La continua impunità di cui gode Israele, evidenziata dalla mancanza di conseguenze che deve affrontare, priva il Diritto Internazionale del suo scopo e della sua sostanza ed erode la credibilità delle istituzioni incaricate di sostenerlo.
Fonte: English version
Dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 16 aprile 2024
Ginevra – L’esercito israeliano ha preso di mira migliaia di palestinesi sfollati con la forza, impedendo loro di tornare nelle loro aree di residenza nel Nord della Striscia di Gaza, utilizzando munizioni letali e proiettili di artiglieria. Ciò ha provocato decine di morti e feriti, tra cui donne e bambini, e ha costretto i restanti palestinesi a tornare nei luoghi di sfollamento.
Domenica l’esercito israeliano ha deliberatamente attaccato migliaia di civili palestinesi, uccidendone e ferendone decine, e continuando il suo Crimine di Sfollamento Forzato impedendo ai civili che aveva precedentemente costretto ad evacuare, compresi donne e bambini, di attraversare il centro e il Sud della Striscia di Gaza per raggiungere le loro aree di residenza nelle regioni settentrionali, nonostante la fine delle ostilità nella maggior parte di queste zone. Queste azioni possono essere considerate Crimini contro l’Umanità e Crimini di Guerra.
Da più di sei mesi ormai Israele commette gravi Crimini, tra cui lo Sfollamento Forzato, che mira a porre fine alla vita palestinese nella Striscia di Gaza. Questi Crimini fanno tutti parte della più ampia Campagna di Genocidio di Israele.
Mentre migliaia di sfollati tentavano di passare, attraverso il ponte di Wadi Gaza, un posto di blocco militare israeliano sulla strada costiera conosciuta come Al-Rashid Street, per tornare alle loro aree di residenza nella Striscia settentrionale, le forze israeliane hanno ucciso almeno cinque palestinesi, tra cui un una donna e una ragazza, e feriti decine di altri. Altri palestinesi sono scappati a causa del caos scatenatosi.
L’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha ricevuto testimonianze identiche, a conferma che le forze dell’esercito israeliano hanno sparato con gas lacrimogeni, munizioni letali, anche da droni quadricotteri, mitragliatrici da imbarcazioni navali e proiettili di artiglieria direttamente e deliberatamente contro migliaia di civili che cercavano di tornare a casa.
Nonostante le notizie circolate sui social media riguardo al permesso condizionato da parte dell’esercito israeliano per gli sfollati di tornare nel Nord della Striscia di Gaza, gli sfollati si sono detti sorpresi di essere stati presi di mira direttamente e arbitrariamente in Al-Rashid Street.
Muhammad Habib ha raccontato che lui e suo cugino Naim Ismail Habib hanno tentato di passare per Al-Rashid Street per tornare alle loro case a Gaza Città, ma sono caduti in un’imboscata e attaccati a colpi di arma da fuoco dalle forze israeliane di stanza vicino all’area residenziale di Al-Med. Baydar insieme a centinaia di altri sfollati.
Sebbene sia “miracolosamente” sfuggito al fuoco israeliano, Habib ha detto che suo cugino è rimasto ucciso dopo essere stato colpito due volte alla testa e al fianco da un drone quadricottero. Ha anche assistito al ferimento simultaneo di almeno altre 10 persone da parte delle forze israeliane, nello stesso punto.
Il cinquantacinquenne Hassan Ahmed Abu Maarouf ha detto di essere arrivato nella zona del Porto Nuovo in Al-Rashid Street e di aver tentato, insieme a centinaia di altri, di tornare al Nord. Invece, è stato colpito e ferito ai piedi. Dopo essere stato lasciato sanguinante per molte ore, è stato recuperato con successo in mezzo all’intenso fuoco israeliano.
La strada costiera nel centro della Striscia di Gaza era congestionata da camion, autobus, automobili di tutte le dimensioni e veicoli trainati da animali che trasportavano migliaia di sfollati interni che tentavano di tornare nella Città di Gaza e nei governatorati di Gaza Nord prima che l’esercito israeliano li fermasse.
Successivamente si è osservato che gli sfollati provenienti dall’area del valico di Netzarim erano tornati nella Striscia di Gaza centrale e meridionale a causa della loro incapacità di attraversare la parte settentrionale della Striscia. Sulla via del ritorno verso il centro e il Sud, il fuoco israeliano ha causato la morte di diverse persone, secondo quanto rilevato dal personale dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo presente sul posto.
