“Jamila mi ha chiesto ogni singolo giorno di trovare sua figlia”
Fonte: English version
Sondos Alfayoumi – 11 aprile 2024
Immagine di copertina: Naser siede accanto al muro su cui è scritto: “Joud è sotto le macerie”. Joud è la sua nipotina di 2 anni. (Sondos Alfayoumi)
È angosciante il messaggio scritto sul muro di una casa gravemente danneggiata: “Joud è sotto le macerie”.
Tutte le persone che sono passate davanti a questo edificio nel campo profughi di Deir al-Balah, nel centro di Gaza, devono aver pensato che fosse improbabile che il corpo della bambina di 2 anni sarebbe stato recuperato.
Non consideravano Naser, lo zio di Joud. Era determinato a trovare sua nipote.
Ha continuato a scavare per giorni, settimane e mesi dopo che la casa è stata attaccata in ottobre.
La cognata di Naser, Jamila, aveva messo a letto i suoi tre figli la sera prima. Jamila poteva sentire delle esplosioni mentre lo faceva, ma sperava che le cose sarebbero andate meglio l’indomani mattina.
Nelle prime ore del giorno successivo, Israele ha attaccato la sua casa.
Miracolosamente, due dei bambini sono sopravvissuti: Talat, 3 anni e Sham, 5.
Il loro padre, il fratello di Naser, Ahmad, è stato ucciso. Jamila è rimasta gravemente ferita ma è stata salvata poche ore dopo l’attacco.
Di Joud non c’era traccia.
Jamila “mi ha chiesto ogni singolo giorno di trovare sua figlia”, ha detto Naser.
“Non ho risparmiato sforzi”, ha detto. “Non c’era altro modo.”
Anche se Naser aveva le stampelle essendo rimasto ferito durante l’attacco, ha continuato a scavare a mani nude per cercare il corpo di sua nipote.
Jamila gli aveva fornito un’informazione importante: Joud era andata a letto con indosso un pigiama giallo.
Sebbene Naser e alcuni dei suoi fratelli avessero accesso a macchinari per lo scavo, decisero di non usarli per evitare di attirare l’attenzione e di essere presi di mira da Israele. “Così abbiamo continuato la nostra ricerca disperata in segreto”, ha detto Naser.
Alla fine – a metà marzo – Naser ha trovato il corpo di Joud.
Ha trovato prima le sue gambe, poi i capelli sul cuscino.
Il ritrovamento del corpo significava che Joud avrebbe potuto essere sepolta accanto a suo padre.
Ci sono così tante altre persone a Gaza che rimangono disperse.
Secondo le stime dell’Euro-Med Human Rights Monitor, sono ancora dispersi più di 13.000 palestinesi. Tra questi figurano le persone intrappolate sotto le macerie, quelle sepolte in fosse comuni e quelle rapite con la forza.
Anche se il suo dolore rimane vivo, Jamila ha trovato conforto nell’apprendere che il corpo di sua figlia era stato localizzato.
La bambina con il pigiama giallo ora poteva riposare in pace.
Sondos Alfayoumi è uno scrittore e traduttore di Gaza.
Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” -Invictapalestina.org