Nakba, o “Catastrofe”, che tra il 1947 e il 1949 scacciò 750.000 palestinesi dalle loro terre e vide migliaia di persone massacrate dalle milizie sioniste. Il membro del Likud della Knesset israeliana Revital Gottlieb ha postato sul suo profilo di social media: “Abbattere gli edifici!! Bombardare senza distinzione!! Radere al suolo Gaza. Senza pietà! Questa volta non c’è spazio per la misericordia!”. Per non essere da meno, il Ministro del Patrimonio Amichai Eliyahu ha sostenuto l’uso di armi nucleari su Gaza come “una delle possibilità”.
Il messaggio della dirigenza israeliana è inequivocabile. Sterminare i palestinesi nello stesso modo in cui abbiamo sterminato i nativi americani, gli australiani hanno sterminato i popoli delle Prime Nazioni, i tedeschi hanno sterminato gli Herero in Namibia, i turchi hanno sterminato gli armeni e i nazisti hanno sterminato gli ebrei.
Le specifiche sono diverse. Il processo è lo stesso.
Non possiamo invocare l’ignoranza. Sappiamo cosa è successo ai palestinesi. Sappiamo cosa sta accadendo ai palestinesi. Sappiamo cosa gli succederà.
Ma è più facile fingere. Far finta che Israele consentirà l’arrivo degli aiuti umanitari. Fingere che ci sarà un cessate il fuoco. Che i palestinesi ritorneranno alle loro case distrutte a Gaza. Che Gaza verrà ricostruita. Che l’Autorità Palestinese amministrerà Gaza. Che ci sarà una soluzione a due Stati. Fingere che non ci sia alcun Genocidio.
Il Genocidio, che gli Stati Uniti stanno finanziando e sostenendo con spedizioni di armi, dice qualcosa non solo su Israele, ma su di noi, sulla civiltà occidentale, su chi siamo come popolo, da dove veniamo e cosa ci definisce. Dice che tutta la nostra decantata moralità e rispetto per i diritti umani è una menzogna. Dice che le persone di colore, soprattutto quando sono povere e vulnerabili, non contano. Dice che le loro speranze, i loro sogni, la loro dignità e le loro aspirazioni alla libertà non hanno valore. Dice che garantiremo il dominio globale attraverso la violenza razzializzata.
Questa menzogna, che la civiltà occidentale si fonda su “valori” come il rispetto dei diritti umani e lo stato di diritto, è una delle bugie che i palestinesi e tutti quelli del Sud del Mondo, così come i nativi americani gli afroamericani e i mediorientali, conoscono da secoli. Ma, con il Genocidio di Gaza trasmesso in diretta streaming, questa menzogna è impossibile da sostenere.
Non fermiamo il Genocidio di Israele perché siamo Israele, infettati dalla supremazia bianca e intossicati dal nostro dominio sulla ricchezza mondiale e dal potere di annientare gli altri con le nostre armi di distruzione di massa. Ricordate che l’editorialista del New York Times Thomas Friedman disse a Charlie Rose, alla vigilia della guerra in Iraq, che i soldati americani avrebbero dovuto andare casa per casa da Bassora a Baghdad e dire agli iracheni “fate schifo?”. Questo è il vero credo dell’Impero Americano.
Il mondo al di fuori delle fortezze industrializzate nel Nord del Mondo è profondamente consapevole che il destino dei palestinesi è il loro destino. Mentre il cambiamento climatico mette a repentaglio la sopravvivenza, mentre le risorse diventano sempre più scarse, mentre la migrazione diventa un imperativo per milioni di persone, mentre i rendimenti agricoli diminuiscono, mentre le aree costiere vengono inondate, mentre siccità e incendi boschivi proliferano, mentre gli Stati falliscono, mentre i movimenti di Resistenza armata sorgono per combattere i loro oppressori insieme ai loro sicari, il Genocidio non sarà un’anomalia. Sarà la norma. I vulnerabili e i poveri della terra, quelli che Frantz Fanon chiamava “I Dannati Della Terra”, saranno i prossimi palestinesi.
Chris Hedges è un giornalista vincitore del Premio Pulitzer, è stato corrispondente estero per quindici anni per il New York Times, dove ha lavorato come capo dell’Ufficio per il Medio Oriente e dell’Ufficio balcanico per il giornale. In precedenza ha lavorato all’estero per The Dallas Morning News, The Christian Science Monitor e NPR. È il conduttore dello spettacolo RT America nominato agli Emmy Award On Contact.
Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org