In una lettera ai funzionari israeliani, il medico afferma che ai detenuti palestinesi sono stati amputati gli arti a causa delle ferite riportate dalle manette e sono stati costretti a defecare nei pannolini.
di MEE staff, 4 aprile 2024
FOTO – Un uomo che è stato detenuto dall’esercito israeliano nel nord di Gaza mostra le ferite ai polsi nell’ospedale al-Najjar di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza – 24 dicembre 2023 (AFP/Said Khatib)
Un medico di un ospedale da campo israeliano dove sono detenuti i palestinesi di Gaza ha descritto dettagli strazianti delle condizioni, tra cui amputazioni di arti a causa di ferite da manette e prigionieri costretti a defecare nei pannolini.
Il medico – rimasto anonimo – che lavora presso la struttura di Sde Teiman, tra Gaza e Bersheeba, nel deserto del Negev, ha raccontato della sua esperienza in una lettera indirizzata al ministro della Difesa, al ministro della Sanità e al consulente legale del governo israeliano. La lettera è stata riportata giovedì da Haaretz.
Sde Teiman è stato realizzato l’anno scorso, dopo lo scoppio della guerra, come struttura temporanea per detenere persone accusate di aver partecipato all’attacco di Hamas nel sud di Israele il 7 ottobre.
Molti dei detenuti non avevano alcun legame con Hamas e sono stati rilasciati dopo l’interrogatorio.
“Dai primi giorni di attività della struttura medica fino ad oggi, mi sono trovato di fronte a difficili dilemmi etici”, si legge nella lettera. “Inoltre, scrivo per avvertire che le caratteristiche delle attività della struttura non sono conformi alla legge in nessuna delle parti relative alla salute dei combattenti imprigionati”.
Il medico ha detto che l’ospedale della struttura non riceve una fornitura regolare di medicinali e attrezzature.
E’ stato anche riferito che tutti i pazienti vengono ammanettati ai quattro arti per l’intera giornata, con gli occhi coperti, e nutriti con una cannuccia, indipendentemente dalla loro pericolosità. Molti sono costretti a defecare indossando un pannolino.
“In queste condizioni, in pratica anche i pazienti giovani e sani perdono peso dopo una o due settimane di ricovero”, è stato dichiarato.
La maggior parte dei pazienti si trova in ospedale a causa di una ferita sviluppata durante l’arresto e per il prolungato ammanettamento, che ha causato gravi lesioni “che richiedono ripetuti interventi chirurgici”, secondo il medico.
Tre fonti hanno riferito ad Haaretz che l’anno scorso un detenuto ha subito l’amputazione della mano a causa delle ferite dovute al prolungato ammanettamento. L’esercito israeliano ha dichiarato che, dopo una prima indagine, non essendo stato riscontrato alcun reato penale non è stata avviata un’inchiesta più approfondita.
Un portavoce dell’esercito ha dichiarato che il metodo di ammanettamento è conforme alla legge e “al livello di pericolosità di ciascun detenuto”.
Violazione degli impegni presi con i pazienti
Il medico ha aggiunto che mancano i farmaci per i pazienti con malattie croniche e che alcuni detenuti soffrono di crisi epilettiche. E’ stato riferito che i pazienti non ricevono un trattamento adeguato e spesso vengono rilasciati troppo presto dopo aver subito operazioni o interventi.
Hanno anche riferito che l’ospedale è spesso presidiato da un team di infermieri e da un solo medico, che può essere un ortopedico o un ginecologo.
“Questo porta a complicazioni e a volte anche alla morte del paziente”, ha detto il medico.
“Tutti noi – le équipe mediche e voi, il livello nostro responsabile presso il Ministero della Salute e il Ministero della Difesa, siamo complici della violazione della legge israeliana e forse ancor peggio per me in quanto medico – della violazione del mio impegno fondamentale verso i pazienti, ovunque essi siano, come ho giurato quando mi sono laureato 20 anni fa.”
I funzionari israeliani che hanno ricevuto la lettera hanno detto ad Haaretz di aver preso le questioni sollevate “molto sul serio” e hanno suggerito che probabilmente verrà condotta un’indagine.
Un portavoce dell’esercito ha dichiarato di operare “nel quadro della legge” quando si tratta di trattamento dei detenuti.
“Ogni procedura è documentata e supervisionata e viene eseguita con estrema attenzione nei confronti della dignità umana dei detenuti, in conformità con i principi del diritto israeliano e internazionale”, ha dichiarato il portavoce.
Hanno aggiunto che tra i “sospetti terroristi” c’è chi è “molto pericoloso e intende fare del male a qualsiasi israeliano, anche al personale medico”.
Un funzionario del Ministero della Sanità ha dichiarato che l’assistenza medica fornita a Sde Teiman “è conforme alle norme e ai trattati internazionali a cui Israele si è impegnato”.
Secondo il gruppo israeliano per i diritti HaMoked, al 1° aprile c’erano 849 detenuti palestinesi di Gaza nelle carceri israeliane.
Traduzione: Simonetta Lambertini – Invictapalestina.org