Umm Khaled Harb, 45 anni, ha dichiarato di aver sentito da altri che l’esercito israeliano aveva permesso a donne e bambini di tornare a Gaza Città. Dopo più di due ore di cammino per raggiungere un posto di blocco dell’esercito, al loro arrivo Harb e il suo gruppo sono stati accolti da colpi di arma da fuoco che li hanno terrorizzati e costretti a fuggire. Decine di persone sono rimaste a terra ferite.
Dopo aver saputo del ritorno delle persone nel Nord di Gaza, Khaled Saad, un rifugiato di 31 anni del campo di Jabalia, ha detto: “Abbiamo trovato migliaia di persone lì, ma quando siamo arrivati, i droni hanno aperto il fuoco su di noi, ferendo molti giovani uomini e donne. Ci sono state numerose persone ferite il cui destino rimane sconosciuto”.
L’esercito israeliano ha sottolineato che non permetterà ai palestinesi sfollati di tornare alle loro case a Gaza Città e nelle aree circostanti, citando l’area come “zona di guerra” anche se i combattimenti sono cessati nella maggior parte di queste aree.
Il Portavoce dell’esercito israeliano Avichay Adraee ha negato le notizie dei palestinesi sul posto, affermando che “le voci secondo cui l’esercito ha permesso ai residenti di tornare nel Nord della Striscia di Gaza sono false e prive di qualsiasi fondamento”, e aggiungendo che “l’esercito non permetterà il ritorno dei residenti attraverso l’asse Salah Al-Din né attraverso l’asse Rashid Al-Bahr”.
Si stima che circa due milioni di persone siano state sfollate con la forza nella Striscia di Gaza; molti di loro sono stati costretti a spostarsi più volte in cerca di un luogo sicuro e riparo. Alcune di queste famiglie sono state addirittura costrette a vivere all’addiaccio, sul terreno dove scorrono le acque reflue, perché non avevano altre opzioni.
Dal 12 ottobre 2023, ovvero cinque giorni dopo l’inizio del Genocidio contro il popolo della Striscia di Gaza, l’esercito israeliano ha tentato di portare avanti la sua campagna su vasta scala di Sfollamento Forzato contro i circa 1,1 milioni di residenti di Gaza Città e della Striscia di Gaza settentrionale costringendoli a evacuare verso il Sud e il centro della Striscia. L’esercito israeliano non ha fornito a queste persone alcun luogo sicuro né la garanzia che potranno tornare alle loro case in futuro.
Il 1° dicembre 2023 l’esercito israeliano ha ordinato di evacuare ampie zone della città meridionale di Khan Yunis e, successivamente, aree della Striscia di Gaza centrale. Gli ordini di evacuazione sono stati successivamente estesi a Rafah, nel Sud della Striscia.
Israele deve porre fine al Crimine di Sfollamento Forzato contro i civili palestinesi nella Striscia di Gaza e permettere il loro ritorno alle proprie case in conformità con il Diritto Internazionale, che prevede che l’autorità occupante permetta il ritorno degli sfollati nelle loro residenze non appena cessano le operazioni militari.
La comunità internazionale deve fare pressione su Israele affinché cessi tutti i suoi Crimini nella Striscia e rispetti le Leggi di Guerra, che vietano il prendere di mira deliberatamente i civili in qualsiasi circostanza e considerano lo Sfollamento Forzato di civili come una grave violazione equivalente a Crimini di Guerra e Crimini contro l’Umanità.
I piani di Israele di attuare lo Sfollamento Forzato, che comportano un crescente grado di continua disumanizzazione, negazione dei diritti e distruzione delle vite palestinesi nella Striscia di Gaza, devono essere affrontati da attori internazionali che dichiarano apertamente la loro opposizione a tutte le forme di Sfollamento Forzato.
Date le terribili e incredibilmente complicate condizioni umanitarie che gli sfollati nella Striscia stanno affrontando, le loro sofferenze devono cessare e deve essere garantito il loro pronto ritorno ai luoghi di residenza.
La continua impunità di cui gode Israele, evidenziata dalla mancanza di conseguenze che deve affrontare, priva il Diritto Internazionale del suo scopo e della sua sostanza ed erode la credibilità delle istituzioni incaricate di sostenerlo.
Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org